Chi si aspettava di assistere ad una battaglia leale tra Puteolana e Vico Equense, non solo è rimasto deluso, ma anche amareggiato e negativamente sorpreso. Tenuto ben saldo in animo il dovere morale di commentare in maniera oggettiva la giornata calcistica vissuta al Conte di Pozzuoli, non si può però negare l’evidenza: protagonista unico ed indiscusso del match è stato l’arbitro, il signor Moretti di Foligno.
Il fischietto umbro tiene le redini della gara per appena un quarto d’ora, poi incappa nella prima topica dei suoi poco esaltanti novanta minuti. Scocca infatti il 15’ quando, in seguito a una zuffa accesasi nell’area degli ospiti, il direttore di gara decide di espellere Pastore per un gesto violento operato nei confronti di Russo. Tutto giusto. Una misura proporzionata all’entità del fallo commesso. Nulla da eccepire, se non fosse che lo stesso Pastore è incredulo per la decisione; si proclama innocente perché, a suo dire, non è stato lui ad aver commesso il fatto. Tuttavia, né l’arbitro né il primo assistente vogliono sentire ragioni. L’attaccante granata va negli spogliatoi e la Puteolana resta in dieci.
Punto e a capo, si ricomincia. Perché errare è umano. Il problema, però, è che perseverare è terribilmente diabolico. Moretti continua a percorrere la sua strada, senza voler sentir ragioni e senza subire pressioni di alcun tipo. Giustamente, com’è suo diritto – dovere, come il suo prestigioso ruolo richiede. E così, si giunge al 14’ della ripresa, e anche Salvati viene spedito sotto la doccia. Ad ognuno il suo mestiere, sia chiaro, ma appare davvero difficile comprendere la motivazione sottesa ad una tale decisione. Il rosso diretto sembra essere conseguenza di un fallo da ultimo uomo perpetrato dal numero sei flegreo ai danni di Trofa. Sicuramente chi scrive necessita di una full immersion nell’appassionante mondo delle regole disciplinanti il gioco del calcio ma, e qui si esprime solo un parere, Salvati non solo sembra sfiorare appena l’attaccante avversario, ma si trova altresì ad una tale distanza dalla porta, che ad un profano potrebbe apparire eccessivo dichiarare che egli sia stato in grado, con il suo intervento, di vanificare una chiara occasione da gol.
Cinque minuti più tardi, lo spogliatoio granata inizia seriamente ad affollarsi. A farvi comparsa anticipata è Massimo Russo. Ad onor del vero, la sua espulsione sembra essere la più giusta. Spintonandosi con Trofa in occasione di un piazzato per la Puteolana, il centrale dei Diavoli Rossi rifila un colpo proibito ai danni del suo diretto marcatore, che si accascia dolorante al suolo. Il gesto sfugge al direttore di gara, ma non al secondo assistente, che lo segnala immediatamente, decretando così la parola fine alla prestazione di Russo. Otto contro undici, nervosismo alle stelle, spalti pronti a vomitare tutta la propria rabbia. Ma l’intenzione di diminuire la temperatura non c’è. Minuto 72, Napolitano entra in malo modo su Lolaico. Moretti non vuol sentir ragioni; no al buonsenso, sì alla rigida e legittima interpretazione delle regole imposte dalla sua funzione.
Rosso sventagliato anche sotto il naso del mediano, e Puteolana ormai somigliante più ad una formazione di pallanuoto che ad una di calcio. La situazione è paradossale, al punto da ricordare una novella pirandelliana. Il Vico Equense, seppur decisamente superiore quanto a presenze sul campo, non riesce a prender in mano le redini della gara. Quasi che non voglia togliere lustro al “one-man-show” recitato in maniera così appassionata da Moretti. Tra i ventidue, o meglio, i diciotto superstiti, c’è però anche chi vuol interpretare il ruolo dell’antagonista. È Pasquale Despucches, numero uno della Puteolana, che, vittima di un vero e proprio tiro al bersaglio, non cede mai alle sortite del Vico. L’estremo difensore flegreo è encomiabile in più occasioni, rendendosi artefice principale dello 0-0 che, per i suoi, costituisce qualcosa in più di un semplice pareggio.
Un altro punticino in classifica per gli uomini di Potenza che però, tralasciando la diversamente felice performance offerta dal direttore di gara, devono ora seriamente ragionare sulla propria tenuta mentale. Nove espulsioni in dodici gare effettive sono uno sproposito, specie per chi deve combattere ogni domenica per agguantare la salvezza. Discorso diverso per il Vico che, come verrà riconosciuto dallo stesso Di Maio nel dopogara, deve recriminare con se stesso e riflettere sulle proprie colpe. Non aver chiuso i giochi pur potendo contare su una netta superiorità numerica, denota un atteggiamento lontano da quello di una squadra che vuole migliorare se stessa ed accrescere le proprie ambizioni.
PUTEOLANA-REAL VICO EQUENSE 0-0
PUTEOLANA (4-3-1-2): Despucches; Carezza, Salvati, Russo M., D’Ascia; Napolitano, Visciano, Fioretti; Manco (42’st Foggia); De Lucia (29’st Loiacono), Pastore. A disp.: Ifrigerio, Paesano, Cigliano, Montagna, D’Auria, Siciliano, Capuano. All. Potenza.
REAL VICO EQUENSE (4-3-3): Apuzzo; Lettieri, Maraucci, Lolaico, Ansalone; Corsale (4’st Iovene), Zaminga (23’st Matarazzo), Mattera (11’st Gragnano); Cirillo, Trofa, Russo G. A disp.: Pastena, Vigorito, Circiello, Breglia, Perrella, Coppola. All. Di Maio.
ARBITRO: Sig. Moretti di Foligno.
I° ASSISTENTE: Collocola di Bernalda.
II° ASSISTENTE: Colangelo di Potenza.
NOTE: Pomeriggio autunnale, circa 18 gradi. Spettatori circa 150. Osservato un minuto di raccoglimento in memoria di Raimondo D'Inzeo, medaglia d'oro alle Olimpiadi di Roma '60. Ammoniti: Russo G., Visciano, Ansalone, Lolaico, manco, Despucches. Espulsi: al 15’pt Pastore per condotta antisportiva; al 9’st Salvati per fallo da ultimo uomo; al 19’st Russo M. per condotta antisportiva, al 27’st Napolitano per gioco violento. Angoli: 4-4. Recupero: 3’pt, 5’st.
Autore: Michele Mastrobuoni / Twitter: @MikoMastro
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