Una delusione tangibile avvolge la città di Reggio Calabria dopo la conclusione della stagione regolare, culminata con la vittoria a San Cataldo che non è bastata per conquistare la promozione diretta. Le speranze di rimonta sul Siracusa si erano ridotte al minimo dopo la sconfitta nello scontro diretto, ma una straordinaria serie di vittorie ha permesso alla Reggina di coltivare sogni di gloria fino all'ultimo respiro del campionato.
Un'illusione che i tifosi amaranto, presenti in massa anche nell'ultima trasferta stagionale, hanno voluto inseguire con passione e dedizione fino al triplice fischio finale. A testimonianza del legame profondo tra squadra e tifoseria, al termine della gara è stato esposto uno striscione dal messaggio eloquente: "Fino alla fine avete lottato con grinta e cuore e questa gente vi rende onore. Grazie ragazzi".
Non rappresenta una novità il fatto che Reggio Calabria sappia riconoscere i meriti di chi si impegna sul campo, indipendentemente dal risultato sportivo finale. L'episodio più celebre, che ebbe risonanza nazionale e internazionale, risale allo spareggio perso nel doppio confronto con l'Hellas Verona nel 2001. I calciatori, in lacrime dopo una beffa arrivata solo nel finale, furono applauditi calorosamente dal pubblico di fede amaranto. Il precedente più recente si è verificato invece durante i playoff di Serie B a Bolzano contro il Sudtirol: la squadra guidata allora da Filippo Inzaghi, pur eliminata, ricevette una standing ovation sotto il settore ospiti per le emozioni regalate durante quella stagione.
La città si trova ora davanti al rischio di dover affrontare una nuova delusione: la prospettiva del terzo anno consecutivo in Serie D. L'aver conteso il primato punto a punto non attenuerebbe l'amarezza di un'eventualità così negativa. Giocarsi il primo posto nella massima categoria dilettantistica senza ottenerlo non può essere considerato un traguardo per una piazza come Reggio Calabria e per una società del calibro della Reggina.
Non è tuttavia ancora il momento dei bilanci definitivi. Lo si deve a una squadra che può ancora perseguire l'obiettivo Serie C attraverso un percorso alternativo. La possibilità di un ripescaggio passa necessariamente dalla vittoria dei playoff, e questo richiede alla formazione amaranto di sapersi calare immediatamente nella nuova dimensione di chi deve raggiungere un obiettivo diverso ma non meno importante.
Si torna in campo già domenica alle 16:00 contro la Vibonese. Vincere i playoff del proprio girone significherebbe accedere a una graduatoria nazionale da cui verrà stilato l'elenco delle priorità in caso di ripescaggio di club dalla Serie D alla C. La Reggina vanta una media punti estremamente elevata, ma si troverebbe comunque in svantaggio rispetto al Ravenna nell'ipotesi in cui entrambe le squadre vincessero la post-season. Il fattore discriminante è rappresentato dalla Coppa Italia di Serie D, conquistata dalla formazione romagnola.
Secondo le previsioni, il primo posto vacante in Serie C spetterebbe alla seconda squadra dell'Inter (la cui creazione è già stata annunciata), il secondo a una formazione di Serie D, il terzo a una retrocessa dalla Serie C. Successivamente, si ricomincerebbe il ciclo: non essendoci all'orizzonte altre squadre B, l'altro posto disponibile per un club della quarta serie sarebbe il quarto. Se Ravenna e Reggina dovessero entrambe vincere i rispettivi playoff, agli amaranto servirebbero quindi quattro caselle vacanti in Serie C per essere ripescati. Qualora invece i romagnoli dovessero essere eliminati nelle fasi precedenti, ne basterebbero due (sempre considerando l'effettiva disponibilità di posti).
La strada è complessa ma non impraticabile, e la squadra dovrà dimostrare ancora una volta la determinazione e il carattere che l'hanno contraddistinta durante tutta la stagione regolare, supportata da una tifoseria che, come dimostrato, sa riconoscere e premiare l'impegno al di là del risultato finale.
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