Esordio da sogno per Toni Lio sulla panchina del Sambiase. La squadra ha vinto il derby e superato il turno di Coppa Italia, e l'allenatore ha voluto dedicare il successo a un membro speciale della società. «I ragazzi sono stati veramente eccezionali oggi, dal primo all’ultimo pure chi è entrato. Alla fine abbiamo chiuso con 5 under, se non mi sbaglio, di cui un 2008 in campo.
Sono stati tutti quanti eccezionali. Permettetemi di dedicare questa vittoria al nostro dirigente Tonino Trichilo, ha un problema di salute e si è fatto dimettere per venire a vedere la partita. Oggi quindi tutti quanti, sia lo staff che la squadra, vuole dedicare questa vittoria a lui», ha dichiarato il tecnico giallorosso.
Un piano tattico vincente e un risultato che va stretto
Lio si aspettava una partita difficile, ma ha confidato nella preparazione della sua squadra. «Mi aspettavo una partita combattuta, sicuramente che i ragazzi fornissero questa prestazione. Li avevo visti in settimana carichi e vogliosi per fare questa prima partita importante. Penso che sul risultato non ci sia niente da dire, anzi l’1-0 ci sta pure stretto», ha spiegato l’allenatore, lamentando una scarsa concretezza sotto porta. «Però poi alla fine come si sa nel calcio se non chiudi le partite magari con l’unico tiro in porta, se non fa una super parata il nostro portiere, possono pareggiare. Però sono contentissimo della prestazione di di tutti. Ho contato sei occasioni compreso il palo», ha aggiunto.
L’allenatore ha poi smentito che la vittoria sia dipesa da un demerito della Vigor Lamezia: «non ci sono partite facili, la squadra oggi è entrata in campo determinata di cercare di fare soprattutto la prestazione. Poi il risultato lo sappiamo. Un episodio ti può girare a favore o a sfavore, però penso che questa vittoria è meritata e dà soprattutto ancor di più la fiducia e l’autostima nei propri mezzi.
Ma non lo so se era la Vigor sottotono o è stato il Sambiase che non gli ha concesso niente. Io penso che oggi gli abbiamo concesso poco e siamo andati a prenderli in ogni zona del campo, e quindi non gli abbiamo concesso, diciamo quel palleggio anche a giro, palle che ho visto contro il Messina che facevano spesso con i tre difensori. Quindi diciamo che il piano tattico era questo, di non farli ragionare. Penso che oggi i ragazzi sono stati veramente eccezionali».
Menzione speciale per la difesa e i singoli
A domanda specifica sul reparto arretrato, Lio ha risposto con grande soddisfazione: «L’anno scorso questo reparto è stato uno dei meno perforati, quindi volevamo riconfermarci insieme al direttore. Le nostre scelte sono state azzeccate, il mercato ci ha dato ragione, però i complimenti vanno fatti a tutti quanti perché dal primo all’ultimo oggi non hanno concesso quasi niente alla Vigor Lamezia».
Passando all’analisi dei singoli, il tecnico ha elogiato il lavoro oscuro di Diogo: «ha fatto un lavoro oscuro e forse ha giocato poche palle, però in fase di contenimento e di andare a prendere l’uomo è stato strepitoso. Infatti l’ho tolto perché alla fine era esausto». Non ha voluto criticare nessuno, ma ha espresso il suo rammarico per Furiato: «Mi dispiace per Furiato, perché ero convinto e sono convinto che ha le qualità per fare bene. Ci avrebbe dato una grossa mano, però poi una volta rimasti in 10 l’ho dovuto sacrificare per mettere un difensore e risistemare la linea difensiva».
Infine, ha commentato la prestazione degli attaccanti, lodando il lavoro di Haberkon nonostante non abbia segnato, e ha difeso la scelta di schierare il giovanissimo Mattia Perri, classe 2008, senza timori. «Se il ragazzo è valido, in questo caso Perri, per me non c’è over, non c’è under entri in campo ugualmente», ha concluso, ribadendo la sua filosofia di gioco. «Secondo me i giovani se son validi devono giocare. Se uno sa giocare per me non c’entra niente l’altezza o come dicono alcuni che deve avere il fisico, perché adesso vanno a cercare prima il fisico e poi se sanno giocare a calcio, e a me non mi piace. Se uno sa giocare a calcio è alto, è piccolo, deve giocare perché sennò vuol dire che Messi, Iniesta, Baggio non avrebbero mai giocato».
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