Il Kun Aguero in lacrime: «Me ne vado a testa alta»

15.12.2021 14:45 di Anna Laura Giannini   vedi letture
Il Kun Aguero in lacrime: «Me ne vado a testa alta»

Doveva essere il sogno il Barcellona. Lì avrebbe dovuto giocare con l'amico Messi ed invece Leo è volato a Parigi e lui oggi, sullo stesso prato dove era stato presentato lo scorso 31 maggio, ha annunciato, da un palco montato per l'occasione sul verde prato del Camp Nou, l'addio al calcio giocato.

Sergio "El Kun" Aguero ha detto basta con i blaugrana, basta col calcio giocato. Soltanto cinque partite giocate col Barcellona, 167 minuti toalti ed un gol a Madrid. Prima l'infortunio e dopo, il 30 ottobre 2021, un malore preludio di una notizia drammatica: Aguero ha un'aritmia cardiaca che secondo i medici non è compatibile con la pratica sportiva professionistica.

Ed allora ecco che Aguero prende la parola in un singhiozzare continuo ed un fazzoletto che raccoglie le lacrime dell'argentino: «Sono qui per dire che smetto di giocare a calcio. È un momento durissimo però sono molto felice della decisione che ho preso, prima viene la salute. Sono stato in ottime mani. I medici mi hanno detto che la cosa migliore per me era smettere di giocare. Ho fatto tutto il possibile per vedere se c’era qualche speranza ma ho capito che non ce n’erano tante. Sono molto orgoglioso della mia carriera, e sono felice. Sempre sognato giocare a calcio dai 5 anni quando ho toccato la mia prima palla. Me ne vado a testa alta e molto felice, non so cosa farò ora, per me inizia una nuova vita. Ma attorno ho tanta gente che mi vuole bene e questa è la cosa più importante. Non è male aver segnato l’ultimo gol della carriera al Madrid no? Non so che ricordo lascio, non posso mica dire alla gente di dire che sono stato un crack, se lo pensano, lo devono dire loro, mica io. Ora mi sento bene, però ovviamente le prime due settimane sono state dure. Dopo che ho fatto la prima prova specialistica in clinica i medici mi hanno chiamato per dirmi che c’era una possibilità molto grande che non potessi continuare a giocare, così ho iniziato ad assimilare la cosa, ma non è stato facile. Quando mi hanno dato il responso definitivo ci ho messo due giorni ad accettarlo, dentro di me avevo ancora qualche speranza di poter continuare ma a freddo mi son detto che ok, basta così. Ora sto bene ma è stato difficile anche se sono felice del fatto che questa cosa sia successa ora che ho 33 anni e non prima, e soprattutto di poter essere qui a raccontarlo e a rispondere alle vostre domande. Poteva andare peggio».