La SPAL ha chiuso l'anno con un pareggio per 2-2 sul campo del Faenza, un risultato strappato in extremis grazie all'ennesimo guizzo di Carbonaro, ma che ha causato il sorpasso in vetta da parte del Mezzolara. Al termine della partita, il tecnico Stefano Di Benedetto ha analizzato il momento e la prestazione dei biancazzurri, manifestando rammarico e preoccupazione.
Rammarico per i punti persi e il nervosismo ingiustificato
Di Benedetto ha esordito esprimendo il dispiacere per non essere riusciti a dare continuità alle tre vittorie precedenti e per l'epilogo che ha lasciato la squadra al secondo posto in classifica. «C’è rammarico e dispiacere perché volevamo chiudere bene l’anno», ha detto l'allenatore. Il mancato successo ha generato nervosismo in campo, un atteggiamento che il tecnico ha condannato. «Bisogna mantenere i nervi saldi e rimanere lucidi».
Il nervosismo ha portato a sanzioni evitabili, un lusso che la squadra non può permettersi. «Il nervosismo da parte nostra non è davvero necessario: il cartellino giallo si deve spendere bene per salvare un gol o per un’altra motivazione», ha ammonito Di Benedetto, preoccupato che l'accumulo di sanzioni possa costare caro in futuro. Il tecnico ha quindi lanciato un monito chiaro: per crescere, la squadra deve smettere di cercare giustificazioni. «Non dobbiamo nemmeno trovare alibi se vogliamo crescere: bisogna lavorare ancora di più per ottenere dei buoni risultati».
Errori evitabili e mancanza di brillantezza
Analizzando la partita, Di Benedetto ha riconosciuto che la squadra non ha subito il dominio del Faenza, ma ha pagato a caro prezzo i due episodi che hanno portato al vantaggio avversario. «Nel complesso il Faenza non ci ha messo sotto, ma i loro due gol sono state due palle sporche che hanno saputo sfruttare meglio di noi», ha ammesso l'allenatore. La responsabilità di subire reti in circostanze non chiare è un deficit che deve essere corretto con urgenza: «A tal proposito dobbiamo alzare il livello d’attenzione per evitare di subire reti di questo tipo».
Il problema principale non è stato l'atteggiamento, che comunque è rimasto volenteroso, ma la qualità della prestazione complessiva. «Non siamo stati brillanti, quindi dovevamo fare assolutamente di più», ha dichiarato Di Benedetto. Il tecnico ha evidenziato come le caratteristiche della SPAL – orientata al gioco palla a terra per costruire – vengano meno quando si ricorre a lanci lunghi o seconde palle, dove spesso gli avversari si dimostrano più pronti. «Chiaro che se il terreno di gioco è così sconnesso dobbiamo essere più duri, concreti e sporchi».
L'elogio al Mezzolara e la lezione da imparare
Guardando ai nuovi capolista, il Mezzolara, Di Benedetto ha riconosciuto il merito dell'avversaria. «La considero un’ottima squadra: contro il Sant’Agostino è stata molto cinica, soffrendo a tratti anche di più rispetto a quanto abbiamo sofferto noi oggi. Posso solo fargli i complimenti: sappiamo che per pareggiare questo livello dobbiamo fare di più», ha ammesso il tecnico.
Questo pareggio, insieme ad altre prestazioni non all'altezza, servirà da monito per il futuro. Il girone d'andata ha nascosto molte insidie, con tutte le avversarie che "alzano i giri del motore" contro la SPAL, in virtù del nome che rappresenta. «Tutte quelle partite in cui non siamo stati all’altezza del nome che rappresentiamo sicuramente ci serviranno da lezione per il girone di ritorno, in cui confidiamo di non perdere altri punti», ha concluso Di Benedetto, ribadendo che nessuno regala nulla. «Dobbiamo spingere ancora di più per l'obiettivo che dobbiamo centrare».
Infine, l'attenzione si sposta sulla Coppa, un obiettivo che il club vuole onorare. «Giocheremo questa partita come se fosse una finale perché ci teniamo molto», ha garantito Di Benedetto, che avrà la squadra al completo per il quarto di finale contro il Pietracuta.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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