Il calcio italiano ha bisogno di ritrovare unità d'intenti per superare le difficoltà strutturali che attraversano tutte le categorie. È questo il messaggio lanciato da Matteo Marani, presidente della Lega Pro, durante il suo intervento al panel "Le leghe calcistiche a confronto", svoltosi a Parma nell'ambito del Festival della Serie A.
Il numero uno della terza serie nazionale ha posto l'accento sulla necessità di una strategia comune tra i diversi livelli del sistema calcistico italiano, evidenziando come le problematiche che affliggono il movimento abbiano spesso radici condivise, pur manifestandosi con intensità differenti nelle varie categorie.
"La collaborazione e la stima reciproca tra le leghe sono elementi essenziali per affrontare insieme le difficoltà. Mi auguro un tavolo di lavoro più ampio, in cui tutte le parti possano contribuire con responsabilità", ha sottolineato Marani, tracciando la strada per un approccio più coordinato alle sfide del calcio nazionale.
Il dirigente ha identificato alcune aree critiche che richiedono interventi strutturali e coordinati tra le diverse componenti del sistema. Le difficoltà economiche e infrastrutturali rappresentano ostacoli ricorrenti che ogni anno mettono a dura prova la transizione delle società dal dilettantismo al professionismo.
"Dal punto di vista finanziario e impiantistico, ogni anno è complesso accompagnare le società dilettantistiche verso il professionismo. Inoltre, servono interventi sulla crescita dei talenti e sulla gestione arbitrale", ha spiegato il presidente, delineando un quadro che richiede soluzioni articolate e di lungo periodo.
Particolare attenzione è stata dedicata al tema della sostenibilità economica, una delle questioni più delicate che attraversa tutto il panorama calcistico nazionale. Marani ha evidenziato le peculiarità di un settore che sfugge alle logiche imprenditoriali tradizionali, creando situazioni di squilibrio difficili da sanare.
"Siamo in un contesto che non segue le logiche di un'impresa tradizionale. Nessuna azienda può sostenere stipendi pari al 100% del fatturato. Nel calcio, ogni aumento di ricavi porta a un contestuale aumento dei costi. È ingiusto che siano solo le società a farsi carico delle difficoltà economiche: se si retrocede, si dovrebbe retrocedere tutti, per onestà intellettuale", ha affermato, sollevando una riflessione sulla distribuzione delle responsabilità all'interno del sistema.
Sul dibattito relativo al possibile ridimensionamento del numero di squadre partecipanti ai campionati, il presidente della Lega Pro ha mantenuto una posizione equilibrata, privilegiando l'analisi pragmatica rispetto alle prese di posizione ideologiche.
"Non sono favorevole a battaglie ideologiche. La Serie C in passato contava 120 squadre e molte non riuscivano a sopravvivere. Oggi bisogna riflettere su tutto il sistema e sugli imprenditori che continuano a investire. Ridurre il numero delle società potrebbe non risolvere lo squilibrio tra costi e ricavi", ha osservato, invitando a una valutazione complessiva delle dinamiche del settore.
La questione delle sponsorizzazioni legate al betting è stata affrontata nel contesto più ampio del rapporto tra calcio e istituzioni. Marani ha auspicato un maggiore sostegno da parte del mondo politico per valorizzare gli aspetti positivi del movimento calcistico.
"Il calcio paga spesso il prezzo di episodi negativi che ne danneggiano l'immagine complessiva. Gli Europei rappresentano un'opportunità per intervenire sugli impianti e attrarre nuovi investitori. Bisogna però inquadrare la componente sportiva nel giusto contesto: è importante, ma non è l'unico aspetto che conta", ha dichiarato, evidenziando la necessità di una visione più ampia del fenomeno calcistico.
Un focus particolare è stato dedicato alla riforma Zola, progetto che porta il nome dell'ex campione azzurro e che rappresenta una delle iniziative più innovative per il rilancio del settore giovanile. L'iniziativa mira a creare le condizioni per una maggiore valorizzazione dei talenti emergenti.
"Con Gianfranco Zola abbiamo ideato una proposta per sostenere la crescita dei giovani calciatori. I giovani costano meno e, soprattutto, servono a riavvicinare le nuove generazioni al calcio. Oggi, anche in occasione di partite importanti, non vedo il coinvolgimento che ci si aspetterebbe. Il movimento deve ripartire proprio dai giovani", ha concluso Marani, indicando nella valorizzazione delle nuove leve una delle chiavi per il futuro del calcio italiano.
L'intervento del presidente della Lega Pro al Festival di Parma ha tracciato un quadro articolato delle sfide che attendono il calcio nazionale, proponendo un approccio collaborativo che coinvolga tutte le componenti del sistema in uno sforzo comune per il rilancio del movimento.
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