Con l’imminente scontro contro la Sambenedettese, il nuovo allenatore del Perugia, Piero Braglia, ha reso chiara la sua filosofia: non c’è tempo da perdere. Il tecnico, noto per la sua schiettezza, ha esordito con un messaggio deciso durante la sua presentazione ufficiale, tenutasi nella sala stampa dello stadio, subito dopo aver diretto la prima, intensa, seduta a porte chiuse al Curi. La squadra è in una situazione di classifica deludente e per invertire la rotta la società ha riposto la sua fiducia nelle capacità del tecnico di Grosseto.
La conferenza è stata aperta dal direttore dell'area tecnica, Mauro Meluso, che ha introdotto il nuovo mister e ha voluto prima di tutto ringraziare il predecessore. “Era doveroso che presentassi il nuovo mister. Mi preme rivolgere un caloroso ringraziamento a Cangelosi oltre che un rammarico alto per aver dovuto interrompere il rapporto. Gli auguriamo i migliori successi sportivi. Abbiamo pensato a Piero da subito essendoci un’antica stima ed amicizia. Il contratto sarà di un anno. Ci sarà un collaboratore mentre gli altri componenti dello staff resteranno al loro posto. Con mia soddisfazione personale”, ha spiegato Meluso, rimandando a domani una conferenza più dettagliata.
La fiducia nella rosa e la necessità di "pedalare"
Alla domanda su cosa lo abbia convinto ad accettare l’incarico, Braglia non ha esitato: la qualità della rosa. "La rosa della squadra. Che sta facendo molto meno di quanto può fare. Si può arrivare entro i primi cinque posti, poi il campo ci dirà se ho visto bene o male". Riguardo alle sensazioni di tornare a Perugia, una piazza che lo aveva visto anche in tribuna nel 2008, ha mantenuto il suo tono pragmatico: "Tutti vorrebbero venire qui. Tutto però è da dimostrare perché le chiacchiere le facciamo in molti. La squadra fisicamente sta bene. So che è stato svolto un lavoro importante in ritiro e dobbiamo ringraziare chi c’era prima, poi ognuno vede il calcio alla propria maniera. Dobbiamo parlare poco tutti e pedalare parecchio. Fare la C è una rimessa nella maggior parte dei casi, i giocatori dovranno prendersi le proprie responsabilità".
L’allenatore ha commentato la possibilità che i problemi della squadra siano di natura psicologica, come ipotizzato dal suo predecessore, collegandoli direttamente ai risultati: "Vincere aiuta a vincere. Se perdi spesso e volentieri vengono fuori i problemi". Ha poi aggiunto un tocco di onestà: "Dico però onestamente che se il Perugia fosse andato a riposo sul 2-0 non sarei stato qui", riferendosi all’ultima gara.
Sguardo tattico e sfide a breve termine
Sulla tattica, Braglia ha affermato di avere già un’idea ben precisa per la prossima sfida, pur riconoscendo la necessità di adattarsi. "Ne ho una precisa e spero di non sbagliare. Credo possa giocare con una certa idea". Riguardo alle condizioni della squadra e di un giocatore in particolare, ha sottolineato: "Kanoute l’ho avuto ad Avellino. Oggi si è allenato. È un generoso. La squadra? Sarei stupido a giudicarla dopo un allenamento. Dovremo adeguarci anche a ciò che troveremo di volta in volta".
Braglia ha espresso la sua speranza di rivedere un Perugia determinato come quello che nel 2008 sconfisse la Cremonese. "Speriamo, non mi piace prendere gli schiaffi. Senza l’aiuto dei giocatori non si fa niente. Non ho nascosto certo il problema". Sul breve periodo, la priorità è mostrare un nuovo atteggiamento. "In cinque giorni giochiamo due volte in casa. Dobbiamo farcela come nervi, tensione se non lo facciamo fisicamente. Mi aspetto un atteggiamento tosto e combattivo. Poi verrà fuori la qualità dei singoli", ha concluso, ribadendo la necessità di lavorare uniti per portare i tifosi dalla parte della squadra. "Bisogna dimostrare di volere da subito cose diverse per portare la gente dalla nostra parte. Remando della stessa parte si può fare qualcosa di buono".
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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