Il futuro immediato dell'ACR Messina si tinge di incertezza, con la questione relativa all’utilizzo dello stadio Franco Scoglio che tiene col fiato sospeso i tifosi.

Nella mattinata di mercoledì, un incontro cruciale si terrà tra i rappresentanti del Comune di Messina e i vertici della Doadi Srls, la società a cui la proprietà ha affidato la gestione sportiva del club. L'obiettivo è superare l'impasse che sta mettendo a repentaglio la disputa della prima gara casalinga di campionato.

Il problema principale risiede nella mancata stipula di una convenzione per l'utilizzo dell'impianto. Nonostante il club avesse avviato la prevendita dei biglietti, il Comune ha sollecitato l'immediato stop, sottolineando come il precedente nulla osta fosse stato concesso a luglio unicamente per l'iscrizione del Messina al campionato di Serie D.

A complicare la situazione è un debito di circa 200.000 euro, che il club non ha ancora onorato nei confronti dell'ente locale. Se la trattativa non dovesse portare a una soluzione, la gara d'esordio del campionato contro l'Athletic Palermo si giocherebbe in un'altra sede. La sede alternativa più probabile sarebbe il campo sportivo “Fresina” di Sant’Agata, che, pur essendo la casa del Rosmarino e di alcune scuole calcio, si è reso disponibile dopo aver ospitato il Milazzo per la Coppa Italia.

L'ACR Messina sta cercando di evitare questo scenario, inviando una Pec a Prefettura, Tribunale e Comune. Allo stesso tempo, Palazzo Zanca è in contatto con la Questura per convocare la Commissione di Vigilanza, con l’obiettivo di trovare un’intesa che possa permettere l’apertura dello stadio, chiedendo magari alla Doadi di garantire in autonomia i futuri pagamenti.

La complessità della situazione è acuita dalla procedura fallimentare in corso. Il club, pur avendo disponibilità economica, non può saldare direttamente il debito per rispettare la "par condicio creditorum", dato che il Comune non è un creditore privilegiato come i tesserati, ma vanta un semplice credito chirografario.

La situazione potrebbe sbloccarsi soltanto dopo l’udienza del 10 settembre, data chiave per il futuro societario e sportivo. L'udienza dovrà valutare il piano di rientro al quale i consulenti di Stefano Alaimo e Pietro Sciotto lavorano da mesi per abbattere il passivo pregresso.

A rendere il quadro ancora più intricato, vi è una contestazione sull’entità del debito stesso. Mentre il Comune richiede circa 200.000 euro, il Messina sostiene di aver effettuato dei lavori di manutenzione che ridurrebbero sensibilmente la somma dovuta. Nell'elenco dei creditori in possesso del Tribunale, infatti, la passività con l'Ente risulta poco superiore ai 50.000 euro. Il Comune, come gli altri creditori, avrà la facoltà di presentare osservazioni e contestare il piano di rientro, considerando che recupererebbe solo una percentuale del dovuto.

Nelle prossime ore si proverà a risolvere almeno la grana dello stadio, con il club che spera di poterlo utilizzare regolarmente. Quella che per la città di Messina è ormai un'abitudine decennale, vede il rischio di un nuovo autunno all'insegna delle incertezze e delle problematiche amministrative, in una querelle che sembra non avere mai fine.

Sezione: Serie D / Data: Mer 03 settembre 2025 alle 09:35
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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