All’indomani del convincente successo per 3-0 in trasferta contro l'Enna, il Savoia ha scelto di non godersi in silenzio la vittoria sportiva, ma di lanciare un messaggio forte e determinato contro coloro che, a detta della società, starebbero cercando di sporcare, infangare e creare illazioni sul progetto societario. Questo gesto, compiuto poco dopo l'alba, mira a dimostrare che la “storia è cambiata” e che tutte le operazioni del club sono gestite con la massima trasparenza.
Il legale rappresentante e presidente del club, Arcangelo Sessa, ha voluto mettere fine a ogni speculazione, in particolare chiarendo la situazione relativa alla gestione del bar dello stadio, un tema che era diventato oggetto di voci ostili.
L'Operazione Trasparenza e i "Nemici del Savoia"
Attraverso un lungo comunicato ufficiale, intitolato significativamente "Operazione Trasparenza – Per i nemici del Savoia", la società ha affrontato senza mezzi termini la singolare realtà di Torre Annunziata, definita uno “specchio che non riflette mai la realtà, ma l’immagine che ciascuno vuole vedere: distorta, piegata agli angoli dell’opportunismo”.
Il club ha denunciato l'uso indiscriminato della frase “È la camorra” come facile alibi per distruggere ciò che funziona e per soffocare chi prova a costruire. Questa espressione, secondo il Savoia, finisce per diventare “peggiore della camorra stessa”, poiché confonde i fatti e copre le coscienze, utilizzata come “scudo, veleno” e “alibi” anche contro un progetto nato per allontanare proprio la mentalità camorristica nel suo senso più ampio.
La società ha ribadito la propria genesi: quattro imprenditori, tra cui un discendente dell’ultimo Re d’Italia, uniti dalla volontà di riscrivere una storia che, purtroppo, era stata in passato associata a logiche negative. Nonostante le critiche, i sospetti e la gogna mediatica subite inizialmente, il club ha messo in campo capitali, lavoro e cuore per riportare la squadra a casa, al Giraud, in mezzo alla sua gente.
Il Caso del Bar: Abusivismo Sostituito dalla Legalità
La polemica più recente ha riguardato la gestione del bar, un pretesto che, secondo il comunicato, è stato strumentalizzato per urlare nuovamente l'accusa di presunte “infiltrazioni camorristiche”. Il Savoia ha chiarito che l'iniziativa di gestire direttamente il bar è stata una scelta di ordine pubblico, dettata da precise direttive delle forze dell’ordine.
A tal fine, il club ha sostenuto costi, modificato lo statuto, identificato un responsabile autorizzato (il Dott. Stefano Popolo), assunto personale tramite regolari contratti di prestazione occasionale e si è assicurato l'emissione di scontrini fiscali. In sostanza, il Savoia sostiene di aver fatto ciò che nessuno aveva mai realizzato prima: sostituire anni di abusivismo con una gestione rigorosa e legale.
Nonostante questa esecuzione "tempestiva e rigorosa" delle direttive, il club accusa i "nemici" di Torre Annunziata di vedere la camorra "solo quando conviene, e solo per distruggere ciò che non riescono a controllare", definendo tale atteggiamento "odio da marciapiede, veleno che nasce dalla stessa mentalità camorristica che si finge di combattere".
Il presidente Sessa, come legale rappresentante, ha concluso il suo intervento con un chiaro monito, affermando che il club non teme i controlli, anzi li richiede, e sottolineando che la gestione attuale del bar è pienamente nella legalità, a differenza del passato. Ha inoltre lanciato una sfida a chi cerca di “incutere terrore per interessi personali” a farsi avanti, prendendosi non solo il bar ma tutte le responsabilità e i sacrifici del club.
L’obiettivo finale del Savoia, come ribadito nella chiusura del messaggio che cita la figura di Giancarlo Siani, è quello di combattere una concezione della camorra intesa non solo come crimine armato, ma anche come l'atto di distruggere ciò che è buono solo per non averlo costruito, avvelenando e spegnendo i sogni altrui.
L’appello si chiude con la speranza di "regalare un sogno alla parte buona di questa città, che esiste, resiste e merita rispetto", invitando a non cercare più la camorra "oltre quel cancello giallo", né sui "colori" del club, né sul "campo".
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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