Il tempo delle valutazioni per Joel Esciua non è ancora finito. Se la cerchia di possibili direttori sportivi si è notevolmente ristretta rispetto a qualche settimana fa, quella che riguarda le strutture in cui il Livorno potrebbe allenarsi la prossima stagione non è mai stata troppo vasta.

Una volta accantonata l’idea di restare sul sintetico del Magnozzi, reputato una delle cause maggiori dei tanti infortuni avuti dalla squadra, ecco che il neo presidente ha preso in considerazione soluzioni alternative. Sul tavolo ne sono rimaste tre.

Nei giorni scorsi, come scritto dal Tirreno e confermato da lui stesso, Esciua si è incontrato con il sindaco Salvetti per avere un quadro chiaro di quelli che sono gli impianti in città e di come il Livorno potrebbe utilizzare lo stadio Armando Picchi durante la stagione. La prima opzione, in ordine cronologico, è sempre il Centro Coni di Tirrenia con cui Esciua ha già un accordo da tempo, ma scegliere questa strada vorrebbe dire essere sempre ospiti e non avere una propria casa. In più, per un uomo che vuole aumentare il valore della società, spendere migliaia di euro di affitto senza creare niente per il futuro non può essere una scelta primaria, ma solo un salvagente per non rischiare di rimanere a mani vuote.

In questi giorni Esciua ha guardato con interesse al centro sportivo Piancastelli di Banditella dove ci sarebbero gli spazi giusti per iniziare un certo tipo di progetto, mentre la terza opzione guarda verso Piazzale Montello. L’idea sarebbe quella di far diventare l’Armando Picchi la casa del Livorno anche durante la settimana e non solo per le gare la domenica. Per far sì che questa opzione vada in porto, però, c’è un tassello fondamentale: il passaggio al manto sintetico.

Il progetto di realizzare il sintetico all’Armando Picchi era già venuta fuori esattamente un anno fa, ma i playoff nazionali finiti a giugno mandarono all’aria anche questi piani della società. Come detto, se l’idea è quella di far diventare lo stadio la casa del Livorno, non c’è altra strada a disposizione. Questo perché al momento la prima squadra può utilizzare il Picchi solo due volte a settimane, perché altrimenti in inverno il manto in erba naturale si sciuperebbe. E una squadra di Serie D non può stare senza un proprio campo di allenamento, una propria casa dove i giocatori e lo staff possono avere le loro comodità e un’organizzazione molto più semplice.

L’idea, come un anno fa, è tornata in auge in casa Livorno con il sindaco Salvetti che ha messo a disposizione di Esciua tutte le informazioni del caso per valutare l’operazione. A livello di costi si parla di una cifra intorno ai 500mila euro. Un investimento importante. Sicuramente c’è da decidere in fretta. Il Livorno avrà bisogno di un campo di allenamento per metà agosto, dopo la fine del ritiro, al massimo per settembre se si trovasse una soluzione temporanea per quindici giorni, e quindi l’eventuale operazione dovrebbe partire nel giro di breve in modo da poter rispettare i tempi senza problemi. Se l’idea andasse in porto il Livorno avrebbe una sua casa in cui si allenerebbero anche gli juniores e potrebbero farlo anche le squadre giovanili, con il bar aperto e un luogo accogliente per tifosi e famiglie. Una questione, quella del campo di allenamento, che è in cima ai pensieri di Esciua. Il presidente in questi giorni sta valutando ogni opzione con attenzione, prima di decidere e dare il via alla programmazione della prossima stagione.

Sezione: Serie D / Data: Gio 11 maggio 2023 alle 22:30 / Fonte: Il Tirreno
Autore: Massimo Poerio
vedi letture
Print