Dopo il comunicato della Vastese, arriva la pietra tombale delle dichiarazioni di Attilio Di Stefano a seppellire il passaggio di mano del club biancorosso.
Di seguito le parole di Di Stefano affidate ad un lungo comunicato stampa.
Non ci sono più dubbi, il passaggio della Vastese Calcio non si concretizzerà. Dopo i comunicati del club biancorosso questa mattina è arrivata la comunicazione definitiva di Attilio Di Stefano attraverso un comunicato stampa fiume che riportiamo in calce:
«Nel pomeriggio di domenica, il presidente Bolami ha dichiarato di aver rimesso nelle mani del sindaco Menna il titolo della squadra Vastese Calcio, in contrasto con quelle che erano le sue dichiarazioni di appena una settimana prima, secondo le quali l’acquisizione da parte della società era questione solo di firme.
In seguito alla definizione dell’accordo che mi avrebbe permesso di diventare il presidente della “Nuova Pro Vasto”: ma in realtà, nulla è stato mai convenuto e condiviso, e quella distanza non si è mai colmata. Purtroppo, nonostante il tempo e le energie profuse dal sottoscritto in queste settimane per addivenire ad un satisfattivo accordo che mi consentisse di rilevare la squadra, non sono state sufficienti per considerare l’acquisizione un’operazione sostenibile da diversi punti di vista.
Innanzitutto quello della situazione economico-finanziaria pregressa, che è stata, devo ammettere, il fattore di criticità, che non è stato possibile superare in alcun modo. Sebbene ci tenga a rispettare la riservatezza dovuto è noto che la società ha un quadro particolarmente gravoso sotto l’aspetto delle esposizione debitoria soprattutto nei confronti dell’erario che nonostante la sospensione delle cartelle esattoriali, da parte dell’Agenzia delle Entrare, allo stato attuale, con la ripresa dei pagamenti ed in concomitanza con la cessione bisogna affrontare con un impegno, oserei dire, improponibile che francamente non immaginavo di questa entità.
Oltre a questo fattore preponderante vi sono altre esposizioni debitorie che sono uscite gradualmente nel corso della trattativa. Soprattutto dietro le mie insistenze e quelle dei miei consulenti tecnici che non avendo avuto modo di conoscere fin dall’inizio mi hanno definitivamente convinto ad orientare la mia scelta di uscire fuori da questa trattativa. Mi duole affermare che, in queste settimane in cui ha mantenuto un basso profilo per non espormi e non consegnare alla stampa e alla città fatue illusioni mi sono trovato a dover riscontrare un mancanza di trasparenza nel voler delineare un quadro chiaro.
Queste criticità sono uscite fuori nel susseguirsi di incontri, non solo al tavolo della sala consiliare ma, anche nel continuo rapporto quotidiano di telefonate e mail, riunioni e incontri privati in cui ho cercato di prospettare una soluzione appagante, non solo per la società ma anche, com’è giusto che sia, per le mie risorse.
Il fattore di rischio, a medio e lungo termine, di un’operazione di acquisizione in cui avrei intrapreso un piano di risanamento di una società fortemente compromessa in partenza dal punto di vita economico-finanziario è stato decisivo, ed ha prevalso nonostante le forti motivazioni che non ho mai nascosto di coltivare di fronte a questo progetto per la Città del Vasto. Un’eventuale piano di rientro dei debiti seppur distribuito su diverse annualità comprometterebbe alla base la possibilità di gestire le necessità di una squadra di giocatori e staff, e che deve affrontare un campionato di Serie D. Non basterebbero sponsor che ringrazio per aver desiderato comunque offrirmi supporto in questa avventura nonostante i tempi che corrono. Anche il budget che mi ero prefissato di investire in questa acquisizione, che sarebbe soltanto una misura momentanea e palliativa.
Non da ultimo la congiuntura attuale dovuta all’incertezza di una fase di uscita dalla pandemia che tarda ad arrivare e purtroppo con una recessione economica causata dalla crisi internazionale e dalle materie prime mi induce inevitabilmente ad orientarmi verso una scelta assai ponderata ma, onestamente dolorosa per me e i tifosi di rinunciare come tanti altri di voi mi hanno consigliato. Certo, non ero venuto qui per fare l’affare a mani basse ma per fare certe scelte bisogna prendersi delle responsabilità, sarò sincero, ad oggi un investimento complessivo di oltre 500.000 euro per una squadra di Serie D è letteralmente una follia, e la circostanza che vede la disponibilità del signor Bolami di cedere gratis la società identifica perfettamente quel limite invalicabile oltre il quale non posso spingermi, lasciando adito ad una interpretazione univoca.
Mi sono presentato come un imprenditore sociale, come persona sempre spinta da ambizione di progettare, investire, creare impresa e per quanto riguarda il mio desiderio di innovare non si ferma qui. Questa avventura mi ha avvicinato alla terra delle mie origini e mi ha lasciato con la consapevolezza di fare qualcosa per il mio territorio, di pensare al benessere sociale condiviso per tutti, e quello del calcio è uno strumento rappresentativo per entrare in contatto con nuove realtà, con nuove imprese e nuovi portatori di interessi, per conoscere famiglie e venire incontro alle loro necessità quotidiane. Non so quale sarà il futuro della Vastese ma, so che in questo momento provo una profonda delusione personale che si ripercuote nel sogno svanito di regalare una felicità ai tifosi, anche se fosse solo la domenica allo stadio. Sono convinto che i tifosi abbiano capito le motivazioni della mia scelta di desistere e con i quali resterò sempre disponibile per un confronto, e anche il sindaco Menna e i suoi collaboratori a cui riconosco il valore per l’impegno ed essersi spesi ben oltre quelle che sono le loro prerogative istituzionale e per questo li ringrazio.
Il mio sogno per adesso di ferma qui, ma sono sicuro che ci sarà sempre una prospettiva per il futuro, sono ottimista di natura e, voglio lasciarvi con una promessa: se un domani dovesse tornare ad esserci una piccola possibilità di diventare il presidente della nostra squadra, sappiate che ci proverò ancora».
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