Ci sono momenti, nella vita, in cui i sogni si avverano senza avvisare. A Simone Pafundi è successo in pullman, a Napoli, mentre i pensieri erano rivolti alla partita di campionato che lo aspettava (Napoli-Udinese 3-2, 12 novembre 2022). Il telefono vibra, un messaggio. Corradi, all’epoca tecnico dell'Under 17 azzurra. "Simo', mi devi dire qualcosa?". E lui, con la naturalezza di chi ancora non sa di stare per entrare di diritto nella storia del calcio italiano: "No, Mister". Silenzio. Poi la frase che cambia tutto: "Mi hanno detto che Mancini (all'epoca CT della Nazionale, ndr) ti ha convocato", racconta il fantasista azzurro ai microfoni di Vivo Azzurro TV.
Classe 2006, Monfalcone come punto di partenza. Udine come casa adottiva. Il calcio, per Simone, è sempre stato una questione di famiglia: i primi allenamenti insieme al fratello Andrea, maggiore di due anni, il campo troppo grande per un bambino di cinque anni, l'attesa, il permesso concesso dai genitori, ma solamente se presenti. Da quel momento in poi, solo istinto e talento. A otto anni, la chiamata dell'Udinese. Il resto è storia.
Ma torniamo a quel giorno. Albania, amichevole internazionale. Simone si scalda per tutto il secondo tempo. Poi, allo scadere, l’ingresso in campo. Al posto di Marco Verratti, all’epoca faro del PSG. "All'inizio ero molto teso - confessa -, ma, non appena ho messo piede in campo, ho pensato unicamente a godermi il momento e divertirmi. E l'ansia è andata via". Come se lo stadio Qemal Stafa fosse il prato dietro casa (Albania-Italia 1-3, 16 novembre 2022).
Poi il Mondiale Under 20, programmato in Indonesia e disputato in Argentina. L'anno dopo, invece, l'Europeo Under 19 in Irlanda del Nord. Un percorso che non ha portato trofei, ma ha lasciato ferite e cicatrici 'buone', quelle che insegnano. "Non abbiamo vinto - racconta -, ma sono state due esperienze che mi hanno formato. Il Mondiale è stato fantastico (l'Italia ha perso 1-0 contro l'Uruguay in finale, 11 giugno 2023, ndr). C'era un gruppo favoloso. L'Europeo, invece, è stata una bella batosta, perché non meritavamo di uscire in semifinale (1-0 contro la Spagna dopo i tempi supplementari, 25 luglio 2024, ndr)".
E adesso c'è un altro Europeo, dal 11 al 28 giugno in Slovacchia. Simone vuole esserci. Con lo stesso gruppo di due anni fa al Mondiale, ma con occhi più maturi, con la consapevolezza di chi ha già visto il palcoscenico dei grandi e sa quanto sia duro restarci. "Sappiamo di essere una squadra forte - sottolinea -, che può fare grandi cose. E lo dimostreremo".
"Tornare in Nazionale maggiore". Ma con lui i sogni sembrano avere una data di scadenza: presto diventano realtà. E allora forse è vero. Forse da qualche parte, nei suoi pomeriggi a Monfalcone, quel ragazzino coi capelli spettinati e la maglia troppo grande immaginava di giocare in Nazionale. Ma lo faceva solo nei sogni. Fino al giorno in cui il sogno si è acceso. In un pullman, a Napoli. Con un messaggio.
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