Daniel Sannipoli, centrocampista della Cavese, ha raccontato a Mondo Blufoncé il suo percorso che lo ha portato a vestire la maglia biancoblù, ripercorrendo i sei mesi difficili che hanno preceduto il suo arrivo e condividendo le sue impressioni sul momento attuale della squadra.
Queste, come ripreso da TuttoCavese.com, le parole del calciatore: «Sono stati sei mesi lunghi per me. Quest'estate sono stato molto vicino a vestire la maglia della Cavese, ma purtroppo per anche per decisioni di allenatori passati ad Avellino non sono venuto prima. Volevo tornare a giocare dopo sei mesi di stop e lo volevo alla Cavese, squadra che mi aveva stuzzicato già in estate. È stata una settimana anomala, inusuale per noi calciatori. Ma il mister è stato bravo ad isolarci e a tenerci sempre sul pezzo perché non possiamo lasciare altri punti per strada, anche se non si sa se saranno validi o meno. Però noi dobbiamo andare a vincere e continuare come stiamo facendo, poi vedendo le ultime partite non mi è mai sembrato di rischiare di prendere gol in casa. Giugliano, Altamura e Picerno sono state tre partite identiche: dove abbiamo fatto la partita per 90 minuti e in due casi siamo stati sfortunati, invece, con il Giugliano se De Rosa impatta la palla sotto l'incrocio pareggiamo anche quella. Purtroppo, è un periodo che gira male, ma non dobbiamo mollare e restare sul pezzo».
«Non mi aspettavo un inizio così, anche perché sono rimasto fuori rosa per sei mesi. Ho giocato solo la prima di campionato, forse fisicamente mi aspettavo di stare peggio. È stato un impatto importante, non mi è mai successo di stare così tanto fuori, ho tanta voglia di giocare, quindi per me è un senso di liberazione che mi serviva. La cosa più evidente è che dobbiamo chiudere prima le partite, ogni partita abbiamo almeno 4-5 gol nitide, se non la butti dentro il calcio è così. Dobbiamo essere bravi a chiudere e nei minuti finali dobbiamo dare quel qualcosa in più per non prendere in gol. Sabato secondo me nell'ultimo angolo sono saliti in dieci e qualcosa lo abbiamo lasciato. Dobbiamo essere più concentrati e capire di più il pericolo e chiudere prima le partite».
«Per quanto riguarda il centrocampo Pezzella lo conosco benissimo, siamo grandi amici. Lui è un giocatore di un'altra categoria e secondo la C gli sta stretta. Vi posso dire che percepivo che Salvatore aveva tanta voglia e qualità che erano inespresse, Vitale è un giocatore forte e noi tre insieme abbiamo quelle qualità che possiamo interscambiare. Degli arbitraggi che dire: a Latina mancavano due rigori, ci manca qualcosa anche a livello arbitrale, è sotto gli occhi di tutti. La nostra forza è quella del pressing alto, fatto bene a chiudere gli spazi, io la prima partita che ho giocato qui mi ha impressionato questa cosa. Mi impressiona che tutta la squadra vada sui riferimenti, io nasco come mezz'ala e successivamente e ho giocato 34 partite da quinto a destra nonostante non l'avessi mai fatto, anche sabato negli ultimi minuti ho fatto il quinto a sinistra, la mia dote è quella dell'inserimento e di un buon pressing. L'approccio con la tifoseria? Bellissimo. Soprattutto la prima con il Giugliano, quando ci sono stati i black-out mi sono venuti i brividi. Ci seguono in tanti, peccato per le trasferte, quando giochi fuori casa si sente la mancanza dei tifosi».
«Io sono in prestito secco e ho ancora un anno di contratto ad Avellino, purtroppo non sono cose che dipendono da me. Mi sto trovando benissimo a Cava e non so cosa mi dirà il futuro. Verde non lo conoscevo, ci darà una grande mano. È un attaccante di struttura, fisico e di gran tiro. Avrà spazio sicuramente, per Chiricò lo conoscevo già da avversario e vederlo in squadra con me è tanta roba. Ha una qualità assoluta, si note quella voglia di giocare e ritornare a grandi livelli».
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