Nel contesto di un periodo particolarmente difficile per la squadra ferrarese, la tifoseria organizzata della SPAL ha annunciato una decisione significativa: dopo mesi di protesta, le bandiere e gli stendardi biancazzurri torneranno a sventolare allo stadio "Paolo Mazza".
La comunicazione è arrivata attraverso un messaggio diffuso dagli stessi gruppi ultras nella serata di mercoledì 19 febbraio, in vista dell'imminente anniversario che segna 51 anni di storia del movimento ultras nella città estense.
Una storia che parte da lontano
Il comunicato ripercorre le origini del movimento, radicandole nella stagione 1973/1974. In quel periodo, l'entusiasmo dei tifosi spallini era particolarmente elevato grazie al ritorno in Serie B, che aveva portato ad un incremento delle presenze allo stadio e favorito la formazione dei primi gruppi organizzati di giovani sostenitori.
La presidenza solida di Paolo Mazza, unita alla guida tecnica di Mario Caciagli e a un gruppo di calciatori fortemente motivati, aveva permesso alla squadra di superare un inizio di campionato altalenante, conquistando una serie di vittorie che l'avevano proiettata nelle zone alte della classifica.
Il momento cruciale che viene identificato come fondativo del movimento ultras ferrarese risale al 24 febbraio 1974. In occasione della trasferta a Parma, oltre mille tifosi ferraresi parteciparono a quello che viene descritto come "il primo esodo organizzato della tifoseria estense", viaggiando su un treno speciale e marciando compatti dalla stazione allo stadio.
Presente e futuro: un ritorno simbolico
La situazione attuale della SPAL viene descritta dagli ultras come "diametralmente opposta" a quella che favorì la nascita del tifo organizzato. Nel comunicato, i tifosi esprimono dure critiche verso la gestione societaria, parlando di "un presidente assente, una società di incapaci e un gruppo di giocatori cui nulla importa del glorioso stemma".
Il messaggio include anche una riflessione statistica sui 51 campionati disputati dalla nascita del movimento ultras: solo 3 stagioni in Serie A, 12 in Serie B, 35 in Serie C e 1 in Serie D. Tuttavia, gli ultras sottolineano come queste difficoltà non abbiano mai portato alla rassegnazione, ma abbiano piuttosto rafforzato l'orgoglio di una tifoseria che ha saputo trasformare i momenti di sconforto in "carburante per la propria anima".
La decisione e l'invito alla mobilitazione
Spinti dall'orgoglio e dalla volontà di celebrare "questa favola lunga 51 anni", gli ultras hanno annunciato la decisione di riportare i propri colori allo stadio a partire dalla partita contro il Campobasso. È importante sottolineare come questa scelta non rappresenti un cambio di posizione nei confronti della società e dei giocatori - verso i quali il dissenso proseguirà - ma derivi dalla volontà di non sacrificare ulteriormente "sull'altare della protesta" l'identità e l'anima del gruppo.
Per celebrare l'anniversario, la Curva Ovest allestirà una coreografia, invitando tutti i tifosi a occupare il settore con ampio anticipo per facilitarne la realizzazione. L'appello si estende all'intera tifoseria spallina, esortata a acquistare il biglietto e a riempire lo stadio, unendosi "con la propria voce ad un grido collettivo che riecheggia dal 1974, e che afferma che la gente come noi non molla mai!".
La cronologia della protesta
Il comunicato si conclude ricordando che l'ultima apparizione di striscioni e bandiere in curva risale al 29 settembre 2024, in occasione della partita d'andata contro la Virtus Entella. Nell'incontro casalingo successivo, era comparso lo striscione con la scritta "BASTA", diventato un elemento costante sia nelle partite al "Mazza" sia nelle trasferte degli ultimi mesi.
La decisione della Curva Ovest rappresenta quindi un momento significativo che, pur mantenendo viva la protesta contro l'attuale gestione societaria, riafferma il legame indissolubile tra la tifoseria e i colori biancazzurri, in un delicato equilibrio tra dissenso e appartenenza che caratterizza da sempre il mondo ultras.
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