Nel consueto appuntamento mattutino di A Tutta C, trasmesso su TMW Radio e Il 61, è intervenuto il presidente del Trapani, Valerio Antonini. Con la sua consueta franchezza, Antonini ha fatto il punto sul mercato granata e ha offerto una lucida analisi sulle sfide e le criticità che affliggono il sistema calcio italiano, evidenziando il divario con altre discipline come il basket.

La campagna acquisti del Trapani procede a ritmo serrato, con l'obiettivo di costruire una squadra non solo forte tecnicamente, ma anche solida sul piano umano. «Sì, l’esperienza dello scorso anno è stata molto formativa per me. Stavolta siamo andati a cercare non solo grandi giocatori, ma anche grandi uomini, cosa che forse è mancata la scorsa stagione», ha esordito Antonini. La lezione del passato ha portato a una chiara inversione di rotta, mettendo al centro del progetto un aspetto cruciale: «Abbiamo messo il gruppo al centro del progetto».

Le prime indicazioni dal ritiro sono estremamente positive, con una coesione palpabile tra i nuovi e i vecchi elementi: «Dal ritiro arrivano voci molto positive, si respira una grande unità d’intenti». L'obiettivo è ambizioso e diretto: «L’obiettivo è chiaro: fare un campionato importante e recuperare subito quegli otto punti per poi andare all’assalto». Antonini ha evidenziato l'arrivo di calciatori di spessore, molti dei quali abituati a vincere: «Manca ancora qualche elemento, ma abbiamo già inserito giocatori fortissimi, molti dei quali hanno già vinto campionati. Gente di qualità, soprattutto sul piano del carattere».

Un focus particolare è stato posto sull'aspetto fisico della rosa. Dopo le difficoltà della passata stagione, si è cercato di aumentare la robustezza della squadra, soprattutto in difesa. «Abbiamo aumentato anche la fisicità, soprattutto in difesa. Con l’arrivo di Pirrello, ad esempio, abbiamo alzato la statura media della retroguardia di quasi 20 centimetri», ha rivelato il presidente. Il mercato, però, non è fatto solo di acquisti; le uscite sono altrettanto vitali, nonostante le complessità: «Stiamo lavorando anche sulle uscite, che sono fondamentali, nonostante le difficoltà poste da alcuni procuratori – uno dei veri problemi di questo sport. Conto di completare la rosa entro fine luglio, così da essere pronti e compatti all'inizio del campionato».

La stagione precedente è stata un insegnamento prezioso per il Trapani, un "campanello d'allarme" che ha permesso di identificare e correggere gli errori. «Che abbiamo fatto tutto troppo in fretta. È stata una stagione frenetica, con tante scelte sbagliate. La squadra, seppur composta da buoni elementi, non aveva né capo né coda», ha ammesso Antonini. Gli errori principali individuati riguardavano la mancanza di fisicità e una difesa troppo esile: «fisicità assente, una difesa troppo bassa – l’ho detto più volte, sembrava fatta di nanetti. Ora invece abbiamo almeno 7 titolari sopra il metro e 90». Questa maggiore statura non incide solo sul piano fisico, ma anche su quello mentale, garantendo più sicurezza, specialmente contro avversari rocciosi.

Anche la struttura societaria è stata rafforzata, con il ritorno di Andrea Mussi a consolidare il settore sportivo. «Lavoriamo in sinergia, ognuno nel proprio ruolo, e remiamo tutti nella stessa direzione», ha rimarcato il presidente. La consapevolezza degli investimenti fatti è alta: «Questa squadra costa milioni, è un investimento importante e dobbiamo lavorare per vincere».

Cruciale, in questo nuovo inizio, è la fiducia nel tecnico Massimo Aronica. «Tantissimo», ha risposto Antonini riguardo all'importanza della fiducia nel mister. «Aronica è una persona eccezionale, ha un grande carattere, è ottimista come me ed è un uomo di valori. È anche l’unico dello staff con cui non abbiamo mai discusso di soldi: mi ha detto “scrivi tu la cifra sul contratto, per me va bene tutto"», ha raccontato Antonini, evidenziando la straordinaria lealtà e la dedizione del suo allenatore. «Questo ti fa capire che tipo di persona sia. Gli voglio bene, gli ho dato fiducia, e lui sa quanto conta. Sono certo che farà un grande campionato».

Antonini non si è sottratto a un'analisi sui potenziali rivali del prossimo campionato. «Sì, ma al momento vedo la Salernitana ancora incompleta», ha commentato riguardo alla squadra campana. Pur riconoscendo il lavoro del suo amico Faggiano, Antonini ritiene che manchino ancora molti tasselli. Il Catania si sta muovendo bene, con l'acquisto di Casasola definito «un grande colpo», ma per il presidente del Trapani nessuno è ancora completo come la sua squadra: «ma nessuno - ad oggi - è completo come noi. Siamo avanti rispetto a tutti, almeno sulla carta. Abbiamo definito i ruoli, chi resta, chi parte, chi è arrivato». Una curiosità è rivolta anche a Crotone e Cosenza, con il Crotone che, pur avendo ancora elementi forti, ha perso pedine importanti come Giron (passato al Trapani) e Vitale.

Il presidente Antonini ha poi toccato un nervo scoperto del calcio italiano: il ruolo di certi procuratori. Le sue parole sono dure e dirette, frutto di esperienze recenti come quella con Emmausso, che era quasi bloccato dal Trapani e che ha poi firmato improvvisamente con il Cerignola. «Purtroppo, quando parlo di certi procuratori che operano al limite della legalità, evidentemente a qualcuno mi riferisco. Questi personaggi sono la vera rovina di questo ambiente. E il problema più grave è che, spesso, non si rendono conto di danneggiare anche i loro stessi assistiti. Se fossero solo degli sprovveduti, sarebbe un problema minore. Ma il fatto è che la loro condotta incide direttamente sia sulla loro attività che su quella dei calciatori che rappresentano. Questo, a mio avviso, è l’aspetto più preoccupante di tutti».

Antonini ha quindi invocato un'urgente regolamentazione del ruolo dei procuratori, richiamando alla memoria il modello degli anni '70 e '80, quando «i primi a guadagnare erano le società sportive». La situazione attuale, con società che falliscono o navigano tra i debiti, è inaccettabile: «Considerare certe società di Serie C come professionistiche, quando di fatto lavorano con introiti praticamente nullici, è pura follia. Il risultato? Siamo tornati a una condizione peggiore di quella degli anni Ottanta. Perché oggi, se vai a vedere, gli unici a guadagnarci davvero da questo sistema sono i giocatori e i procuratori. Le società, invece, ci rimettono sempre. Questo non è più accettabile». Un sistema insostenibile che, se non corretto, porterà il calcio alla deriva, come sottolineato anche da De Laurentiis, cui Antonini ha dato pieno sostegno.

Riguardo alle esclusioni che hanno stravolto la classifica del Girone C lo scorso anno, e le situazioni simili che si prospettano per Triestina e Rimini, Antonini ha una proposta radicale per la riforma del campionato: «Sì, come ho scritto anche su X ieri: serve una riforma del campionato. Dobbiamo passare a un girone unico a 20 squadre - una sorta di Serie B2 - con le migliori società per storia, impianti, risultati e solidità finanziaria. Poi si crea una C a due gironi da 20 squadre, eliminando questa farsa delle Under 23 che di “under” hanno poco e nulla, piene di stranieri e giocatori di quarant'anni, che servono solo per far guadagnare con le tre o quattro società e non portano nessun profitto alla categoria. Perché se c'è Trapani-Juventus Next Gen, la gente non pensa che va a vedere la Juventus, sa che va a vedere la squadra Primavera 2 della Juventus, quindi non serve assolutamente a niente».

Il presidente del Trapani ha proseguito con le sue proposte, sostenendo che una «B2» con club storici come Vicenza, Perugia, Ternana, Catania, Trapani, Crotone, avrebbe un maggiore appeal per TV e sponsor. Ha poi affrontato il tema del Salary Cap: «non è possibile che giocatori guadagnino certe cifre in Serie C e non è possibile che i procuratori possano avere l'opportunità di spostare i giocatori durante l’anno per incassare una, due, tre commissioni, non è più sostenibile». La soluzione proposta? Una regolamentazione seria, con «un tetto massimo alle commissioni e stabilire che queste vengano pagate esclusivamente durante il periodo di effettiva attività contrattuale», proponendo una suddivisione in due tranche, legate alla permanenza del giocatore.

Infine, Antonini ha evidenziato l'urgenza di una riforma fiscale per la Serie C, prendendo a modello Spagna e Turchia, dove esistono regimi fiscali agevolati per le società sportive. «In Spagna, ad esempio, le imposte sono al 24% e non altissime come in Italia. Per capirci: se Cristiano Ronaldo gioca al Real Madrid e percepisce 10 milioni netti, il costo totale per la società è di circa 12 milioni. Se invece gioca in Italia, quel costo raddoppia e supera i 24 milioni. Questo non è sostenibile, e non è più giustificabile una tale disparità tra due Paesi che fanno entrambi parte dell’Unione Europea». Un disallineamento che produce effetti devastanti anche in Serie A, dove molte società sono gravate da debiti pesantissimi. «Se non si trovano soluzioni concrete e a breve termine, anche le società di Serie A, ma soprattutto quelle di Serie B e C, saranno sempre più in pericolo. Il rischio fallimento non è più un’eccezione, ma una minaccia costante».

Antonini ha concluso con una nota più positiva, raccontando la sua esperienza nel basket con il Trapani Shark. «Il basket mi ha sorpreso. Lo conoscevo da fuori, ora lo vivo dall’interno e ti dico: è uno sport straordinario. I giocatori di basket sono mediamente più seri e professionali rispetto a quelli del calcio, almeno per la mia esperienza». Sebbene ci sia una differenza di categoria, l'approccio degli atleti è diverso. La gestione dei cestisti è più complessa a livello fisico, ma l'ambiente è più sano: «Se dovessi scegliere uno sport per mio figlio, gli consiglierei senza dubbio il basket».

Nonostante il calcio goda di maggiore esposizione mediatica, Antonini ha rivelato un dato sorprendente: «Basta guardare ai numeri: la Serie A di basket ha diritti televisivi che vengono venduti praticamente agli stessi livelli della Serie C di calcio. Lo so bene, perché gestendo direttamente i conti mi rendo conto che gli introiti da diritti televisivi tra Serie A di basket e Serie C di calcio sono pressoché identici. Questo è un segnale evidente, che secondo me dovrebbe attirare la massima attenzione del Presidente Petrucci». Ha concluso sottolineando come, in termini di riempimento degli impianti, il basket sia in netta crescita, con le arene che, anche grazie al traino del Trapani Shark, hanno registrato tassi superiori al 90%, a riprova di una forte attenzione mediatica e di pubblico.

Sezione: Serie C / Data: Mer 23 luglio 2025 alle 17:45
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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