Ha ufficialmente assunto l’incarico di direttore dell’area tecnica dell’Acr Messina e, dopo mesi a lavorare dietro le quinte, Cosimo (Cocchino) D’Eboli è stato presentato dal club del presidente Pietro Sciotto. Proprio sull’incontro con il massimo dirigente si concentra il nuovo dirigente giallorosso: “Ho parlato per la prima volta con Sciotto in estate, tramite Pensabene e Leonardo che conoscevo dagli anni del calciomercato tramite Lo Monaco. Ho trovato un uomo(Sciotto) giù sul piano morale, pur essendo un leader nel suo settore. Abbiamo parlato a lungo e alla fine, quando aveva deciso di lasciare, siamo riusciti a convincerlo”.
Ed è così iniziata una nuova avventura targata Sciotto, ma con una partner campana: “La società è contestata ingiustamente per me – ha aggiunto D’Eboli -. Ma i risultati fanno la differenza e i tifosi hanno la legittimità di contestare il presidente. Io vengo da un incidente di percorso che ho subito, mi ritengo un uomo e ho pagato, pur essendo orgoglioso di me stesso, ma nel calcio le strette di mano sono bolle di sapone. Sono qua perché sono convinto che questa piazza, di cui parla tutta Italia, possa arrivare dov'è già stata”. È stato quindi il punto di unione tra i due gruppi: “Ero il consigliere di Bove e Del Regno e con Sciotto e Leonardo abbiamo cercato di mettere su carta il progetto, pur con tutte le incertezze sulla ripartenza del campionato. Oggi ho voluto io questo giorno, mi è stato chiesto un ruolo diverso, ma io sono persona umile e non mi sentivo di fare il direttore generale in una terra che non conosco, perché penso che ci voglia qualcuno del posto. Col tempo si vedrà”.
E D’Eboli ha anche annunciato un prossimo incontro tra le parti: “Stiamo aspettando che Bove e Del Regno vengano a Messina e ci riuniremo col presidente. Andremo avanti così fino a giugno, non ci conoscevamo e abbiamo fatto un matrimonio. Nel calcio ci sono tanti presidenti che vogliono fare soldi, invece Bove e Del Regno hanno messo mano al portafoglio e poi hanno parlato di cariche”.
Adesso è ufficiale anche quella del direttore dell’area tecnica, che si è soffermato sul capitolo mercato, da sempre seguito a distanza: “Fino al 27 settembre ero in naftalina, pur avendo al mio fianco Leonardo giorno e notte. Ci siamo sempre consultati, ma dal 27 sono stato sempre più presente e la presentazione è stata rimandata solo per la questione della pandemia. Abbiamo lavorato a stretto contatto con l'area tecnica, ma per evitare di entrare in situazioni che non mi ha appartengono ho preferito non farmi vedere più di tanto in ritiro o in campo. So di essermi preso delle responsabilità, abbiamo preso giocatori di mia conoscenza e abituati a vincere. Rinforzi? Saranno gli infortunati che dobbiamo recuperare, ma saremo pronti anche a intervenire se ci sarà necessità”. E le opportunità non mancano: “Chiamano procuratori e giocatori a iosa, ma ogni scelta viene fatta insieme al tecnico. Lui si prende le responsabilità di tutto e vi dico che Novelli è contentissimo dell'organico che abbiamo costruito. C'è qualcuno che ancora non ha dato tutto, almeno 4-5 unità e altri che hanno superato i limiti”.
La novità doveva essere Zaine ma alcuni intoppi hanno bloccato il tesseramento: “La situazione è complessa sul piano burocratico. È a Londra per capire se può trasformare il visto turistico in permesso di lavoro. Valuteremo nelle prossime 48 ore”, ha spiegato Leonardo, che ha messo in evidenza le nette differenze con il recente passato: “Negli anni scorsi è stato un problema di risultati che non arrivavano in relazione alle spese. Quello che ho visto a dicembre dell'anno scorso non ha precedenti, era una squadra che non poteva vincere e si è deciso di diminuire le spese. Oggi la società è più strutturata, Sciotto non è solo e ci sono tutti gli uomini giusti al posto giusto”. In attesa di un team manager, ruolo ricoperta da Gianni Anna nei primi mesi della stagione: “Non è una priorità, ha avuto problemi personali, ma dovremmo portare a termine il lavoro così fino a fine stagione. Valuteremo con la società e ci penseranno loro, ma stiamo bene così. Questa può essere la volta buona – ha aggiunto Leonardo - perché sembra che il vento sia cambiato, perché ci sono persone che conoscono il mondo del calcio e hanno già vinto il campionato. Non c'è la presenza di squadroni che spendono tanti soldi, ma i proclami non ci piacciono e vogliamo solo lavorare in campo. Con le competenze che ci sono, nulla è precluso”.
Entusiasta e convinto del lavoro fatto fin qui anche D’Eboli, che ha anche chiarito alcuni passaggi riguardanti i rapporti con Fabiani e il mercato: “Con lui sono stato capo scouting a Salerno ed è iniziato così il nostro rapporto, ma il Messina non è la squadra satellite di nessuno. L'incontro iniziale è stato tramite Leonardo e Pensabene – ha ribadito - ma Sciotto era talmente ferito che non voleva continuare. Dobbiamo rispettarlo, i due investitori sono entrati con il 30% e si sono comportati da messinesi acquisiti, ma sta al presidente lavorare sulle cariche e sulle percentuali societarie. Sciotto, per quello che ha speso, merita rispetto. Loro hanno tanto entusiasmo dettato anche dalla classifica e oggi dico al presidente di godersi il primato perché siamo sulla giusta strada. Manteniamo i piedi per terra perché il campionato è lungo e pieno di insidie”.
Infine, ultime battute su altri due aspetti, il terreno di gioco del “Franco Scoglio” e i tifosi. “Il campo – ha continuato il neo direttore – è in condizioni pessime e la proprietà, dopo la gara con il Paternò, ha concordato un intervento con la ditta, ma con il manto erboso che non respira mai e con due squadre che ci giocano non è una situazione facile. È una cosa che sta seguendo da vicino Pasquale e per come ci esprimiamo noi è fondamentale avere un bel manto erboso”.
I tifosi? “Quando li vedo in collinetta mi piange il cuore. Non so quanta gente ci sarebbe stata in questo momento, ma Messina può avere il dodicesimo uomo in campo. Mi auguro che questa pandemia scompaia e che a inizio marzo si riaprano gli stadi perché saranno loro il miglior rinforzo. Sto rivivendo le stesse sensazioni che vivevo in posti e in piazze meno importanti e per me è motivo di orgoglio anche avere tutti quei tifosi che mi osannano. Mi sento un leone che è uscito dalla gabbia, vivo per questa realtà e per me esiste solo Messina. Questa squadra sono uomini che sapevano già a cosa andavamo incontro prima di venire a Messina. Prima di farli firmare ho detto loro, al di là della qualità, che firma l'uomo. Sono state scelte ponderate sull'uomo che poteva sposare questo tipo di progetto”.
Autore: Redazione NotiziarioCalcio.com / Twitter: @NotiziarioC
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