La crisi del Messina, società calcistica storica ma ormai in grave difficoltà, sembra aver raggiunto un punto di non ritorno. Dopo anni di gestione fallimentare, culminati nel disastroso passaggio sotto AAD Invest, il club cerca disperatamente una via d'uscita per evitare il collasso definitivo. La speranza è quella di ridare dignità a una realtà sportiva che, negli ultimi otto anni, non è riuscita a costruire un progetto solido e lungimirante.

Al centro della tempesta c'è Pietro Sciotto, ex presidente e ancora socio al 20%, considerato il principale responsabile del disastro. La sua gestione, caratterizzata da sbalzi emozionali e decisioni operative disastrose, ha creato una frattura irreparabile con l'ambiente giallorosso. Il culmine è stato raggiunto con la cessione alla fiducia ria lussemburghese, un'operazione che ha portato al mancato pagamento di stipendi e contributi, a penalizzazioni e a uno stato di abbandono societario.

Eppure, nonostante tutto, Sciotto sembra ancora in gioco. Fonti vicine alla società riportano che starebbe tentando di risolvere la delicata situazione economica, cercando una strada per saldare almeno in parte i debiti sportivi e limitare le passività. Un'operazione che, però, sembra più legata agli ambiti giudiziari che a un reale piano di rilancio. La procura ha infatti richiesto l'avvio della liquidazione giudiziale, con un'udienza fissata per il prossimo 10 giugno.

La situazione sportiva, intanto, non è rosea. Il club è gravato da una penalizzazione di -14 punti per la prossima stagione, stabilita dal Tfn per le inadempienze del 2025. Una situazione che rende quasi impossibile trovare un subentro nella gestione sportiva. I prossimi sette giorni saranno decisivi per capire cosa ne sarà dell'Acr del 2017.

Sullo sfondo, restano le strade alternative per assicurare un futuro calcistico alla città. Tra le ipotesi, c'è il trasferimento di un titolo sportivo, come quello del Sant’Agata con richiesta di riammissione in Serie D. È invece da escludere un passaggio dalla Rosmarino, vociferato ma senza alcuna base concreta. Un'altra opzione potrebbe essere la nascita di una nuova realtà che possa partire, in deroga, dall'Eccellenza.

Il tempo stringe e le opzioni si riducono. La Acr è a un bivio: trovare una soluzione in extremis o affrontare la fine di un'era. La partita sul futuro è aperta, ma la posta in gioco è altissima.

Sezione: Serie D / Data: Mar 03 giugno 2025 alle 23:30
Autore: Massimo Poerio
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