Un lunedì pomeriggio carico di attesa e preoccupazione ha visto il presidente della Spal, Joe Tacopina, incontrare in videoconferenza i numerosi dipendenti del club.

L'obiettivo: fornire risposte concrete dopo l'amara notizia della mancata iscrizione in Serie C. Un monologo di poco più di mezz'ora, pronunciato in inglese e tradotto consecutivamente in italiano, ha permesso al proprietario di ribadire i concetti già espressi nel comunicato ufficiale di sabato 7 giugno, aggiungendo qualche dettaglio in più sulla delicata situazione.

Tacopina ha esordito chiedendo scusa ai presenti per la scarsità di comunicazioni precise nei tre giorni che hanno preceduto la riunione. Ha poi assicurato il massimo impegno per salvare quello che lui stesso ha definito un gruppo di persone che considera alla stregua di una famiglia, per la quale nutre una sincera preoccupazione. Nella lista delle persone per cui "non chiuderebbe occhio la notte" ha incluso anche i giovani del settore giovanile, le ragazze dell'Accademia Spal e i membri degli Specialissimi. Di contro, ha chiarito di non avere alcuna preoccupazione per la sorte dei calciatori della prima squadra.

Il ruolo degli investitori e i dubbi irrisolti

Tra gli aspetti più interessanti emersi dal suo intervento, spicca la sottolineatura sul ruolo che avrebbero dovuto giocare gli investitori già menzionati nella conferenza stampa del 27 aprile e nel comunicato più recente. Secondo la ricostruzione di Tacopina, gli ultimi mesi sono stati dedicati a un intenso lavoro per coinvolgere nuovi partner finanziari. L'impegno economico dello stesso avvocato e di Marcello Follano, infatti, avrebbe raggiunto il limite, con 22 milioni di euro immessi nelle casse societarie solo negli ultimi due anni.

Il presidente ha confermato quanto già comunicato, ovvero che un importante investitore avrebbe rinunciato a entrare nella compagine societaria. Le motivazioni addotte sarebbero i risultati sportivi deludenti della squadra e, in particolare, l'episodio del raid degli ultras al centro G.B. Fabbri, avvenuto lo scorso 15 febbraio. Tuttavia, rimangono alcune perplessità che il monologo non ha dissipato: perché, ad esempio, rifiutare offerte significative per Rao giunte a gennaio? E perché non si è raggiunto un accordo con il Torino per la clausola di rivendita di Gineitis? Infine, ci si chiede perché i due proprietari non abbiano manifestato pubblicamente la necessità di aiuto prima di ritrovarsi in una situazione così critica.

Il futuro tra i dilettanti: un percorso ad ostacoli

La parte più rilevante dell'intervento di Tacopina ha riguardato i propositi a breve termine. Il presidente ha chiesto ai lavoratori di avere ancora qualche giorno di pazienza, ribadendo la sua ferma intenzione di evitare in ogni modo il fallimento del club. L'obiettivo dichiarato è quello di iscrivere la Spal a un campionato dilettantistico, sia esso di Serie D o di Eccellenza. Questo percorso, ha spiegato, potrebbe avvenire anche attraverso l'acquisizione di un titolo sportivo di un'altra società o tramite una fusione.

Un cammino che si prospetta alquanto impervio, data la presenza di rigidi paletti regolamentari imposti da FIGC e LND per tali operazioni. Tuttavia, Tacopina ha manifestato la chiara intenzione di esplorare ogni possibile soluzione legale, affiancato dai professionisti che lo assistono, per garantire un futuro alla Spal, anche se in una dimensione differente rispetto a quella professionistica.

Sezione: Serie D / Data: Lun 09 giugno 2025 alle 21:00
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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