Piede educato e un viso incorniciato da una cascata di riccioli biondi. Edoardo Eleonori, ventenne mezzala forlivese, ha addolcito la pillola della sconfitta per i biancorossi nella passerella di fine campionato contro l'Imolese, ultimo atto prima della Poule Scudetto. Reduce dai festeggiamenti per la promozione del Forlì in Serie C, il giovane centrocampista si è raccontato in una lunga intervista al Resto del Carlino.
«Mamma mi aveva detto che avrei segnato: dedico il gol alla mia famiglia», esordisce Eleonori, spiegando il significato della sua prima rete stagionale. Una marcatura che ha allietato, seppur parzialmente, la domenica dei tifosi biancorossi, testimoni della battuta d'arresto contro i rossoblu.
Sull'esito dell'incontro con l'Imolese, il centrocampista ha un'analisi chiara: «Diciamo che, inconsciamente, abbiamo un po' abbassato la guardia, finendo per pagare dazio: il risultato parla chiaro». Una sconfitta che non preoccupa ma che serve da monito in vista della fase nazionale che attende i romagnoli.
A proposito della Poule Scudetto, Eleonori ha le idee ben definite sull'importanza di questa appendice stagionale: «Sicuramente non come una perdita di tempo, bensì come una bella opportunità, considerato che incontreremo squadre blasonate, di grandi tradizioni e con un seguito importante, che verosimilmente saranno inserite nel nostro girone l'anno prossimo, quindi le motivazioni non mancheranno. Né tantomeno la voglia di vincere».
Per il giovane calciatore cresciuto nel vivaio forlivese potrebbe essere l'occasione per guadagnare maggiore minutaggio: «Attualmente la squadra è priva di due centrocampisti, Gaiola e Campagna, entrambi infortunati. Per quanto mi riguarda, cerco sempre di farmi trovare pronto in caso di necessità».
Ripensando alla rete segnata contro l'Imolese, Eleonori rivela: «Tanta voglia di buttarla dentro e di riscatto. Quando ho visto quella palla sui piedi di Lilli, l'ho 'chiamata' perché avevo intuito che sarebbe stata una buona possibilità, poi l'ho scaricata in porta e il portiere non ci è arrivato».
La dedica del gol ha un sapore speciale: «Alla mia famiglia, presente al 'Morgagni'. Alla vigilia della partita, mamma mi aveva detto di applicare i tatuaggi per i bambini nel piede, sicura che avrei fatto gol; e infatti così è stato». Una premonizione che si è avverata, contribuendo a rendere questo momento ancora più significativo.
Nella stagione appena conclusa, il minutaggio di Eleonori è stato limitato: 184 minuti distribuiti su 10 presenze. Alla domanda se forse sarebbe stato meglio un altro prestito formativo, risponde con maturità: «Sin dall'inizio il Forlì puntava a vincere, per cui da parte mia c'era l'entusiasmo di far parte di un gruppo forte, pur sapendo che sarebbe stato difficile trovare spazio. Però vuoi mettere allenarsi con una squadra del genere? Certo, il minutaggio è stato scarno, comunque ho sempre dato il massimo e alla fine, tenuto conto della promozione e del gol, è andata bene così».
Durante il mercato invernale, il giovane centrocampista ha valutato l'ipotesi di cambiare aria: «No, sebbene abbia valutato l'opzione, visto che giocavo poco. Però il primo posto in classifica con la squadra nella quale sono cresciuto mi ha convinto a restare».
Per un giovane formatosi nel settore giovanile biancorosso, la promozione in Serie C ha un significato particolare: «L'ho sentita tanto, essendo cresciuto qui ed avendo frequentato lo stadio sin da bambino. Dopo tanti anni nei quali non si è mai riusciti a salire, far parte di questa impresa è stato un sogno».
Sul futuro, Eleonori preferisce non sbilanciarsi: «Ancora è prematuro parlarne, prima voglio terminare la stagione. Adesso sono concentrato sulla Poule Scudetto, poi ci confronteremo per capire il da farsi».
Una storia, quella di Edoardo Eleonori, che rappresenta perfettamente il valore aggiunto del settore giovanile per un club come il Forlì, capace di valorizzare i propri talenti anche nel momento della tanto attesa promozione tra i professionisti.
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