Il cammino del Mestre in Coppa Italia Serie D si è interrotto sul più bello, alle porte delle semifinali. La squadra lagunare ha abbandonato la competizione senza conoscere la sconfitta sul campo nei novanta minuti regolamentari, ma è stata tradita dalla lotteria dei calci di rigore, dove ha ceduto 5-4 dopo uno 0-0 che ha caratterizzato l'intera partita. Un'uscita di scena che lascia l'amaro in bocca, condita da episodi controversi e dalla conferma di una criticità che sta diventando sempre più evidente: la sterilità offensiva.
L'episodio che ha segnato la serata è arrivato nei minuti finali dell'incontro. Quando tutto sembrava ormai destinato ai supplementari o ai rigori, Corti ha trovato la rete che avrebbe regalato al Mestre il pass per la semifinale. L'esultanza, però, è durata pochi istanti: l'assistente arbitrale ha annullato il gol per una posizione di fuorigioco giudicata irregolare, una decisione millimetrica che ha fatto discutere e che inevitabilmente ha pesato sull'esito finale della sfida.
Nonostante l'evidente frustrazione per un verdetto così controverso, il tecnico Perticone ha scelto la strada della dignità e dell'autocritica, evitando polemiche sterili. Intercettato da Trivenetogol.it al termine della gara, l'allenatore ha tagliato corto: "Non parliamo dell'arbitraggio. Abbiamo fatto un percorso che ci ha portato fino a qui, volevamo passare il turno e non ci siamo riusciti. Siamo dispiaciuti, questa è la verità".
Al di là dell'eliminazione e dell'episodio del gol annullato, ciò che preoccupa maggiormente in casa Mestre è la prolungata astinenza dal gol. La squadra non trova la via della rete da diverse giornate, una situazione che rischia di compromettere non solo le ambizioni in coppa, ma anche il rendimento in campionato. Un attacco spuntato che non riesce a concretizzare le occasioni create e che sta diventando un problema strutturale per la formazione.
Perticone non ha nascosto le difficoltà e ha affrontato il tema con grande lucidità: "Dobbiamo essere più incisivi. Non possiamo pensare di non prendere gol per quattro partite e sperare di portare sempre a casa punti. Questo aspetto va assolutamente migliorato".
La porta inviolata per quattro incontri consecutivi potrebbe essere interpretata come un dato confortante, segno di una retroguardia organizzata e affidabile. Eppure, per il tecnico del Mestre questo non basta a compensare le carenze nella fase realizzativa. La solidità difensiva da sola non può garantire risultati se manca la capacità di far male agli avversari.
Quando gli è stato chiesto se riuscisse a individuare almeno un aspetto positivo nella prestazione della sua squadra, Perticone ha risposto con sincerità disarmante: "No, l'unica cosa davvero positiva di oggi è stata la curva. Anche nell'ultima partita cantavano 'Forza ragazzi'. Per il resto, rifletto. Nei momenti in cui speri di fare qualcosa di più e non ci riesci, devi capire che risposte ci sono. A parte il supporto dei tifosi, non vedo aspetti positivi".
Parole dure, che evidenziano il momento di difficoltà attraversato dalla squadra, ma anche il legame profondo con una tifoseria che continua a supportare i propri colori anche nelle serate più complicate. La curva del Mestre non ha smesso di incoraggiare i giocatori nemmeno quando l'eliminazione è diventata realtà, dimostrando un attaccamento che va oltre i risultati sul campo.
Nonostante l'amarezza del momento, Perticone ha lanciato un messaggio chiaro di resilienza e determinazione. Il percorso in Coppa Italia si è concluso, ma la stagione continua e c'è bisogno di ritrovare fiducia e convinzione: "Dobbiamo rimboccarci le maniche e andare avanti a lavorare. L'entusiasmo deve venire da tanti fattori… oggi ce l'hanno dato i tifosi, e non è poco. Ma dobbiamo ritrovarlo anche dentro di noi".
L'eliminazione, arrivata senza una vera e propria sconfitta ma con un episodio arbitrale discutibile e un rigore decisivo mancato, fotografa perfettamente la situazione attuale del Mestre: una formazione capace di tenere testa agli avversari per novanta minuti, solida nelle retrovie, ma ancora troppo debole nell'ultimo terzo di campo per competere ai massimi livelli.
La sfida ora è duplice: mantenere l'equilibrio difensivo che ha permesso di incassare zero gol in quattro partite consecutive e allo stesso tempo sbloccare un attacco che fatica a graffiare. Servono soluzioni rapide, maggiore cattiveria sotto porta e soprattutto la capacità di trasformare il lavoro settimanale in risultati concreti la domenica.
Il supporto della curva, che Perticone ha voluto sottolineare più volte, rappresenta una risorsa preziosa per ripartire. In un momento in cui scarseggiano le certezze tecniche, sapere di poter contare su una tifoseria così calorosa può fare la differenza nel ritrovare quella fiducia necessaria per invertire la rotta.
La stagione del Mestre prosegue ora esclusivamente in campionato, dove sarà fondamentale recuperare quella verve offensiva che sembra smarrita. Il tecnico ha già indicato la strada: lavoro, umiltà e autocritica. Solo così si potrà trasformare la delusione di questa eliminazione in uno stimolo per crescere e migliorare.
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