Il destino della Reggina continua a intrecciarsi indissolubilmente con quello del centro sportivo Sant'Agata. La storica struttura di via delle Industrie si conferma elemento cardine del progetto tecnico amaranto, tanto che anche per la prossima stagione tutto lascia presagire che il ritiro precampionato si svolgerà nuovamente in riva allo Stretto.
Una decisione che rispecchia una tradizione consolidata nel tempo, quando la Reggina militava anche in categorie superiori. La scelta di preparare la stagione nella propria "casa" piuttosto che in località montane rappresenta una filosofia che ha caratterizzato il club amaranto in diverse epoche, comprese quelle della Serie B.
Una struttura strategica ma dibattuta
La preferenza per il Sant'Agata come sede del ritiro suscita interrogativi tra coloro che sostengono l'utilità della preparazione in altura, ma trova la sua ratio in considerazioni di carattere pratico ed economico. La struttura offre infatti tutti i servizi necessari per una preparazione ottimale, garantendo al contempo un'gestione razionale delle risorse economiche, aspetto particolarmente rilevante per una società attenta al controllo dei costi.
Tuttavia, il rapporto tra la Reggina di Serie D e una struttura di tali dimensioni non è privo di complessità. Il centro sportivo appare infatti sovradimensionato rispetto alle esigenze immediate di un club dilettantistico, soprattutto considerando la necessità di interventi di ristrutturazione e ammodernamento in diverse aree della struttura.
La prospettiva di crescita del club, però, rende questo asset strategico fondamentale per il futuro. Il Sant'Agata rappresenta un simbolo che nel corso degli anni ha creato un legame inscindibile con la realtà amaranto, costituendo un elemento distintivo dell'identità societaria.
Il progetto di riqualificazione
Attualmente la Reggina gestisce solo una porzione del complesso in regime di concessione, ma l'obiettivo è ottenere la disponibilità integrale della struttura attraverso un rapporto contrattuale a lungo termine. Il percorso verso questo traguardo ha registrato sviluppi significativi negli ultimi mesi.
Nel maggio 2024, la Città Metropolitana ha ricevuto un'unica manifestazione d'interesse per la valorizzazione del centro sportivo Sant'Agata. Il club amaranto, supportato dalla società specializzata Soseteg, ha presentato un progetto dettagliato di riqualificazione della struttura.
Gli interventi previsti spaziano dall'efficientamento energetico all'eliminazione delle barriere architettoniche, dalla sistemazione al ripristino di tutti i campi da gioco. Un piano complessivo che mira a trasformare il Sant'Agata in una struttura all'avanguardia, in grado di rispondere alle esigenze di un calcio moderno.
Verso la gara d'appalto
Il settembre 2024 ha segnato una tappa importante del percorso, con l'arrivo del parere positivo della Metrocity alla proposta del club amaranto. Il progetto complessivo prevede un investimento di circa tre milioni di euro, cifra che testimonia l'ambizione e la serietà dell'iniziativa. L'intervento non si limiterà ai campi da gioco, ma coinvolgerà anche i corpi di fabbrica, configurandosi come una riqualificazione integrale del complesso.
La proposta sarà ora oggetto di una gara d'appalto pubblica, ma la Reggina potrà beneficiare di una sorta di prelazione. In qualità di soggetto proponente, il club avrà infatti la possibilità di pareggiare eventuali offerte di terzi, mantenendo così un vantaggio competitivo nel processo di assegnazione.
L'attesa per la pubblicazione del bando si sta riducendo, e questa procedura è destinata a diventare una delle priorità immediate per la dirigenza amaranto. La tempistica appare favorevole per concretizzare un progetto che rappresenterebbe una svolta strategica per il futuro del club.
Un investimento per il domani
Per una società come la Reggina, che ha fatto della valorizzazione delle proprie risorse e dello sviluppo del settore giovanile i pilastri della propria strategia, disporre a lungo termine di una struttura come il Sant'Agata rappresenterebbe un vantaggio competitivo fondamentale.
Il centro sportivo non costituirebbe solo una base logistica per le attività della prima squadra, ma si configurerebbe come il cuore pulsante di un progetto di crescita che abbraccia tutte le categorie e fasce d'età. Una visione ambiziosa che presuppone però il raggiungimento di un obiettivo sportivo altrettanto ambizioso: l'uscita dalla Serie D nel minor tempo possibile.
Solo attraverso la promozione in categorie superiori, infatti, il rapporto costi-benefici di una struttura di tali dimensioni troverebbe la sua piena giustificazione economica, trasformando quello che oggi potrebbe apparire come un investimento sproporzionato in una scelta strategica vincente per il futuro amaranto.
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