Il calcio cileno deve fare i conti con una realtà amara: per il terzo torneo mondiale consecutivo, la nazionale non sarà presente alla fase finale. La sconfitta per 2-0 subita contro la Bolivia ha rappresentato il colpo di grazia per le ambizioni della Roja, che si ritrova matematicamente eliminata dalle qualificazioni sudamericane per i Mondiali del 2026.
La débâcle sportiva ha avuto immediate conseguenze a livello dirigenziale. La Federazione cilena ha infatti comunicato l'esonero del commissario tecnico Ricardo Gareca, sollevato dall'incarico dopo appena undici mesi alla guida della selezione nazionale.
Un cammino qualificatorio drammatico
I numeri del percorso qualificatorio cileno parlano chiaro e descrivono una campagna fallimentare sotto ogni aspetto. Con soli 10 punti conquistati in 16 incontri disputati, il Cile si è ritrovato ad essere la prima squadra sudamericana ufficialmente esclusa dalla corsa verso la rassegna iridata nordamericana.
Il confronto di ieri sera contro la Bolivia ha rappresentato l'ultima chiamata per mantenere vive le speranze di accesso almeno agli spareggi intercontinentali. Tuttavia, la sconfitta casalinga ha spento definitivamente ogni velleità di partecipazione al torneo mondiale, confermando una crisi tecnica e di risultati che si protrae ormai da diversi anni.
Le dichiarazioni del presidente federale
Pablo Milad, presidente della Federazione calcistica cilena, ha spiegato le ragioni che hanno portato alla decisione di interrompere il rapporto con il tecnico argentino. "Era il miglior allenatore sul mercato e non ha funzionato", ha dichiarato il dirigente, sintetizzando la delusione per un investimento che non ha prodotto i risultati sperati.
Guardando al futuro, Milad ha delineato la strategia per individuare il successore: "Ora dobbiamo avere l'illusione di portare un tecnico che ci qualifichi. Con consulenti esterni cercheremo la migliore opzione. Abbiamo un direttore delle selezioni, ora formeremo una commissione, con consulenti esterni, per valutare quale sarebbe la scelta migliore".
L'analisi delle cause del fallimento
Interrogato sui motivi specifici che hanno determinato l'esonero di Gareca, il presidente federale ha fornito un'analisi dettagliata delle problematiche emerse: "È una questione di rendimento, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Non siamo riusciti a stabilire un gioco solido, non abbiamo vinto quelle partite che storicamente erano alla nostra portata".
Milad ha inoltre evidenziato l'aspetto generazionale come elemento di speranza per il futuro: "Arrivano giovani giocatori, con grande proiezione, che sicuramente saranno fondamentali per il processo verso il Mondiale del 2030".
Il bilancio dell'era Gareca
L'avventura del sessantasettenne allenatore argentino alla guida della nazionale cilena si conclude con un bilancio decisamente negativo. Insediatosi nel gennaio 2024, Gareca lascia dopo aver collezionato una sola vittoria in tredici partite ufficiali, a fronte di otto sconfitte e quattro pareggi.
Questo rendimento ha rappresentato una delle pagine più buie della storia recente del calcio cileno, che negli anni passati aveva saputo raggiungere traguardi prestigiosi come la conquista di due edizioni consecutive della Copa América nel 2015 e 2016.
Una crisi che si protrae nel tempo
L'esclusione dai Mondiali 2026 segna il terzo appuntamento mondiale consecutivo mancato dalla selezione cilena, dopo le assenze dalle edizioni di Russia 2018 e Qatar 2022. Questa sequenza negativa evidenzia una crisi strutturale che va oltre le responsabilità di un singolo allenatore.
Il calcio cileno si trova ora di fronte alla necessità di una ricostruzione profonda, che dovrà partire dall'identificazione di un progetto tecnico credibile e dalla valorizzazione delle nuove generazioni di calciatori. L'obiettivo dichiarato è quello di tornare competitivi in vista delle qualificazioni per i Mondiali del 2030, che vedranno coinvolti come organizzatori Argentina, Paraguay e Uruguay.
Le prospettive future
La ricerca del nuovo commissario tecnico rappresenterà un passaggio cruciale per il rilancio della nazionale cilena. La Federazione ha annunciato l'intenzione di affidarsi a consulenti esterni per individuare il profilo più adatto, segno della volontà di non ripetere gli errori del passato.
L'esclusione dai Mondiali 2026 dovrà servire da lezione per una federazione che ora deve guardare con realismo alle proprie possibilità, puntando su un progetto a lungo termine che possa riportare il Cile ai livelli di eccellenza raggiunti nel decennio scorso.
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