Il primato in classifica del Vicenza non è solo una questione di numeri e statistiche, ma il riflesso di un cambio di mentalità che sta coinvolgendo l'intero ambiente biancorosso. Durante la Charity Dinner organizzata in OTB, il patron Renzo Rosso ha tracciato un bilancio estremamente positivo, non risparmiando però critiche feroci a certi aspetti strutturali del campionato di Serie C, che a suo dire limitano la crescita del calcio professionistico.
L’entusiasmo per l’attuale rendimento della squadra è evidente nelle parole dell’imprenditore, che mette a confronto questa stagione con i suoi lunghi trascorsi nel mondo del pallone: «Le cose stanno procedendo per il verso giusto. Per me è un periodo davvero particolare, considerando che frequento questo mondo da moltissimo tempo. Tra i ventidue anni trascorsi a Bassano e i sette qui a Vicenza, è la prima volta che mi trovo in testa alla classifica con un distacco così importante sulla seconda posizione. Ovviamente nel calcio bisogna essere cauti perché ne abbiamo viste di tutti i colori, ma per ora la direzione è quella corretta e ci auguriamo di proseguire così».
Rosso ha poi voluto marcare la differenza tra l'attuale gestione e quelle passate, individuando nella coesione del gruppo la vera arma in più: «Siamo stati in vetta anche l’anno scorso e nell'anno condizionato dal Covid, quindi non è una novità assoluta, ma questa volta la sensazione è più bella. Si percepisce un’energia diversa, una dinamicità nuova. C’è un vero team in cui tutti lottano l’uno per l’altro; abbiamo eliminato quel divismo che, forse, nella scorsa stagione aveva condizionato un po’ l'ambiente. In questo, il merito va al nostro allenatore: è stato straordinario nel creare questa armonia, facendo sentire ognuno parte integrante del progetto e sapendo gestire le rotazioni con intelligenza a seconda delle necessità del campo».
Tuttavia, il patron del Lane non ha nascosto il suo disappunto per il contesto in cui spesso la squadra è costretta a operare durante le trasferte, lanciando un messaggio forte ai vertici del calcio italiano: «Devo ammettere che venire al Menti è meraviglioso, mentre mi fa veramente incazzare andare a giocare fuori casa su certi campi di patate, circondati dai condomini. Credo sia necessario intervenire sulle regole: intendo confrontarmi con il Presidente della Lega perché per partecipare a certi campionati bisognerebbe avere requisiti minimi, come rappresentare una città, avere uno stadio dignitoso e un pubblico al seguito. Vedere squadre ospiti che arrivano con cinque o dieci tifosi non è il calcio che intendo io». Secondo Rosso, queste realtà finiscono per danneggiare chi investe seriamente: «Queste compagini, che io definisco da patronato, bruciano tutte le risorse in poche stagioni e riescono a ostacolare chi invece crede nel calcio come progetto globale».
Il progetto globale del Vicenza, infatti, affonda le radici in un settore giovanile d'eccellenza che sta iniziando a dare frutti preziosi: «Siamo orgogliosi del nostro lavoro: seguiamo quattromila ragazzi e collaboriamo con tantissime piccole realtà del territorio, offrendo formazione culturale anche ai loro tecnici. Oggi vantiamo sette calciatori del nostro vivaio nelle nazionali; domenica scorsa il gol vittoria è stato siglato proprio da uno di loro. Vedere un giovane del posto, un "boccetta" come diciamo noi in Veneto, che segna è grandioso. Abbiamo talenti come Broggian che sono dei veri fenomeni. Vedere cosa sta nascendo grazie alla nostra cultura e alla nostra educazione è la soddisfazione più grande di tutte».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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