Il dibattito sulla piaga della pirateria audiovisiva, nota con il termine gergale di "pezzotto", torna al centro dell’attenzione mediatica con un intervento risoluto del Ministro dello Sport, Andrea Abodi. Il Ministro ha ribadito con forza la natura criminale di tale pratica, sottolineando i danni che essa arreca non solo all'economia dello sport, ma all'intero sistema economico legale.

Abodi ha voluto evidenziare come l'acquisto illecito di contenuti non sia una semplice "bravata", come potrebbe sembrare a un occhio inesperto, ma un vero e proprio crimine. L’ex manager ha raccontato un aneddoto personale per dimostrare la sua ferma convinzione: «È successo anche a mio figlio di provare, e gli ho spiegato che non è soltanto togliere i soldi al calcio».

Il Ministro ha insistito sul ruolo educativo e sulla mancanza di consapevolezza diffusa riguardo alla gravità del gesto. «Da padre – ha sottolineato Abodi – gli ho spiegato che non è una bravata e quindi bisogna essere consapevoli di questo. Secondo me ancora non c’è questa consapevolezza». L'atto di procurarsi illegalmente un evento sportivo, un film o un abbonamento televisivo è, nella sostanza, un atto criminale che richiede una piena assunzione di responsabilità.

Intervenendo nel corso di Sky TG24 Live in Roma, Andrea Abodi ha chiarito senza mezzi termini la sua posizione in merito ai diritti televisivi e alla pirateria. La sua analisi è cruda e diretta: «Dobbiamo avere la consapevolezza che acquistare illecitamente un biglietto televisivo o di una piattaforma per un evento o per un film è dare un aiuto all’economia criminale e quindi bisogna avere la consapevolezza che si diventa complici dei criminali».

Questa complicità, ha spiegato il Ministro, ha una duplice ricaduta negativa: in primo luogo «si danneggia lo sport» stesso, privandolo delle risorse vitali garantite dai diritti legittimi.

Nel suo intervento, Abodi ha anche preannunciato un potenziale, significativo inasprimento nella lotta contro coloro che cercano di fruire dei contenuti televisivi in modo clandestino per risparmiare sugli abbonamenti. Il Ministro ha lanciato un avvertimento che ha il sapore di un annuncio operativo: «Tra un po’ i nomi dei soggetti che compreranno il biglietto illegale credo che potranno anche essere pubblicati».

Abodi ha giustificato questa potenziale mossa con l'argomento che la gravità del gesto supera le normali cautele sulla riservatezza: «Al di là della privacy è un reato e quindi io mi auguro che si capisca che forse è meglio spendere qualche euro in più ed evitare di incorrere in qualche problema».

Attualmente, chi commette questo tipo di pirateria è soggetto a una multa, ma la Lega Serie A si batte da anni contro il fenomeno e, parallelamente alle azioni legali, anche piattaforme come DAZN si stanno preparando a richiedere un risarcimento danni in sede civile, segnando un nuovo fronte nella guerra contro l'illegalità audiovisiva.

Sezione: Serie D / Data: Sab 18 ottobre 2025 alle 13:38
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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