Il tecnico del Perugia, Piero Braglia, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro il Pineto, valida per la decima giornata di campionato. Il mister non ha nascosto la sua profonda delusione per i risultati che non arrivano e ha lanciato un accorato appello all'orgoglio della squadra, chiedendo una svolta immediata.
L'allenatore ha esordito con una nota sarcastica, preferendo non fare previsioni dopo quanto visto durante la settimana: «Ho sempre visto qualcosa di buono nelle mie settimane qui, poi però la domenica niente, quindi è meglio che sto zitto». Nonostante ciò, ha riconosciuto l'impegno quotidiano dei giocatori, ma ha sottolineato l'assoluta necessità di fare risultati: «I ragazzi lavorano bene, poi però come sempre dobbiamo dare il massimo di noi e cercare di portare a casa i risultati perché perdere sei gare di seguito al Perugia non esiste».
Il tecnico ha invocato una reazione interiore, un cambio di mentalità che si rifletta sul campo. L'assenza di nervosismo e combattività è un segnale inquietante: «Ci deve scattare qualcosa dentro. Non esiste una partita che tu perdi e non prendi un giallo! L’ho detto ai ragazzi. Io mi prendo le mie responsabilità ma dobbiamo metterci tutti qualcosa in più». L'appello si rivolge direttamente all'amor proprio: «È arrivato il tempo di dimostrare che non siamo questi. Mi appello all’orgoglio di questi ragazzi».
L'allenatore ha anche espresso apprezzamento per la presa di posizione dei tifosi: «Abbiamo apprezzato il comunicato dei tifosi. Ha unito le persone attorno a questa squadra».
Braglia ha ammesso di aver maturato una sua idea sul problema che affligge il Grifo, pur scegliendo di tenerla per sé. Il divario tra gli allenamenti e la partita è enorme.
«Parlano i risultati. Se tu guardi gli allenamenti, diresti che questa è una squadra che viaggia. Poi però in campo la domenica non si vede niente», ha detto il mister. Il problema è evidentemente di natura psicologica: «Addirittura si provano delle cose sui corner e poi si fa il contrario. C’è un qualcosa che li blocca o che li impaurisce».
La frustrazione è legata all'assenza di grinta e personalità: «Pretendo di dare il meglio di me stesso e pretendo che lo dia anche la squadra. Io voglio vedere l’anima di questa squadra che finora è andata al minimo». I numeri negativi confermano i dubbi del tecnico: «Contrasti vinti pochissimi, zero ammonizioni. Qualche dubbio me lo creo. Le aspettative le stiamo toppando tutte».
La soluzione, secondo Braglia, va cercata nella sfera emotiva e caratteriale: «A calcio oltre che con la tecnica o la tattica si gioca col cuore, coi nervi, con le motivazioni. Da quello che vedo mi aspetto una svolta ogni giornata. Se non sarà così staremo a vedere. Non nascondo la testa sotto la sabbia». L'allenatore ha confermato di aver affrontato l'argomento con i giocatori: «I giocatori sanno tutto. Anche ieri gliene ho parlato in campo».
Riguardo l'avversario di domani, il Pineto, Braglia ha riconosciuto il loro valore, invitando a non considerarli più una matricola: «Hanno delle idee ben precise, stanno facendo bene. Lavorano insieme da un anno, da quando è arrivato Tisci. Non sono più una matricola, hanno entusiasmo. Dobbiamo fare una grande partita se vogliamo portare a casa il risultato. Le chiacchiere sono finite per tutti. Bisogna fare i risultati».
Sul fronte infortunati, Braglia ha dovuto rinunciare a Matos, Dell’Orco e Bacchin. È un segnale positivo, invece, la disponibilità di Angella: «Ha preso una botta alla caviglia ma viene con noi e sono contento di questo. Riccardi sta bene e dovrebbe iniziare la gara dall’inizio».
Le scelte tattiche del tecnico sono volte a creare una squadra "tosta" e adatta alla categoria. L'ultima variazione non ha funzionato: «Domenica ho scelto di giocare con tre sotto punta ma poi alla fine non abbiamo prodotto grandi occasioni, a parte i primi 20 minuti. Poi alla prima difficoltà ci siamo sgonfiati». La mancanza di fiducia è comprensibile, ma non giustificabile: «Bisogna anche capire che bisogna darsi una svegliata da subito. Nessuno ci chiede cose impossibili, ma di fare il nostro lavoro e dimostrare di essere capaci di farlo».
Infine, parlando di Joselito, Braglia ha specificato le sue richieste: «Gli ho spiegato quello che voglio da lui, meno tocchi, meno suole. Qui le porte sono aperte per tutti ma faccio gli interessi della squadra». Braglia ha anche elogiato alcuni giovani: «Rondolini? Ho rischiato io. Non giocava nemmeno in Primavera. È un ragazzo di prospettiva per il Perugia, come ce ne sono altri, come Perugini. Mi piacciono anche Calzoni e Ciani».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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