Nel panorama calcistico italiano esiste una figura che, lontano dai riflettori della Serie A, ha costruito un impero di vittorie nel calcio dilettantistico. Francesco Farina, tecnico casertano che compirà 58 anni a luglio, ha recentemente aggiunto un altro prestigioso trofeo alla sua già ricca bacheca: il nono campionato di Eccellenza, conquistato alla guida dell'Heraclea, formazione di Candela, in provincia di Foggia.
L'impresa sportiva appena compiuta rappresenta il quindicesimo trofeo nella carriera di questo allenatore che incarna perfettamente quei valori di leadership e gestione umana che anche Sir Alex Ferguson considerava fondamentali per un tecnico vincente.
«Quando sono stato chiamato – racconta Farina in una intervista concessa al quotidiano Il Mattino – la squadra era quinta, c'era la corazzata Battipagliese da battere. Con il mio arrivo i ragazzi hanno cambiato marcia e con 14 vittorie e due pareggi siamo arrivati primi in campionato, con due punti in più della Battipagliese».
Il valore dell'impresa si amplifica considerando le dimensioni del comune pugliese: portare la Serie D in un centro di appena 2500 abitanti rappresenta un'autentica prodezza. Tuttavia, lo stesso Farina ricorda con orgoglio di detenere un record ancora più sorprendente: «Ho condotto in Serie D la squadra di un paesino molisano di appena 400 persone, il Vastogirardi». Con un sorriso aggiunge: «Inizio a fare fatica a trovare spazio ai tanti trofei, ma ne troverò sempre per aggiungerne altri».
Da giocatore mancato a tecnico di successo
Il percorso professionale di Farina inizia da un sogno infranto. Promettente difensore versatile, vede la sua carriera da calciatore interrompersi bruscamente a causa di un grave infortunio. È proprio da questa battuta d'arresto che nasce la vocazione per la panchina.
I primi passi da allenatore li muove nella sua Caserta, guidando i giovani del settore giovanile della Casertana, squadra a cui è profondamente legato. Dopo aver percorso tutta la trafila, arriva a sedere sulla panchina della prima squadra in Serie D, prima di intraprendere un lungo viaggio attraverso numerosi club dilettantistici.
Il suo primo trionfo in Eccellenza risale a circa 25 anni fa con il Marcianise. Da lì, una serie impressionante di successi: vittorie nei campionati con Campobasso (in due occasioni), Bojano, Cerignola, Vastogirardi, Barletta, Sarnese e, ora, Heraclea. Il suo palmarès si arricchisce ulteriormente con quattro Coppe Italia regionali e, soprattutto, due Coppe Italia nazionali conquistate con Campobasso e Barletta – un'impresa che lo rende, ad oggi, l'unico allenatore italiano ad aver centrato questo doppio successo.
Formazione continua e filosofia calcistica
Farina attribuisce gran parte della sua formazione a due figure chiave: «Tobia era un vincente, l'ho capito dalla sua grande capacità di gestire il gruppo. Da mio cugino Gianfranco ho ereditato la serietà, la meticolosità e la puntualità sul lavoro», spiega l'allenatore.
La sua carriera è caratterizzata da una costante ricerca di miglioramento e da una curiosità inesauribile verso nuove metodologie. Un momento fondamentale del suo percorso formativo è stato l'incontro con Arrigo Sacchi a Coverciano, dove ha potuto approfondire il pensiero di uno dei più innovativi allenatori italiani. Nel 1991, inoltre, ha trascorso alcune settimane ad Amsterdam per studiare da vicino i metodi di lavoro di Louis Van Gaal, allora all'Ajax – un'esperienza che ha contribuito significativamente alla sua crescita professionale.
In oltre 800 panchine tra Eccellenza e Serie D, Farina ha adottato vari moduli tattici, pur mantenendo sempre saldi i suoi principi di gioco. «Sono importanti i principi del gioco del calcio. Oggi ci si allena curando molto la ripartenza dal basso, il coinvolgimento del portiere, io invece dico che un bravo allenatore è quello che sa lavorare bene negli ultimi trenta metri del campo, con l'intento di trovare gli spazi giusti per andare a rete».
Nonostante possieda il patentino UEFA Pro da dieci anni – la massima qualifica per un allenatore – Farina non ha mai avuto l'opportunità di misurarsi nel calcio professionistico. Una circostanza che, tuttavia, non sembra rappresentare per lui un motivo di rammarico, considerando i numerosi successi ottenuti e la soddisfazione di aver lasciato un'impronta significativa in tante piccole realtà calcistiche italiane.
La storia di Francesco Farina dimostra come il talento, la dedizione e la competenza possano portare a risultati straordinari anche lontano dai palcoscenici più celebri, confermando che la grandezza di un allenatore non si misura solo dalle categorie in cui opera, ma dalla capacità di lasciare un segno indelebile ovunque il suo cammino lo conduca.
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