A Messina, l'attenzione della città e della tifoseria non è rivolta al rettangolo di gioco, bensì all'aula del tribunale fallimentare. La sorte dell'Acr Messina è nelle mani della Doadi srls, e l'attesa per la decisione dei giudici sul futuro del ramo sportivo del club è snervante.

Nonostante l'ennesima proroga concessa, il "gruppo Peditto" è stato nuovamente invitato a integrare la documentazione presentata, un segnale che evidenzia le persistenti perplessità dei giudici Monforte, Rando e Brecciaroli. Queste riserve sono condivise anche dal commissario giudiziale Maria Di Rienzo e dal consulente tecnico-contabile Corrado Taormina, che ritengono le garanzie economiche finora fornite assolutamente insufficienti.

La paura di un triste ritorno al passato

Sebbene formalmente le possibilità non siano ancora esaurite, le probabilità di un esito positivo sembrano ridotte al lumicino. Nel frattempo, la tensione tra i tifosi è palpabile e il timore che la squadra non si presenti alla trasferta di Lamezia per il preliminare di Coppa Italia di domenica è sempre più concreto. Un'eventuale rinuncia alla partita sarebbe un colpo durissimo, che rievocherebbe un'amara pagina di storia del club: la mancata partecipazione alla partita di Acireale di otto anni fa, quando la squadra era sotto la gestione di Pietro Sciotto. Questo doloroso parallelismo non fa altro che sottolineare il vicolo cieco in cui il Messina sembra trovarsi.

Le alternative sul tavolo e il rischio di un ridimensionamento

Mentre il destino del club resta incerto, si valutano già alcune ipotesi alternative. La Società Cooperativa Messina ha preparato un piano d'emergenza, con l'obiettivo di garantire almeno l'inizio della stagione sportiva. Questo piano prevedrebbe che le spese iniziali fossero sostenute dalla proprietà attuale, con la nomina di un consulente incaricato di trovare un acquirente entro la fine del 2025. Tale progetto è strettamente collegato all'approvazione del piano concordatario, previsto per il prossimo autunno.

Il quadro che si delinea è tutt'altro che rassicurante. In caso di mancato accordo, il Messina rischierebbe di affrontare il prossimo campionato di Serie D con una pesante penalizzazione di 14 punti, senza una squadra competitiva e con un organico dirigenziale e tecnico incompleto. Le ambizioni sportive verrebbero completamente accantonate, lasciando spazio solo alla necessità di sopravvivenza economica. La preoccupante prospettiva è che l'Acr, un tempo simbolo del calcio cittadino, diventi nient'altro che un semplice asset societario, schiacciato da continui rinvii e scartoffie giudiziarie.

Sezione: Serie D / Data: Lun 18 agosto 2025 alle 10:39
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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