Guglielmo Mignani rappresenta senza dubbio il volto più riconoscibile e ambito della Pianese. Non potrebbe essere altrimenti per un giocatore che in due stagioni ha realizzato una quantità impressionante di reti, trascinando le zebrette prima alla promozione in Serie C, poi fino ai play-off per l'accesso in Serie B. Un percorso straordinario che ha reso l'attaccante il simbolo della crescita del club di Piancastagnaio.
Il legame tra Mignani e la realtà toscana va oltre i numeri e le statistiche, toccando le corde più profonde dell'appartenenza. Qualunque sarà il suo destino professionale, il bomber porterà sempre nel cuore le emozioni e le soddisfazioni vissute in maglia bianconera, come lui stesso ha avuto modo di sottolineare ripercorrendo l'ultima stagione.
"È stato un anno bellissimo, meraviglioso. Siamo partiti un po' in sordina, ma abbiamo capito presto che avremmo potuto costruire qualcosa di speciale. Ci abbiamo creduto e siamo arrivati fino al secondo turno degli spareggi, battuti dal Pescara che ora ha quasi un piede in Serie B. Anche dal punto di vista personale è stata un'annata incredibile, ma il merito è anche dei miei compagni, dei due allenatori e delle persone che mi sono state vicine", racconta l'attaccante in una intervista pubblicata dal quotidiano La Nazione.
La stagione della Pianese si è conclusa con l'amarezza dell'eliminazione dai play-off, ma ha lasciato in eredità ricordi indelebili e la consapevolezza di aver sfiorato un traguardo storico. Per Mignani, protagonista assoluto di questa cavalcata, alcuni momenti rimarranno per sempre impressi nella memoria.
"Il gol a cui sono più legato è il primo, il primo tra i professionisti, lo avevo sempre sognato. Il più bello in assoluto credo sia stato il pallonetto al portiere, realizzato a Pontedera", confessa il bomber, evidenziando come certi traguardi abbiano un valore che va oltre la loro importanza tecnica o tattica.
Il rapporto speciale con Piancastagnaio emerge chiaramente dalle parole del giocatore, che non nasconde quanto questo territorio gli abbia dato dal punto di vista umano e professionale. Un legame che trascende la dimensione puramente calcistica per abbracciare aspetti più profondi.
"Sapete quanto tenga a Piancastagnaio, un posto meraviglioso che mi ha dato fiducia. Anche ieri sera avete potuto toccare con mano l'affetto che le persone mi hanno dato", aggiunge Mignani, sottolineando come il calore della comunità locale rappresenti un elemento fondamentale della sua esperienza in bianconero.
Proprio questa forte connessione emotiva rende particolarmente delicata la questione del futuro. Mignani si trova infatti nel pieno della sua carriera e deve bilanciare le aspirazioni professionali con i sentimenti che lo legano alla Pianese e al monte Amiata.
La situazione contrattuale offre margini di manovra: "Ho un altro anno di contratto e a quello che succederà al momento non ci penso. Non dipende solo da me, ma dalle società, dal direttore Cangi, con cui ho un ottimo rapporto, e dal mio procuratore", spiega l'attaccante, delineando un quadro in cui diversi fattori concorreranno alla decisione finale.
La posizione di Mignani appare chiara nelle sue priorità: "Per me la Pianese è stato qualcosa di meraviglioso, se ci fosse la possibilità di rimanere, rimarrei, felicissimo, al 120 per cento. In ogni caso, cercherò di fare la scelta più giusta. Se reputerò che per il mio percorso professionale la decisione migliore sia quella di andare via, andrò via, al contrario, resterò super volentieri".
Un approccio maturo che evidenzia come il giocatore sia consapevole delle dinamiche del calcio moderno, pur mantenendo saldo il legame affettivo con l'ambiente che lo ha lanciato tra i professionisti. La sua disponibilità a rimanere è totale, ma subordinata alla presenza delle condizioni giuste per tutti i soggetti coinvolti.
Interessante anche il giudizio di Mignani su alcuni protagonisti del panorama calcistico toscano. Da appassionato tifoso della Robur, ha avuto modo di confrontarsi da avversario con il duo tecnico Bellazzini-Lelli nella scorsa stagione, un'esperienza che gli ha permesso di apprezzarne le qualità.
"Direi che ho avuto la sfortuna di affrontarli. Vincemmo entrambe le gare, ma faticammo parecchio. Bellazzini ha fatto molto bene: sono due ottimi tecnici, spero che per il Siena sia l'anno buono", commenta con sportività, dimostrando rispetto per gli avversari pur nella soddisfazione per i risultati ottenuti.
Il futuro di Mignani resta quindi in bilico tra cuore e ambizione, tra l'amore per Piancastagnaio e le opportunità che il calcio professionistico potrebbe offrirgli. Una decisione che coinvolgerà non solo il giocatore, ma anche la dirigenza della Pianese, chiamata a valutare se trattenere il proprio gioiello o lasciarlo partire verso nuove sfide. In ogni caso, il legame tra Mignani e le zebrette ha già scritto pagine indelebili nella storia del club toscano.
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