I nomi di Alberto Cavagnis e Antonio Andreucci sono scolpiti nella memoria dei tifosi di Chioggia. La coppia dirigente-allenatore ha infatti scritto una pagina di storia sportiva locale, riportando la Clodiense in Serie C nel maggio dello scorso anno dopo quasi cinquant'anni di assenza dai campionati professionistici. Un'impresa che ha unito le competenze del direttore sportivo Cavagnis con la guida tecnica di Andreucci, creando una sinergia vincente.
Ora i loro percorsi si sono separati: Andreucci ha intrapreso una nuova sfida alla guida della Pistoiese, mentre Cavagnis, dopo aver salutato il club veneto, si trova alla ricerca di una nuova avventura professionale. Un'occasione per fare il punto su un sodalizio che ha lasciato il segno nel calcio dilettantistico.
L'esperienza maturata tra Veneto e Friuli in diverse piazze importanti ha permesso a Cavagnis di valutare con cognizione di causa le qualità dell'allenatore con cui ha condiviso il successo clodiense. Una valutazione che non lascia spazio a dubbi quando gli viene chiesto di definire Andreucci con una parola.
"Ne utilizzo due: competenza e professionalità. È un tecnico che fa calcio ogni giorno e non solo all'interno del campo ma anche e soprattutto fuori. Un gruppo lo si costruisce coi gesti, le parole, i dettagli e lui l'anno scorso ci è riuscito alla perfezione. In più è un allenatore preparatissimo tatticamente e i risultati conseguiti nel corso della carriera parlano per lui", spiega l'ex dirigente della Clodiense in una intervista al quotidiano La Nazione oggi in edicola.
La formula del successo non è stata frutto del caso, ma il risultato di una combinazione di fattori che hanno trovato in Andreucci un interprete ideale. Il segreto della promozione affonda le radici in aspetti che vanno oltre la mera dimensione tecnica, abbracciando la sfera umana e relazionale.
"Non c'è stato un solo aspetto, ma una serie di fattori nei quali Andreucci ha inciso moltissimo. Su tutti il grande rapporto umano che aveva costruito con lo spogliatoio e con ogni membro della dirigenza. Il mister è una persona eccezionale, che ama dialogare ed è stata proprio la sinergia tra me e lui ad averci dato una spinta in più, soprattutto all'inizio della nostra avventura", racconta Cavagnis.
La capacità di creare sintonia si è rivelata decisiva fin dai primi momenti della collaborazione, quando le ambizioni di rinnovamento di Cavagnis hanno incontrato la disponibilità di Andreucci ad abbracciare un progetto di cambiamento radicale.
L'esempio più significativo di questa sintonia emerge dal racconto dello stesso Cavagnis: "Quando sono arrivato a Chioggia, Andreucci era reduce da un secondo posto. Io avevo in mente di apportare dei cambiamenti, anche importanti, sia nell'organico che nello stile di gioco. Antonio mi ha assecondato, abbiamo cambiato diciassette giocatori confermandone solo cinque e passando dal 4-2-3-1 al 4-3-1-2. Lui era liberissimo di proseguire con le proprie idee, ma la fiducia che ha avuto in me ha fatto creare un feeling che è servito a porre le basi per costruire una grande squadra".
La rivoluzione tecnica e tattica della Clodiense rappresenta un caso emblematico di come la fiducia reciproca tra dirigenza e staff tecnico possa tradursi in risultati concreti. La disponibilità di Andreucci ad accettare modifiche sostanziali al proprio modo di lavorare, unita alla libertà concessagli da Cavagnis, ha creato le condizioni ideali per il successo.
Ora che le strade si sono separate, Cavagnis guarda con interesse alla nuova avventura del suo ex collaboratore alla Pistoiese, una sfida che presenta caratteristiche peculiari e un livello di difficoltà elevato.
"Si tratta di una piazza importantissima per la Serie D, che merita palcoscenici ben diversi. C'è un direttore sportivo come Taibi che ha giocato ad alti livelli e porta con sé un bagaglio di conoscenze e competenze non indifferenti. Gli elementi per fare bene ci sono tutti, pur sapendo che il girone sarà complicato e che in questa categoria arrivare secondi non serve e conta solo il primo posto. Ad Antonio non posso che augurare il meglio e spero, in futuro, di poter lavorare ancora con lui", conclude Cavagnis.
Le parole dell'ex direttore sportivo della Clodiense delineano un quadro di ottimismo per il futuro di Andreucci, pur nella consapevolezza delle difficoltà che la Serie D presenta. La presenza di un direttore sportivo esperto come Taibi e le ambizioni di una piazza storica come Pistoia rappresentano gli ingredienti per un nuovo capitolo di successi, con la speranza che il sodalizio tra Cavagnis e Andreucci possa un giorno rinnovarsi in una nuova avventura condivisa.
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