Si conclude un capitolo importante nella storia recente del Portogruaro. Andrea Bertolini, che per sette stagioni ha ricoperto il ruolo di presidente della società granata, ha ufficialmente lasciato la guida del club, ponendo fine a un'esperienza caratterizzata da momenti di grande soddisfazione ma anche da sfide significative sul fronte organizzativo e infrastrutturale.
L'annuncio dell'addio è arrivato attraverso un'intervista rilasciata ad Arizona TV, nella quale l'ormai ex dirigente ha ripercorso gli anni trascorsi alla guida della squadra, non nascondendo le emozioni legate a questa decisione.
Un settennato di crescita e conquiste
Il bilancio dell'esperienza di Bertolini alla presidenza del Portogruaro si presenta ricco di elementi positivi, nonostante le difficoltà strutturali che hanno caratterizzato il percorso. "Porto con me tanti bei ricordi – spiega Bertolini – la gioia immensa delle due promozioni e i rapporti con molti giocatori, con cui ci sentiamo ancora. È stato un percorso che mi ha dato tanto", ha dichiarato l'ex presidente, evidenziando come il legame umano sia stato uno degli aspetti più gratificanti della sua gestione.
Le due promozioni ottenute durante la sua presidenza rappresentano indubbiamente i momenti più alti di questo percorso, risultati che hanno permesso alla società di crescere dal punto di vista sportivo e di consolidare la propria presenza nel panorama calcistico regionale.
Le sfide del calcio locale
Tuttavia, il cammino non è stato privo di ostacoli. Bertolini non ha nascosto le difficoltà incontrate nel gestire una realtà calcistica in un contesto territoriale non sempre favorevole agli investimenti sportivi. "Fare calcio a Portogruaro è un'impresa difficile. Mancano strutture adeguate e c'è scarso interesse degli imprenditori a investire nello sport, soprattutto a livello giovanile. Tutto è sulle spalle di pochi appassionati", ha spiegato, mettendo in luce una problematica che va oltre la singola società e tocca l'intero movimento calcistico locale.
Questa situazione ha comportato un carico di responsabilità particolarmente gravoso per chi ha guidato il club, costringendo la dirigenza a occuparsi di ogni aspetto gestionale, anche di quelli apparentemente marginali.
I motivi dell'addio
La decisione di lasciare la presidenza non è stata improvvisa. Bertolini ha rivelato che la riflessione su questo passo era iniziata già da tempo: "Gli impegni di lavoro e il dovermi occupare di ogni dettaglio, fino a trovare chi tagliava l'erba, rendevano tutto molto gravoso", ha confessato, evidenziando come la gestione della società richiedesse un impegno totalizzante che, col tempo, era diventato insostenibile.
Il riferimento alla necessità di occuparsi personalmente anche degli aspetti più pratici della gestione del campo illustra efficacemente le dimensioni del problema infrastrutturale che ha caratterizzato questi anni.
Fiducia nella nuova gestione
Nonostante l'addio, Bertolini ha espresso ottimismo riguardo al futuro della società sotto la nuova proprietà. "Credo che ci sarà continuità. Sono entusiasti della città e hanno idee chiare sul progetto sportivo", ha dichiarato, lasciando intendere che il cambio di gestione avverrà all'insegna della stabilità e della crescita.
La questione delle infrastrutture
Uno dei nodi più critici evidenziati dall'ex presidente riguarda la disponibilità di strutture adeguate. Il Portogruaro Calcio si trova infatti nella condizione di non disporre di un impianto di proprietà, una situazione che limita significativamente le possibilità di sviluppo e pianificazione a lungo termine.
Su questo tema, Bertolini ha espresso un velato disappunto nei confronti dell'amministrazione comunale: "Non è che mi abbia scontentato, ma è un dato di fatto: il Portogruaro Calcio non ha un campo proprio. Ho chiesto interventi anche in frazioni vicine, ma mi è sempre stato risposto che non ci sono fondi. Peccato, perché qualche risorsa spesa per il velodromo Mecchia poteva essere destinata anche al manto erboso".
Questa dichiarazione mette in evidenza una questione di priorità nell'allocazione delle risorse pubbliche destinate agli impianti sportivi, tema spesso dibattuto nelle amministrazioni locali.
Prospettive future
Per quanto riguarda il suo futuro nel mondo del calcio, Bertolini ha lasciato aperte diverse possibilità. Pur avendo ricevuto proposte da altre società, l'ex presidente ha manifestato un forte attaccamento alla realtà locale: "Sarà difficile fare calcio altrove. Certo, qualche chiamata è arrivata", ha rivelato, suggerendo che eventuali nuovi impegni dovranno fare i conti con il legame emotivo costruito con Portogruaro.
Il rapporto con la squadra non si interromperà completamente: "Resisterò. Andrò comunque a vedere le partite e magari soffrirò meno rispetto alle stagioni in cui non abbiamo vinto", ha aggiunto con una punta di ironia, evidenziando come la passione per i colori granata resterà immutata anche senza le responsabilità dirigenziali.
Un bilancio personale positivo
Interrogato sul bilancio complessivo della sua esperienza presidenziale, Bertolini non ha esitato a definirla arricchente dal punto di vista personale. "Sicuramente ho ricevuto più di quanto ho dato", ha affermato con un sorriso, sintetizzando in poche parole il valore umano e formativo di questi sette anni alla guida del Portogruaro Calcio.
La testimonianza di Bertolini offre uno spaccato significativo delle sfide che caratterizzano il calcio dilettantistico nelle realtà di provincia, dove la passione degli appassionati deve spesso supplire alla carenza di risorse e strutture. Il suo addio segna la fine di un'era, ma anche l'inizio di una nuova fase per una società che, nonostante le difficoltà, ha saputo crescere e ottenere risultati importanti.
Il futuro del Portogruaro Calcio dipenderà ora dalla capacità della nuova dirigenza di proseguire sulla strada tracciata, affrontando con determinazione le sfide strutturali che da sempre caratterizzano il calcio in questo territorio.
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