Parte l'avventura di Mignani a Bari. A tempi record, dopo l'annuncio di stamani, è già tempo di presentazioni. L'ex Siena si è concesso ai cronisti rispondendo alle loro curiosità. Ecco le parole del nuovo mister biancorosso: "E' un grande onore e orgoglio essere stato scelto dalla società e dal direttore. Questa è una piazza veramente importante. Non voglio scivolare nella retorica: è una grande responsabilità per me. Quando mi hanno contattato, mi hanno trasmesso grande entusiasmo. Non è stato difficile trovare un accordo. Non sono un grande chiacchierone, lo capirete: credo che siano i fatti che debbano parlare. Non sono abituato a fare promesse".
Mignani racconta la sua idea... "Il calcio è abbastanza semplice: bisogna fare un gol in più degli altri, non prendere gol e buttare la palla più in là sul campo. Quando hanno la palla gli altri bisogna lavorare tutti insieme e poi bisogna essere veloci e svelti nell'avere le intuizioni e far male all'avversario. Le mie squadre provano sempre a giocare a calcio. Per arrivare agli attaccanti bisogna dare palle pulite e non sporche, anche se ovviamente dipende da tante condizioni. Ma ci sarà un'idea concreta: difesa a quattro, centrocampo a tre, e attaccanti che cerchino di sfruttare gli spazi. Non invento calcio, vorrei essere considerato un allenatore concreto".
Un ruolo fondamentale: il trequartista. Mignani ne parla così... "Ci sono tanti tipi di trequartisti. C'è chi ha tantissima qualità e ha meno forza e gamba. C'è chi invece ha utilizzato un trequartista con gamba. Non è un dogma. Nei tre attaccanti cercheremo uno più bravo a sfruttare gli spazi che potrebbero creargli gli attaccanti. Uno dei concetti più semplici ma veritieri è correre verso la porta degli altri. Gli ingredienti per il successo? Bisogna fare punti e perderne il meno possibile. Sono frasi scontate ma sono realtà. Se non puoi vincere, non devi perdere. E' vero che ci sarà una mentalità vincente, però ci saranno delle partite che non andranno perse. Non bisognerà avere rimpianti e avere continuità di risultati".
Mignani si lascia andare e racconta come ha appreso la chiamata del Bari, pronunciando parole chiare... "Non sono giovanissimo e nemmeno anziano. Ho fatto gavetta: ho allenato il settore giovanile, ho fatto il collaboratore di Beretta a cui devo molto. Ho fatto Olbia, Siena, Modena. Cosa ho pensato quando mi ha chiamato il Bari? Che questa sarebbe stata un'occasione troppo importante. La società ha avuto coraggio a prendermi: non ho un nome, non ho un curriculum che si legge in un giorno, ci vuole poco a leggere il mio curriculum. Ma probabilmente qualcosa ho fatto. Polito conosce calcio: lui è venuto a Bari e mi ha telefonato. O è un pazzo, o ha visto qualcosa. Mi sento pronto. Il momento va preso e colto al volo. Sono convinto sia il momento giusto".
Il San Nicola... "Ci sono entrato già a 19 anni, fa impressione. Quando vieni qui senti che c'è il calcio vero...".
Giampiero Ventura e Vincenzo Torrente, due ex allenatori biancorossi, sono concittadini di Mignani. Il tecnico ha risposto così alla curiosità... "Ho rispetto per tutti gli allenatori, in particolare per chi ha fatto bene. Ognuno ha la sua personalità. Non ci avevo pensato che a Bari erano passati due genovesi, speriamo sia di buon auspicio...".
Il mercato e il lavoro di costruzione della squadra. Mignani spiega: "Le priorità sono i calciatori in scadenza di contratto. Parleremo sempre col direttore, ma è compito suo".
Autore: Redazione NotiziarioCalcio.com / Twitter: @NotiziarioC
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