Alla vigilia dell’importante scontro casalingo contro l’L.R. Vicenza, mister David Tabbiani del Trento ha presentato la sfida in conferenza stampa, sottolineando le molteplici insidie che un avversario di tale caratura comporta. Il tecnico gialloblù ha definito il match come una grande occasione, ma ha puntato il dito sul problema principale della sua squadra in questo inizio di stagione: la gestione emotiva e tattica del risultato positivo, che ha portato a perdere punti cruciali nelle battute finali delle partite.
La partita contro i biancorossi si annuncia come un evento di grande richiamo, come testimonia la previsione di una "bella cornice di pubblico." Tabbiani ha riconosciuto senza esitazioni il valore del Vicenza, descrivendolo come un avversario di altissimo livello che rappresenta una delle sfide più complesse del calendario.
Il Vicenza, infatti, non è semplicemente una buona squadra, ma è accreditata come la candidata principale per la vittoria finale del campionato. L'allenatore ha voluto rendere merito al lavoro svolto dai veneti: "Hanno un ruolino di marcia che su 10 partite ne hanno vinte nove" e "hanno tutte le carte in regola per togliersi la soddisfazione di vincere il campionato." L'obbligo del Trento, di fronte a questa superiorità, è chiaro: "sfruttare questa opportunità di battere una di provare a battere una squadra forte competitiva."
Nonostante la forza dell'avversario, Tabbiani ha ribadito che il Trento deve far valere il fattore campo, partendo dalla consapevolezza che "il risultato di pareggio" iniziale è la base da cui costruire una prestazione completa.
Il punto focale dell'analisi del tecnico si è concentrato sulle criticità interne della squadra, al di là della qualità del Vicenza. Tabbiani ha ammesso con trasparenza che il Trento ha lasciato per strada troppi punti a causa della gestione degli ultimi minuti di gioco. Si tratta di una situazione che si è verificata più volte e che è diventata significativa nell'ottica della classifica: "Abbiamo perso tanti punti negli ultimi minuti."
La radice del problema non è tecnica, ma psicologica. Tabbiani ha rilevato una sorta di timore nel mantenere il dominio della gara una volta in vantaggio: "Quello che poi abbiamo un po' sbagliato è aver paura di gestire il vantaggio." Questa paura si manifesta nel difetto più ricorrente della squadra: abbassare troppo il baricentro dopo aver segnato.
Il recente pareggio subito, peraltro, ha amplificato la consapevolezza di questo errore, che in altre circostanze non aveva portato alla perdita dei punti. L'auspicio è che questo "picchiarsi di muso" serva da lezione per il futuro. Il tecnico e i ragazzi stanno lavorando duramente per migliorare questa gestione, ma l'imperativo è non snaturare la propria identità in funzione del risultato.
Per l'imminente sfida, Tabbiani ha specificato che la filosofia di gioco non cambierà. Nonostante la possibilità di qualche ritocco in formazione, l'identità del Trento deve essere mantenuta per tutti i novanta minuti: "Dobbiamo cercare di iniziare la partita con l'idea di essere aggressivi e propositivi."
Il rischio di affrontare una squadra con la qualità del Vicenza, infatti, è quello di farsi schiacciare troppo in difesa: "Se dovessimo giocare bassi contro una squadra della loro qualità probabilmente anzi sicuramente prima o poi prenderemo gol." Il piano è mettere in difficoltà l'avversario e forzarlo a pensare, sfruttando ogni momento di dominio nella loro metà campo, ma sapendo che ci saranno anche momenti in cui bisognerà "soffrire tutti insieme."
In chiusura, una riflessione importante riguarda la maturità e la mentalità della squadra, composta anche da molti giovani. È proprio in quegli ultimi minuti che emerge un errore di approccio legato all'età. La squadra, non avendo la "struttura" né l'esperienza per difendere con la gestione tipica dei veterani, dovrebbe invece continuare a giocare con una virtù tipica dei giovani: "la spensieratezza." Invece, proprio in quei frangenti, si è tentato di usare una gestione di esperienza che non appartiene al gruppo, perdendo la propria leggerezza e diventando vulnerabile. Il messaggio è chiaro: la squadra deve continuare a giocare fino all'ultimo nello stesso modo coraggioso.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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