Riccardo Gagno, estremo difensore del Vicenza attualmente in vetta alla classifica, ha analizzato il momento della sua squadra in un'intervista rilasciata a 'Rigorosamente calcio' e riportata da trivenetogoal. Il portiere ha offerto uno spaccato interessante sulla mentalità necessaria per competere ai vertici e sul rapporto con l'allenatore Stefano Gallo.
Militare in una formazione che guida il campionato comporta dinamiche psicologiche particolari, come ha spiegato lo stesso Gagno: "Cosa significa giocare in una squadra che è in testa? C'è più pressione rispetto a squadre che lottano per altri obiettivi ma è anche il bello di giocarsi cose importanti". Una consapevolezza che il numero uno biancorosso dimostra di aver metabolizzato perfettamente, riconoscendo come la tensione agonistica sia parte integrante dell'ambizione di raggiungere traguardi importanti.
L'ultimo incontro disputato dai veneti ha rappresentato un banco di prova significativo sotto diversi aspetti. Il match è iniziato in modo contrario alle aspettative: "Come si termina una partita comincia già la successiva, Gallo ci aveva avvertiti ma siamo partiti con la retromarcia", ha ammesso con franchezza il portiere. Nonostante l'avvio sottotono, la squadra è riuscita a sbloccare il risultato passando in vantaggio.
La vera prova di carattere è arrivata nella seconda frazione di gioco, quando il Vicenza si è trovato a dover gestire l'inferiorità numerica: "Nonostante questo siamo andati in vantaggio e poi nella ripresa siamo stati bravi perché eravamo in inferiorità numerica, questo ci deve servire da lezione per il futuro perché siamo mentalizzati". Un episodio che Gagno considera formativo per la crescita della squadra.
Determinante si è rivelato l'intervallo, momento in cui il tecnico ha richiamato energicamente i suoi giocatori: "All'intervallo? Gallo ci ha tirato le orecchie e poi abbiamo messo qualcosa di più". Un intervento che ha sortito l'effetto desiderato, portando la squadra a innalzare il livello della prestazione nella ripresa.
Non è la prima volta che Gagno lavora agli ordini di Stefano Gallo. Il portiere ha infatti già condiviso con lui l'esperienza a Terni, sviluppando una conoscenza approfondita dei metodi del tecnico: "Il rapporto con il mister? Gallo lo avevo già avuto a Terni, vuole trasmettere alla squadra una mentalità vincente, sta sempre sul pezzo anche se si sta vincendo". Una filosofia di lavoro che non ammette rilassamenti e che mantiene alta la tensione agonistica indipendentemente dal risultato contingente.
Gagno non ha mancato di commentare le decisioni disciplinari che hanno caratterizzato l'incontro, in particolare l'espulsione di un compagno di squadra: "Le ammonizioni? Sono situazioni di gioco, il primo cartellino di Sandon è stato troppo esagerato". Un giudizio netto su un episodio che ha inevitabilmente condizionato l'andamento della partita.
Interrogato sull'intervento più complesso della gara, l'estremo difensore ha identificato senza esitazioni l'uscita su Pellegrini: "La parata più complessa? L'uscita su Pellegrini". Un momento chiave che ha evidenziato le qualità tecniche e la lettura delle situazioni del portiere biancorosso.
Una delle caratteristiche distintive di Gagno è la sua abilità nel gioco con i piedi, qualità sempre più richiesta ai portieri moderni. L'origine di questa dote affonda le radici nella sua formazione giovanile: "La mia abilità con i piedi? Da piccolo non volevo fare il portiere, ero uno dei più alti e sono andato in mezzo ai pali così mi è cominciato a piacere il ruolo". Un percorso quasi casuale che ha forgiato un estremo difensore completo, dotato di skills tipicamente associate ai giocatori di movimento.
Fondamentale nel ruolo del portiere moderno è la capacità di guidare la difesa. Gagno ha spiegato il suo approccio nella gestione del reparto: "Il mio rapporto con la difesa? Parliamo durante i momenti più complicati e cerco di farmi sentire con loro per sistemare qualcosa". Una leadership silenziosa ma efficace, che si manifesta soprattutto nelle fasi più delicate del match quando serve lucidità per riorganizzare l'assetto difensivo.
Militare in una formazione di alto livello, dove la concorrenza è elevata e le opportunità di mettersi in evidenza possono essere limitate, richiede un approccio mentale particolare. Gagno ha sintetizzato così la sua filosofia: "Cosa significa giocare in una squadra forte in cui c'è poco spazio per mettersi in mostra? Bisogna stare sul pezzo e non mollare l'attenzione ed essere poi determinanti". Un mindset professionale che privilegia la costanza e la capacità di incidere quando chiamato in causa.
Infine, il portiere del Vicenza ha indicato i suoi punti di riferimento tra i colleghi di ruolo: "A chi mi ispiro? Penso sia scontato dire Buffon, oppure Caprile degli attuali". La scelta ricade su Gianluigi Buffon, icona indiscussa del ruolo nel calcio italiano e mondiale, e su Elia Caprile, giovane estremo difensore che sta emergendo nel panorama nazionale come uno dei talenti più interessanti della nuova generazione.
Le parole di Riccardo Gagno restituiscono l'immagine di un professionista maturo, consapevole delle responsabilità che derivano dal giocare in una squadra che punta al vertice. La sua analisi lucida della partita, il riconoscimento degli errori commessi e la valorizzazione della reazione di carattere dimostrata in inferiorità numerica testimoniano una mentalità solida, forgiata dall'esperienza e dal lavoro quotidiano con un tecnico esigente come Stefano Gallo. Il Vicenza può contare su un portiere tecnicamente dotato e mentalmente strutturato per affrontare le pressioni della corsa al vertice.
Autore: Redazione NotiziarioCalcio.com / Twitter: @NotiziarioC
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