Il Ravenna calcio guarda al futuro partendo dalle sue fondamenta. A fine stagione, Giulio Pastecchia, responsabile del settore giovanile giallorosso, traccia un bilancio positivo della sua prima esperienza alla guida del vivaio romagnolo, delineando un progetto che mira a riportare i giovani del Ravenna ai livelli che una piazza storica come quella bizantina merita.
«Dal punto di vista personale è stata un'annata positiva e formativa», dichiara Pastecchia in una intervista al sito ufficiale giallorosso. «Arrivavo da un contesto completamente diverso, quindi inserirsi velocemente e comprendere le dinamiche interne al club e quelle del territorio non era scontato. C'è stato un naturale periodo di adattamento, ma con il tempo, anche grazie alla condivisione degli obiettivi con la società, abbiamo iniziato un percorso strutturato».
Sin dall'inizio del suo mandato, Pastecchia ha individuato due linee d'azione principali: ristrutturare l'ambiente interno e rilanciare il dialogo con il territorio. «Internamente, l'obiettivo era strutturare staff con una visione innovativa e introdurre una metodologia di lavoro completamente nuova, coerente e condivisa, creando un filo conduttore tecnico e formativo», spiega il responsabile. «All'esterno, invece, abbiamo puntato molto sul dialogo con le società del territorio. Ravenna ha un bacino di realtà dilettantistiche molto ricco, e abbiamo voluto attivare un rapporto di conoscenza, collaborazione e scambio».
La collocazione geografica del Ravenna pone la società a confronto con realtà particolarmente competitive e strutturate, ma Pastecchia sottolinea l'importanza di concentrarsi sul proprio percorso: «Non possiamo e non dobbiamo rincorrere modelli esterni, ma costruire il nostro percorso in base ai nostri obiettivi e potenzialità». Il responsabile evidenzia come il territorio si sia dimostrato particolarmente ricettivo: «In questi mesi ho incontrato molte società della zona, e c'è stata grande disponibilità al dialogo. La nuova proprietà ha dato un'immagine forte e chiara, ma ora sta a noi consolidarla coi fatti».
Tra le principali soddisfazioni di questa prima stagione, Pastecchia indica la crescita tangibile dei ragazzi: «Abbiamo introdotto un nuovo approccio metodologico, che inizialmente ha richiesto tempo per essere assimilato, ma che oggi inizia a dare risultati concreti. L'ambiente è più professionale, i ragazzi sono più consapevoli, motivati e coinvolti». Un riconoscimento significativo è arrivato anche dalle numerose convocazioni nelle rappresentative provinciali e regionali: «La partecipazione di alcuni ragazzi al Torneo delle Regioni in Sicilia – come Magnosi, Venturi, Tesselli e Cortesi – sono segnali che stiamo lavorando nella giusta direzione».
Non mancano, tuttavia, le criticità, prima fra tutte quella relativa alle infrastrutture: «Gli impianti a disposizione non sono ancora all'altezza di quanto sarebbe necessario per competere con società più strutturate come Cesena, Bologna o SPAL. Per colmare questo gap è fondamentale investire in infrastrutture adeguate», sottolinea Pastecchia. La proprietà, assicura il responsabile, sta già lavorando in questa direzione: «Ha già investito e continuerà a farlo con determinazione. Ogni giorno ci confrontiamo con i direttori per pianificare interventi concreti».
Guardando al futuro, Pastecchia individua due pilastri fondamentali per la prossima stagione: «Strutture e formazione. Sul primo aspetto, come detto, la società è già al lavoro per programmare interventi concreti. Sul fronte della formazione interna, vogliamo allargare gli staff e offrire continue competenze ai ragazzi. Quest'anno abbiamo già organizzato momenti formativi coinvolgendo varie aree: sono stati incontri preziosi, che vogliamo ampliare».
Un aspetto significativo è rappresentato dal crescente senso di appartenenza al club: «Il senso di appartenenza e l'attaccamento alla maglia è cresciuto insieme alla professionalità che abbiamo portato all'interno del settore giovanile. Lo vediamo in molti ambiti: i ragazzi partecipano numerosi alle partite casalinghe del Ravenna, accompagnano i giocatori in campo, indossano con orgoglio la divisa sociale».
A conclusione dell'intervista, Pastecchia ribadisce la visione che anima il suo lavoro: «L'obiettivo comune è portare più ragazzi possibili del nostro vivaio in prima squadra. Preferisco parlare di attitudine più che di talento: il talento è solo una parte, sicuramente importante, che va coltivata. Servono però impegno, cultura dell'allenamento, consapevolezza dei propri mezzi e voglia di migliorarsi giornalmente».
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