Se penso ai quattro anni trascorsi a Sesto, mi vengono in mente due scene su tutte. La prima, le facce disperate dei miei ragazzi del ‘94  dopo quel fatidico gol al 6’ di recupero del 2° tempo supplementare, unite a quelle subito dopo i rigori maledetti; la seconda, quegli stessi volti, non più adolescenti, pazzi di gioia, di quella gioia attesa due lunghi anni: la gioia di essere diventati i signori d’Italia. I sogni, come in tutte le favole, si avverano. In mezzo a queste due scene, tante soddisfazioni personali e professionali.

Quattro campionati vinti su quattro, quattro finali regionali, due titoli toscani in bacheca, un girone di merito, una coppa disciplina, anche un torneo stravinto contro squadre appartenenti a società di serie A, ma soprattutto un titolo di vicecampione nazionale e una semifinale nazionale. Con numeri da capogiro, 4 sole sconfitte sul campo in 4 anni, 15 pareggi, più di 100 vittorie, il migliore attacco ogni anno in Toscana, e 3 volte su 4 la miglior difesa, a dimostrazione di quanto io abbia dato a questa società. Ma è ancora di più quanto la società ha dato a me, mettendo a mia disposizione tutta la propria competenza e l’organizzazione più perfetta possibile, affidandomi sempre squadre competitive.

Ricordo le parole del mio presidente, dopo la prima finale persa ai rigori…. Volevo mollare, era la mia quarta finale persa. “Vedrai ­– mi disse – il lavoro paga e la prossima gioia ti ripagherà di mille amarezze”. Parole mai cosi vere. E in più la stima di Roberto Pacini, grande stratega del mercato e artefice di tutta l’organizzazione che una società come la nostra esige, sempre vicino a me sia nelle rarissime giornate buie che nelle decine e decine di giorni felici. Parole di cui anche i miei ragazzi del ‘94 tennero conto. L’anno dopo arrivò il mio primo titolo personale, ma sia Pippo che Roby sapevano che io non avrei avuto pace finché quei ragazzi non fossero stati ripagati come meritavano. Ora hanno avuto anche gli interessi, campioni d’Italia in una società che ha puntellato a dovere la squadra, affidandola ad un grande maestro come Rosario Carubia con uno staff di primo piano, ed ecco realizzato il capolavoro. È vero, io non c’entro granché con questa loro conquista, ma le emozioni che mi hanno fatto vivere in quel caldo pomeriggio di Asciano le serberò per sempre nel cuore, gli abbracci che quei ragazzi mi hanno dedicato me li sentirò addosso per tutta la vita, con orgoglio. Le smorfie di dolore di mamma Bencini, babbo Brunelli e Bacci (ragazzi da sempre nel mio cuore) dopo i rigori sbagliati, avvertiti come coltellate nella schiena... no, pochi possono capire! Poi l’apoteosi e gli abbracci, con tutti che piangevano…
Ecco, volevo iniziare così i miei saluti alla società tutta, con le immagini finali dei ragazzi del ‘94, ma ponendo in primo piano i capolavori di quelli del ‘95 (che mi hanno regalato la mia prima grande vittoria), diversi dei quali presenti in questa finale vittoriosa e risultati anche decisivi. Infine, last but not least, la squadra dei record del ‘96, autentica schiacciasassi nel Granducato e oltre.

Saluto i miei dirigenti di sempre, il silenzioso ma prezioso Francesco D’Aguì, Vittorio Ferri, Gabriele Alessi, Sabino Farese, autentico guaritore infallibile, mister Ivo Belli che ringrazio veramente per tutto, Matteo Nocentini, tanto scrupoloso quanto infaticabile segretario, Brunello Tazzi con i suoi mitici “Allora Fabio?”. E poi Antonio Sorisi dirigente vincente, i collaboratori Stefano Carboncini (preparatore dei portieri, ma direi mago della crescita dei portieri), Lorenzo Vignini e Alessandro Moppi preparatori atletici nei primi due anni, tutti gli allenatori che si sono succeduti e con i quali c’è sempre stata stima e rispetto, tutti gli autisti che hanno dovuto sopportare i miei ritardi cronici sul campo, i custodi.

Gli ultimi saluti vanno a persone che hanno inciso in questi anni in maniera preponderante e che non scorderò mai, alle quali sarò per sempre riconoscente. Franco Mordini, il miglior dirigente accompagnatore che abbia mai avuto e uomo di grande cuore e sentimenti: spero di incrociarlo nuovamente, mi mancherà. Roberto Pacini, persona squisita sotto tutti gli aspetti, in particolare per la incommensurabile competenza strategica nell’organizzare, pianificare e allestire tutte le squadre in egual modo: e i risultati lo elevano a numero uno del calcio giovanile toscano. Grazie Roberto, grazie per avermi sopportato, supportato e soprattutto stimato. Una stima che in questi anni ho sempre avvertito e di cui sono onorato. Forse la persona più dispiaciuta per la mia partenza, ma anche felice per me, ne sono sicuro. Abbiamo sofferto quasi la stessa situazione, io, te e il calcio: questi ragazzi, ci hanno dato la forza e la gioia di resistere e continuare, pur nel dramma di quelle cose che la vita purtroppo riserva, e ho imparato molto da te anche in questo. Ti voglio bene, Roby, e le lacrime di commozione che mi velano gli occhi mentre sto scrivendo testimoniano, se ancora ce ne fosse bisogno, le emozioni che provo.

Pippo Giusti, il mio presidente, come Rodolfo Becheri del Santa Lucia: li considero i miei totem; ora posso dirlo senza essere tacciato di ruffianeria. Sei un numero uno, Pippo! Arrivai a Sesto timoroso perché mi eri stato presentato come una persona difficile e oggi continuo a leggere e sentire critiche che non hanno senso. Filippo Giusti è la Sestese, vive per questa società, è un vero professionista che con il suo meticoloso e puntiglioso lavoro l’ha portata tra le prime tre o quattro d’Italia, pur senza avere e disperdere importanti risorse economiche. Nei miei confronti ha dimostrato grande rispetto, sensibilità e disponibilità; purtroppo ci vorrebbe un libro per evidenziare quanto le doti di quest’uomo siano direttamente proporzionali alla sua altezza. Anche lui, come Pacini, mi ha sempre dimostrato grande stima, forse non ha proprio creduto in me per tutto (e rimane l’unico cruccio di questi anni), ma come lui stesso mi ha insegnato, la prossima gioia cancellerà altre mille amarezze.

Diciotto anni fa iniziai ad allenare in una piccola società di Prato: ricordo i sorrisi beffardi di chi ogni domenica mi umiliava con caterve di reti. Mi ripromisi che avrei lottato per giungere ad allenare squadre importanti e per vincere magari un girone. Ho fatto di meglio, sono arrivati dei titoli e una chiamata nei professionisti, uno dei due sogni della mia vita. Ora lavorerò per arrivare all’altro, per convincere un giorno il mio presidente (prima di andare in pensione, spero!).

Vorrei chiudere ricordando e ringraziando ancora una persona, approfittando per la prima e ultima volta del “nostro” sito. Già, nostro. Mentre scrivo è il 7 luglio, non sono più un tesserato della Sestese, ma voglio dire a Pippo e a Roberto che sarò sempre uno della Sestese. Non avrei mai pensato quattro anni fa di diventarlo, ma mi è entrata nel sangue: troppe le emozioni vissute con voi, che magari ci siete abituati; troppe le persone cui ho voluto bene e che me ne hanno voluto, anche quelle (rarissime) con cui ho avuto qualche screzio.

La persona con cui chiudo dunque questi saluti è quella che il 6 maggio 2006 mi negò il titolo giovanile regionale, in una gara in cui sia io che il mio entourage constatammo un arbitraggio un po’ sottotono nei nostri confronti. Poi i taccuini e le telecamere in faccia a caldo…Mi lasciai andare, fui deferito alla procura disciplinare di Roma, mi beccai sei mesi di squalifica. A Sesto non furono teneri con me nei commenti e a ragione, visto che quella squadra che ci aveva battuto vinse meritatamente il primo titolo italiano. Il suo grande artefice era il maestro Stefano Calderini: fu lui a impormi cinque mesi dopo ai vertici della società. Nel mettere a punto un nuovo progetto tecnico in seno alla Sestese, Stefano chiese e ottenne di inserirvi Fabio Zuccaro, a dimostrazione che la meritocrazia nel settore giovanile ancora c’è: io non ero infatti suo amico, ma ebbi la fortuna di avere la sua stima professionale. Il mio unico obiettivo in questi anni è stato quello di non fargli fare pessima figura. Penso di averlo ripagato! Grazie Stefano, se vado a misurarmi in un campionato professionistico lo devo anche a te, oltre che alla società e soprattutto ai ragazzi che ho avuto la fortuna di allenare…tutti, uno per uno.

Nell’abbracciarvi tutti, mi scuso se non ho nominato tante altre persone e vi auguro un immenso in bocca al lupo per un ancor più grande futuro, che seguirò costantemente sia dalle pagine del giornale dei miei amici Fulvio Brandigi e Alessio Facchini (li saluto con affetto), sia personalmente quando potrò.

FORZA SESTESE!

                                                                                                                                                                                                    Mr. Fabio Zuccaro

Sezione: Serie D / Data: Ven 08 luglio 2011 alle 19:00
Autore: Giovanni Pisano
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