Stefano Realini l’altra sera si è dimesso da presidente del Calcio Treviso, adesso vuole fare chiarezza sui motivi della decisione. «Confermo che la causa è la scarsità di tempo che potevo dedicare al Treviso. La figura del presidente operativo non è così necessaria, in realtà c’è bisogno di qualcuno che sia presente fisicamente in sede, una specie di direttore generale che porti avanti ogni attività. Precisare che mi sono state attribuite cose non vere: ad esempio il campo di allenamento c’è ed è stato reperito con un accordo preliminare con il Casier Dosson; gli appartamenti per i giocatori sono a 200 metri dal Tenni. Sul settore giovanile, dopo tre giorni dalla mia nomina, la prima riunione è stata fatta con gli allenatori, quindi un’altra per capire la situazione dei campi di Silea; in quanto ai lavori più urgenti da fare al Tenni era stata indicata un’impresa al posto di quella di Visentin, poi, però, non s’è più fatta avanti».
È accusato di non aver versato la sua quota di socio. «Stefani (il commercialista del club, ndr) può confermare che, in previsione, non c’era alcuna quota associativa da versare da parte mia». Ma lei si aspettava di fare il presidente solo per un mese e mezzo? «Assolutamente no. Chi mi conosce e coloro che mi sono stati vicini sanno bene come ho lavorato. Aggiungo che per deformazione professionale, visto che da 20 anni faccio l’intermediario, tendenzialmente sono uno che le persone le avvicina, non le allontana. Mi era stato chiesto di fare il presidente per essere una specie di collante, tutto qua». Perché il Calcio Treviso non riesce ad avere un po’ di tranquillità e serenità evitando che ogni tanto sorgano polemiche di ogni tipo? «Nemmeno io riesco a darmi una risposta: anche quando non ero in società sono sempre stato vicino ai vari presidenti: il problema è che Treviso da sempre è una piazza difficile, incline alle critiche, non è facile mettere insieme delle persone che facciano squadra, magari si trova chi vuol fare il padre-padrone. Oggi c’è una situazione economico-sociale ed anche politica per cui l’economia di scala si fa a tutti i livelli ed in qualsiasi situazione: bisognerebbe che ognuno facesse un passo indietro e tutti si mettessero allo stesso livello, senza che uno voglia prevalere sull’altro».
Come sono stati i rapporti con l’amministrazione comunale? «Buoni. Ringrazio il Comune che ha dimostrato apertura, ci hanno detto quante e quali garanzie vogliono. E sono sempre convinto che Pioppi e Capuzzo portino a termine la stagione nel miglior modo possibile, che significa salvare la squadra, sistemare la società e pianificare il futuro. Loro sono due persone ricche di coraggio, io spero di averne dimostrato altrettanto». Chi sarà il nuovo presidente dell’ACD Treviso? «Andrea Marani, figlio di Primo (ex presidente della Mestrina, ndr). A portare avanti a tempo pieno l’organizzazione sarà Nicola Dall’Armellina, ora addetto al marketing e alle sponsorizzazioni».
Martedì, intanto, in Consiglio comunale, il ginecologo Vittorio Zanini, ex assessore allo sport e cultura in varie legislature, oltre che ex calciatore, si è offerto di fare l’allenatore della squadra.
Autore: Massimo Poerio
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