Trento, mister Tabbiani: «La mia priorità è sempre stata il Trento»

Il Trento si prepara a una nuova stagione con un volto in parte rinnovato, ma con la ferma intenzione di mantenere alta la competitività. A fare il punto della situazione è l'allenatore Luca Tabbiani, che in un'intervista a Dimitri Canello per TrentoToday ha svelato i retroscena delle scelte di mercato e le ambizioni future della squadra.

La continuità in panchina: una scelta di cuore e di intesa

Nonostante le sirene di mercato, mister Tabbiani ha ribadito il suo forte legame con il Trento. «Qualche proposta c’è stata, non lo nego», ha ammesso, rivelando di aver ricevuto offerte da altri club dopo la positiva stagione trascorsa. Tuttavia, la sua decisione di rimanere è stata frutto di un confronto sereno e costruttivo con la dirigenza. «Ma con il presidente Giacca e il direttore Zocchi c’è stato subito un confronto molto sereno». L'intesa con il nuovo direttore, Moreno Zocchi, si è rivelata cruciale, replicando il rapporto positivo precedentemente instaurato con Giorgio Zamuner. «Con Giorgio (Zamuner ndr ) avevo avuto un rapporto perfetto, volevo semplicemente capire se ci sarebbe potuta essere la stessa intesa con il nuovo direttore Moreno Zocchi. È stato così. E alla fine la mia priorità è sempre stata il Trento». Una dichiarazione che sottolinea l'attaccamento del tecnico ai colori gialloblù.

Addii importanti e nuove scommesse sui giovani

La fase di calciomercato ha visto il Trento salutare diversi elementi importanti. «Molto», ha risposto Tabbiani in merito alla difficoltà di trattenere i giocatori in scadenza. Molti di loro hanno ricevuto proposte significative, e il club non ha voluto ostacolare le loro legittime aspirazioni. «Alcuni rinnovi sono stati complicati, anche perché i ragazzi hanno ricevuto offerte importanti e in certi casi giuste. Rada è andato al Vicenza, Accornero alla Carrarese, Anastasia al Cittadella, Petrovic alla Juve Stabia. Li ringrazio tutti: hanno dato tanto e meritano il meglio».

Per sopperire a queste partenze, la società ha optato per una nuova strategia, puntando con decisione sui giovani. «Abbiamo deciso di investire su giovani di proprietà. Questo ci permette di lavorare su ragazzi in prospettiva, ma già pronti». Un progetto a lungo termine che mira a valorizzare i talenti emergenti. «Sono arrivati tre esterni, una punta e un difensore centrale». La rosa sarà composta da 23 elementi, con un'enfasi sulla versatilità. «E ognuno dovrà sapersi adattare: chi fa più ruoli avrà più possibilità di giocare». Nonostante gli arrivi, la squadra non è ancora completa: «Mancano tre esterni offensivi, un centravanti e un difensore centrale. Ma arriveranno».

Il nodo Di Carmine e le aspettative sul campionato

Tra i nomi eccellenti, spicca quello di Samuel Di Carmine. Tabbiani non nasconde il desiderio di riaverlo in rosa: «Io lo rivorrei, assolutamente. Ma è una decisione che spetta anche alla società e al ragazzo. So che ci sarà un incontro a breve». Il rapporto tra il tecnico e l'attaccante è eccellente, e la sua permanenza rappresenterebbe un "valore aggiunto". «Con lui c’è un rapporto eccellente, non serve che lo dica io. Se restasse sarebbe un valore aggiunto».

Riguardo a Pellegrini, il tecnico chiarisce il suo ruolo: «È vero, ha caratteristiche da seconda punta, ma può fare tranquillamente anche il centravanti. Non abbiamo un “gigante” là davanti, ma siamo costruiti per muoverci tanto e attaccare con tanti uomini».

Infine, un pensiero all'ultima stagione e uno sguardo al futuro campionato. La delusione per i playoff mancati brucia ancora: «La parata del portiere del Renate nel finale ci ha cambiato la stagione. Se segni lì, probabilmente eviti l’Atalanta e giochi con più serenità. Peccato, ci credevamo, ma è il calcio». Per il prossimo torneo, Tabbiani ha le idee chiare sulle favorite: «Vicenza, Cittadella e Brescia hanno qualcosa in più: per me faranno un campionato a parte. Poi ci siamo noi e tutte le altre, a giocarcela ogni domenica. Noi vogliamo essere pronti, e competitivi. E lo saremo». Una dichiarazione che fissa l'asticella delle ambizioni, con la consapevolezza che il Trento si farà trovare pronto alla battaglia.