Il centrocampista Giacomo Faini si racconta a Notiziariocalcio.com in quella che è stata la sua vittoria più importante: il torneo di Viareggio, vinto con la maglietta della Leonessa d’Italia.

Correva l’anno 1996 e il Brescia riuscì nell’impresa di superare corazzate come Napoli e Juventus, per poi vedersela in finale contro il Parma, guidato da un giovanissimo Gianluigi Buffon.

Giacomo Faini è un prodotto del settore giovanile del Brescia Calcio con cui, per l’appunto, è stato uno dei protagonisti nella cavalcata che ha portato la città lombarda a vincere la coppa. Traguardo storico visto che, ancora adesso, è l’unico Viareggio portato nella bacheca biancoazzurra.

Tra le squadre in cui ha militato, ricordiamo sicuramente il biennio nel Mantova e nell’Ospitaletto in Serie C con cui ha collezionato la bellezza di 46 presenze complessive. Successivamente, ha rappresentato anche Rodengo Saiano, Castellana e Bedizzolese (tra la Serie D e l’eccellenza) per poi chiudere la carriera, causa infortunio, con la maglietta dell’Urago Mella.

Di seguito, le parole del centrocampista: “Quel Brescia era composto da giocatori che, in futuro, si sarebbero rivelati di primo livello come Andrea Pirlo, Roberto Baronio o Aimo Diana. Oltre, ad ottime individualità, c’era un gruppo bellissimo; eravamo partiti, per questa esperienza, nella maniera più umile e impensabile che si poteva credere. Noi non dovevamo nemmeno andare perché il Brescia Calcio non aveva soldi per iscriverci, ci siamo iscritti grazie ad un personaggio esterno che ha deciso di pagarci l’iscrizione”.

Le prime vittorie e l’aneddoto sulle televisioni: “A Viareggio, c’erano squadre importantissime come Milan, Inter Juventus e Napoli che alloggiavano in alberghi 5 stelle; noi invece in una pensione in 5 in stanza, senza televisioni. Una cosa che mi ricordo è che dovevamo per forza stare insieme perché non c’erano gli spazi: facevamo gruppo giocando a carte o facendo passeggiate tutti insieme. Dopo 15 giorni, dove abbiamo battuto alcune squadre importanti, ci avevano portato le televisioni in albergo ma non c’era nemmeno il posto dove metterle. Allora le abbiamo messe su alcune sedie. Questo per dirti l’assurdità”.

Il segreto della vittoria e l’importanza del gruppo: “Siamo partiti come sfavoriti ma avevamo fame e voglia di vincere; sapevamo che non avevamo nulla da perdere. La parte fondamentale è stata fatta dal gruppo, sicuramente”.

Sezione: Esclusiva NC / Data: Ven 08 maggio 2020 alle 21:00
Autore: Redazione NotiziarioCalcio.com
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