Un'analisi lucida, diretta e senza sconti. Notiziariocalcio.com ha intervistato in esclusiva Luigi Volume, un nome non ha bisogno di presentazioni, forte della sua esperienza come direttore sportivo in piazze calde come Brindisi, Matera e Taranto.
Sebbene attualmente non legato a un club, Volume vive con la solita "ossessione del campo", lavorando per farsi trovare pronto. Con lui abbiamo analizzato l'equilibrio e la qualità del Girone H, un campionato che, a suo dire, ha perso potenziale rispetto al passato.
Dalla sorpresa Heraclea alle ambizioni del Fasano ("hanno fatto all-in"), passando per la solidità di Andria e Barletta, l'ex DS traccia un bilancio delle forze in campo. Uno sguardo attento anche alle sue ex piazze, Taranto e Brindisi, e infine una riflessione cruciale sulla tanto discussa riforma della Serie D.
Direttore, innanzitutto come sta vivendo questo periodo senza un incarico ufficiale?
«Per me non cambia molto avere un ruolo o no. L'ossessione del campo c'è sempre. Cambia dover dare conto ad una società oppure no; io ora lavoro per me stesso e per migliorarmi, così da farmi trovare pronto nel momento giusto».
Uno sguardo al Girone H: che campionato sta vedendo?
«Parliamo di un girone che, a differenza degli altri anni, ha perso tantissima qualità. Favorita? In questo momento lo può fare chi è alle prime armi, non io che faccio calcio da anni. Il mercato può far cambiare tante cose. Ci sono piazze importanti come Andria e Barletta, oggi arretrate, ma diranno la loro fino alla fine. Certo che il lavoro fatto dall'Heraclea, società molto forte, che deve ancora crescere in tante cose, balza all'occhio, stanno davvero facendo grandissime cose. Il Fasano sta lì perché ha speso tanti soldi, mi viene da ridere quando parlano di un progetto triennale: quando spendi tutti quei soldi, hai fatto all-in su quest'anno... Certo ora senza Lagzir e probabilmente Loiodice, perdono tanta qualità. Barletta, Heraclea e Paganese daranno fastidio fino alla fine. Il Barletta ha preso un DS che ha vinto tanto in D; la Paganese ha Bocchetti che conosce bene la categoria; l'Heraclea ha lo sprint dei nuovi arrivati. L'Andria è la squadra che più, per costruzione di rosa, mi piace, e devo fare i complimenti a chi ha costruito la squadra, con calciatori non strapagati. Per me, tra le quattro che ho nominato è quella che ha speso meno, ha gli under più bravi, devo elogiare il direttore che ha fatto così bene. Per me il Fasano è quella che può cadere».
Lei conosce bene le piazze di Taranto e Brindisi. Come giudica le loro situazioni?
«Penso che abbiano una fortuna incredibile, ovvero avere alle spalle, in questo momento, due società mostruose. Il Brindisi, più del Taranto, ha perso tantissimi soldi lo scorso anno, quindi rilanciare in quella maniera andando ad ingaggiare calciatori di quello spessore, vuol dire avere una reale forza. Mentre la società del Taranto si conosce, è una famiglia conosciutissima in Puglia, ma hanno iniziato da zero; mentre a Brindisi hanno dovuto pagare tanti debiti. Ad ambo le società qualcosa manca: chi non ha il direttore, chi ce l'ha e fa confusione; nella disavventura delle loro situazioni, hanno comunque avuto la fortuna di trovare due grandi società».
La Serie D va verso una riforma: 8 gironi, con una promozione tramite i playoff. Cosa ne pensa a riguardo?
«Era ora! Ci sono squadre, tipo Savoia, Reggina, Nissa ed Athletic Palermo nel girone I, e Paganese, Barletta, Heraclea, Fasano nel Girone H, a cui non puoi dire "ne sale solo una", hanno investito tanto. O fanno una riforma mettendo un tetto agli ingaggi, incentivando concretamente l'uso dei giovani, come il minutaggio in Serie C, altrimenti dire che ne sale una sola... diventa un problema».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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