L'evoluzione del calcio moderno porta con sé nuove problematiche che coinvolgono i diritti e la tutela dei professionisti del settore. A fare il punto della situazione è Umberto Calcagno, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori (AIC), che in un'intervista rilasciata a TMW Radio durante la trasmissione Maracanà ha affrontato le principali questioni che caratterizzano il panorama calcistico contemporaneo.
La Tutela dei Campioni: Oltre il Privilegio Apparente
La discussione sui diritti dei calciatori di alto livello assume contorni complessi che vanno oltre la superficie del privilegio economico. Secondo il numero uno dell'AIC, la questione merita un'analisi più approfondita: "C'è da tutelarli. Sono fortunati, non c'è dubbio, ma giocano a quei livelli per il talento ma anche perché producono ricchezza. Oggi c'è una sensibilità diversa attorno ai top player, chi vive a contatto with loro hanno più bisogno di riposare anche più di loro. Anche gli staff sono sempre a lavoro, e se si gioca ogni tre giorni è un problema".
L'intensificazione del calendario calcistico rappresenta una delle sfide principali per la salute dei professionisti del settore. La frequenza ravvicinata delle partite non colpisce solamente gli atleti in campo, ma coinvolge l'intero apparato tecnico e organizzativo delle squadre. Questa situazione genera ripercussioni economiche significative per le società sportive, come evidenziato da Calcagno: "C'è una sensibilità differente però, perché le società hanno dei danni economici da questi infortuni. Ci sono delle ricerche che dicono che dopo un infortunio serio, il valore di un giocatore diminuisce anche di un terzo".
L'Impegno per le Categorie Minori
L'azione dell'AIC non si limita alla difesa dei professionisti di élite, ma si estende alle categorie meno visibili del panorama calcistico nazionale. Il presidente ha sottolineato l'attenzione particolare rivolta ai campionati inferiori: "Oggi si parla tanto dei problemi della Lega Pro, che si è stabilizzata però. Stiamo lottando però per aumentare il livello sulle norme per le iscrizioni, abbiamo ottenuto il professionismo per il calcio femminile ma non solo. Siamo concentrati su queste categorie, ma c'è anche grande sensibilità dei grandi calciatori per questi temi".
L'associazione ha registrato importanti successi nell'ambito del riconoscimento professionale, particolarmente significativo è stato l'ottenimento dello status di professionista per il calcio femminile, un traguardo che rappresenta un passo fondamentale verso l'equiparazione di genere nel mondo sportivo.
Memorie di Campo: L'Esperienza Personale
La prospettiva di Calcagno sulla realtà calcistica si arricchisce della sua esperienza diretta come ex professionista. I ricordi della sua carriera offrono uno spaccato autentico delle diverse realtà del calcio italiano: "Gli anni passati in Serie C sono tra i più belli. Chiaro, il passaggio alla Sampdoria nell'anno dello Scudetto, per me cresciuto in quelle giovanili, è stato qualcosa di più che gratificante. Era un gruppo con calciatori e uomini di livello assoluto. In Serie C ho vissuto tante soddisfazioni, ho conosciuto quasi tutta l'Italia, mi ricordo gli anni al Giulianova, a Castrovillari, al Martina Franca, sono esperienze che mi sono servite davvero".
La Questione del Lavoro Autonomo: Un Dibattito Complesso
Una delle tematiche più controverse riguarda la possibile trasformazione dello status lavorativo dei calciatori da dipendenti a professionisti autonomi. Calcagno ha fornito un'analisi tecnica dettagliata della questione, chiarendo gli aspetti previdenziali e normativi: "Non è l'importo del contratto che determina se uno è subordinato o autonomo. Noi versiamo al fondo sportivi dell'INPS solo fino a 120 mila euro lordi, quindi la pensione di un calciatore di C è molto simile a quella di un grande calciatore che ha giocato in Serie A. Il risparmio non c'è alla fine".
Il presidente dell'AIC ha evidenziato come la natura del lavoro calcistico sia intrinsecamente legata alla subordinazione: "La subordinazione è data dalle modalità con cui si svolge la professione. I calciatori sono i lavoratori più subordinati al mondo, non vengono soltanto diretti durante l'attività fisica, ma c'è anche il controllo su alimentazione, riposo e tanto altro. Non ci potrà mai essere una legge che siamo autonomi, sarebbe incostituzionale. Sono lavoratori subordinati, non decidono loro le tempistiche del loro lavoro".
Strategie per il Post-Carriera
L'AIC ha sviluppato programmi specifici per accompagnare i professionisti nella transizione verso la vita dopo il calcio giocato. Calcagno ha illustrato le iniziative in corso: "Sul post-carriera abbiamo cominciato dei percorsi che ci stanno dando un percorso importante. Abbiamo avviato percorsi universitari solo per calciatori e calciatrici, orientamento per il post-carriera, indirizzandoli anche fuori dal mondo del calcio".
Questi programmi rappresentano un approccio innovativo alla gestione delle carriere sportive, riconoscendo la necessità di preparare gli atleti a una seconda fase professionale che spesso richiede competenze completamente diverse da quelle sviluppate sui campi di gioco.
La Leadership degli Ex Calciatori: Una Sfida Ancora Aperta
Il tema della rappresentanza degli ex giocatori nelle posizioni dirigenziali del calcio italiano rimane una questione delicata. Calcagno ha riflettuto sui precedenti tentativi e sulle prospettive future: "Campana sognava un ex calciatore alla presidenza federale. Io credo che purtroppo le storie di Rivera, Albertini e Tommasi fanno capire che non sono ancora maturi i tempi. Non so se il nostro mondo è pronto ad accettare un ex calciatore in quella posizione. Oggi ci sono molti più ragazzi rispetto a una volta che potrebbero essere pronti per fare un ragionamento di questo tipo".
L'analisi storica dei tentativi passati suggerisce che il mondo del calcio italiano potrebbe non essere ancora pronto ad accogliere la leadership di chi ha vissuto il gioco dall'interno, nonostante la crescente preparazione delle nuove generazioni di ex professionisti.
Verso un Futuro di Maggiore Tutela
L'intervento di Calcagno delinea un quadro di impegno costante per l'evoluzione dei diritti nel calcio italiano. L'AIC si configura come un attore centrale nella mediazione tra le diverse istanze del mondo calcistico, lavorando per garantire tutele adeguate a tutti i livelli della gerarchia sportiva.
Le sfide future richiedono un approccio multidisciplinare che tenga conto delle peculiarità economiche, sociali e professionali di un settore in continua evoluzione. L'equilibrio tra le esigenze commerciali del calcio moderno e la protezione dei diritti dei lavoratori rappresenta una delle principali missioni dell'associazione guidata da Calcagno.
La strada verso una maggiore tutela dei calciatori appare ancora lunga, ma i progressi ottenuti in ambiti come il calcio femminile e i programmi di formazione post-carriera dimostrano che il cambiamento è possibile quando esiste la volontà di innovare e proteggere chi fa del calcio la propria professione.
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