Il Foggia si prepara a vivere un mese di gennaio di profonda trasformazione. Ospite della trasmissione ‘za Fò, il direttore sportivo Carlo Musa ha analizzato con estrema chiarezza il momento delicato vissuto dal club rossonero, stretto tra la necessità di risalire la china in classifica e l'obbligo di adattare l'organico ai nuovi dettami tattici della guida tecnica. Un intervento lungo e dettagliato che ha fatto luce su retroscena legati al passato recente e sulle mosse imminenti per il futuro.
Il primo nodo affrontato è stato quello relativo all'addio di Delio Rossi, spiegato da Musa come un passaggio doloroso ma inevitabile: «Non è stata una decisione unilaterale della società, ma una scelta consensuale presa con mister Rossi per il bene del Foggia. I risultati e le prestazioni non erano in linea con le aspettative e, confrontandoci da persone perbene, abbiamo capito che serviva una scossa».
La scelta di puntare su Barilari nasce da una conoscenza pregressa e dalla stima professionale: «Ho lavorato con Enrico a Sestri Levante. Conosco le sue idee e il suo calcio, e questo sarà sicuramente un valore aggiunto anche in ottica mercato, per cercare profili adatti al suo gioco».
Proprio il mercato di riparazione sarà il teatro di una vera e propria rivoluzione tattica, con il passaggio definitivo al 4-3-3. Musa non ha nascosto le criticità di una rosa nata con altre caratteristiche: «Dobbiamo intervenire perché il cambio di modulo sacrifica alcuni elementi attuali. Siamo scoperti sugli esterni d’attacco e faremo valutazioni anche per una punta centrale, pur essendo soddisfatti di chi c’è già».
Tuttavia, il direttore ha frenato su nomi già definiti: «Non esistono giocatori già ‘bloccati’, stiamo valutando diverse situazioni, inclusi scambi e prestiti anche da categorie superiori». In questo scenario, il recupero di Davide Petermann viene vissuto come una priorità assoluta: «Spero sia il nostro primo rinforzo. Sta lavorando duramente dopo l’infortunio e contiamo di riaverlo al top dopo le feste: ci serve la sua personalità».
Sulla filosofia che guiderà i nuovi innesti, il ds ha voluto rassicurare la piazza sulla qualità dell'esperienza che verrà inserita: «Non faremo una squadra Primavera, cercheremo un mix. Arriveranno degli Over, ma non cerchiamo trentenni a fine carriera: a Foggia deve venire gente con fame e voglia di lottare». Un approccio che dovrà bilanciarsi con la gestione del minutaggio dei giovani, tema discusso direttamente con la proprietà per garantire all'allenatore alternative valide in ogni reparto.
Infine, Musa è tornato sulla recente trasferta di Salerno, svelando le condizioni precarie in cui la squadra è scesa in campo («Eravamo un lazzaretto»), ma ha soprattutto sollevato un problema di equità sportiva legato alla tecnologia: «C’è rammarico per la disparità di trattamento. Non è giusto che in alcuni stadi ci siano 7-8 telecamere per il VAR e in altri no. Il campionato deve essere omogeneo, altrimenti si dipende dalla fortuna di avere o meno l’inquadratura giusta». Il messaggio finale è un richiamo alla compattezza per un girone di ritorno che si preannuncia come una battaglia sportiva senza esclusione di colpi: «Dobbiamo restare connessi, la classifica è corta e la lotta salvezza sarà durissima».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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