A poco più di un mese dalla presentazione ufficiale del nuovo direttore sportivo, Alessio Battaglino, e dell'allenatore Andrea Ciceri, la dirigenza del Varese ha incontrato la stampa allo Stadio Franco Ossola per delineare le prospettive della stagione 2025/26. Un incontro volto a chiarire la solidità del progetto e a svelare importanti novità, come riportato anche da VareseSport.
Il presidente Paolo Girardi ha aperto la conferenza stampa con un messaggio di rassicurazione: "Diamo il via ad una nuova tappa del nostro progetto e, malgrado alcune voci circulate, ribadiamo la solidità del progetto". Ha poi annunciato un cambiamento significativo nella composizione del CdA: "Ci sarà però una novità: l’avvocato Stefano Amirante è in uscita dal CdA. A lui vanno tutti i doverosi ringraziamenti perché se siamo qui oggi è anche e soprattutto merito suo". Girardi ha spiegato che i compiti di Amirante verranno ridistribuiti: "dei rapporti con la federazione si occuperà Giovanni Rosati, mentre Antonio gestirà l’ambito delle strutture". Questa riorganizzazione interna mira a ottimizzare la gestione e garantire efficienza.
Un punto cruciale, su cui il presidente ha voluto fare immediata chiarezza, riguarda la sede delle partite casalinghe: "A tal proposito, proprio grazie al lavoro svolto in sinergia con il Comune, smentisco subito qualsiasi dubbio: il Varese Football Club giocherà al Franco Ossola". Una notizia accolta con favore dai tifosi, che potranno continuare a sostenere la squadra nel loro storico impianto.
Antonio Rosati, intervenendo, ha voluto esprimere gratitudine per la collaborazione con l'Amministrazione Comunale: "Ringrazio l’Amministrazione Comunale per la disponibilità mostrata: il lavoro svolto da entrambe le parti ha garantito la possibilità al Varese di restare nella sua casa; ci eravamo attivati per trovare soluzioni alternative, ma tutti noi avevamo questo obiettivo e l’abbiamo perseguito". Questo sottolinea l'impegno congiunto per assicurare che il Varese rimanga saldamente ancorato alle proprie radici.
Rosati ha poi aperto una breve parentesi sulla scorsa stagione, analizzando gli esiti pur mantenendo la fiducia nelle scelte fatte: "Resto convinto che la squadra costruita era di primo livello e la coppia Montanaro-Floris, unita in campo e fuori, era la scelta migliore; purtroppo la palla è rotonda, alcune situazioni non sono state gestite al meglio, penso al caso Albenga, e si è sfaldata la situazione. Detto questo vincere non è mai facile, ma noi siamo convinti dell’impostazione che avevamo scelto e, non a caso, abbiamo riproposto il binomio di due professionisti che avevano lavorato insieme". Questa riflessione dimostra la consapevolezza delle difficoltà incontrate, ma anche la convinzione nella validità del percorso intrapreso.
Sulla composizione della nuova squadra, Rosati ha anticipato novità imminenti: "Ci siamo mossi bene, ma abbiamo aspettato ad annunciare le ufficialità proprio perché volevamo presentare di persona la stagione: dal weekend cominceremo con gli annunci". I tifosi possono quindi aspettarsi a breve le prime ufficializzazioni sul fronte del mercato.
La questione dello stadio, inteso come nuovo impianto o importante ristrutturazione, è un tema caldo. Rosati ha fornito aggiornamenti, pur sottolineando la complessità: "La situazione non è arenata. Purtroppo ci sono tempistiche molto lunghe, ma il dialogo prosegue; nel frattempo torno a sottolineare il lavoro svolto al Centro Sportivo delle Bustecche, cosa che nessuno aveva mai fatto a Varese prima d’ora". Ha poi aggiunto: "Ovvio che per lo stadio si parli di altre cifre e tempistiche, ma sono fermamente convinto che si arriverà ad un dunque positivo: noi, i nostri partner e anche l’Amministrazione condividono la volontà di portare avanti il progetto".
Il ritorno tra i professionisti è strettamente legato al discorso economico e infrastrutturale. Rosati ha precisato: "Al momento sto lavorando intensamente per catalizzare intorno al Varese delle forze che contribuiscano sia al discorso stadio sia alla scalata sportiva: come ci insegnano anche le realtà vicine, le due parti dipendono l’una dall’altra". Questo non significa però che la promozione sia vincolata alla costruzione del nuovo stadio: "Ciò non vuol dire che senza lo stadio resteremo in D per i prossimi dieci anni, ma di certo non voglio salire in Serie C per poi retrocedere subito né tornare fra i professionisti per andare a giocare a Sestri Levante. Il Varese salirà e lo farà a Varese proprio perché siamo al lavoro su entrambi i binari". Un chiaro segnale della volontà di un ritorno in Serie C che sia solido e duraturo.
Durante la sessione di domande, Rosati ha dissipato ogni dubbio sul rapporto con Amirante: "Assolutamente no: è una figura a 360° che ha seguito qualsiasi cosa soprattutto nel momento in cui la società non era così strutturata. Stefano ha oggi una completezza in categoria che gli dà curriculum per dare il suo contributo anche in realtà fuori Varese. In ogni società, poi, ci sono dei cicli: per ciò che ha fatto Varese e ciò che ha fatto Stefano era il momento maturo per separare le strade nel massimo rispetto reciproco. Il CdA passa quindi a quattro persone: io, Antonio Rosati, Giovanni Rosati, Massimo Foghinazzi".
Sulle tempistiche per il nuovo stadio, ha ribadito la complessità burocratica: "Date sicure non possono esserci. Superato il problema stagione sportiva, ripartirà l’iter burocratico che si era un attimo fermato. Il Franco Ossola è un vecchietto di 90 anni (ride, ndr): con questa mossa gli abbiamo fatto una bella flebo e per altri due o tre anni andremo avanti così, ma nel frattempo deve nascere il nipote…". Per quanto riguarda il campo di gioco, ha assicurato un miglioramento: "Si sono svolti tavoli tecnici con Vanoni e l’agronomo Cardani per far sì che il manto dell’Ossola sia in situazioni migliori. In questo caso abbiamo anteposto alla burocrazia il buonsenso".
In merito agli obiettivi sportivi, Rosati è stato chiaro: "Il Varese non può permettersi di fare campionati anonimi e la parte sportiva ha inevitabilmente il compito di far bene: poi, fare benissimo o benino non dipende esclusivamente da noi, ma di sicuro l’input che abbiamo dato è quello di puntare in alto". La direzione è quella di un Varese protagonista.
Infine, sul mercato, ha spiegato la filosofia delle scelte: "I matrimoni si fanno in due e la convinzione ad andare avanti deve essere reciproca. Montanaro ha ritenuto giusto coinvolgere alcuni ragazzi col Fasano e molti di loro hanno accettato; chiaro che a loro vada il nostro più grosso in bocca al lupo. Al tempo stesso non costringiamo nessuno a restare e Battaglino è stato altrettanto libero di operare nella maniera migliore. Poi, guardando un attimo al rapporto costo/resa, forse era giusto cambiare: il budget era uno dei più alti dell’ultimo periodo e abbiamo fatto bene, ma non benissimo". Sulla "varesinità" ha specificato: "Logica. La varesinità viene intesa come un raggio geografico utile a consentire all’atleta di “tornare a casa a sera”. Nel territorio ci sono profili davvero validi, ma ciò non esclude che pescheremo all’infuori di questo raggio, a patto che ci sia un forte rapporto che sia con il mister o con il direttore".
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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