Andrea Colombino, direttore sportivo della Torres, ha tracciato un quadro completo della situazione del club sassarese, spaziando tra passato, presente e futuro, con un'intervista ricca di spunti a TMW Radio.
Dalla scelta del nuovo allenatore alle strategie di mercato, passando per le dinamiche della Serie C, Colombino ha offerto una visione chiara e dettagliata degli obiettivi della società.
Dopo quattro stagioni di successi, la Torres ha deciso di chiudere un ciclo e inaugurarne uno nuovo sotto la guida di Michele Pazienza. Colombino ha spiegato le ragioni dietro questa scelta: "Ci siamo arrivati attraverso una serie di colloqui, come accade quando si deve selezionare una figura fondamentale per un nuovo progetto. Abbiamo parlato con diversi allenatori, ma siamo stati colpiti dall'interesse, dalla preparazione e dalla voglia di rimettersi in gioco di mister Pazienza".
Nonostante Pazienza non provenga da una stagione particolarmente fortunata, la sua conoscenza della realtà sarda e la sua determinazione hanno fatto la differenza. "È vero, non viene da una stagione fortunata, ma ha mostrato una conoscenza profonda della nostra realtà, soprattutto dal punto di vista tecnico. E questo non era affatto scontato, considerando che ha sempre allenato in un girone diverso dal nostro. Inoltre, nonostante fosse ancora sotto contratto con il Benevento, ha dimostrato grande determinazione, quella che noi chiamiamo “fuoco” e “veleno”. Per noi è stato un elemento decisivo". La scelta riflette quindi una ricerca di affinità tattica e una forte motivazione da parte del tecnico.
La Torres arriva da due stagioni eccellenti, con un secondo e un terzo posto, pur con un epilogo sfortunato nei playoff. Colombino è consapevole dei risultati ottenuti, ma guarda già al futuro con pragmatismo: "Esatto. Non possiamo dimenticare come sia finita la stagione, ma dobbiamo guardare avanti, facendo tesoro sia delle cose buone che degli errori. L’approccio resta sempre quello: umiltà, voglia di fare bene e lavorare passo dopo passo. Prima raggiungere la salvezza, poi alzare l’asticella".
Un obiettivo strategico per la prossima stagione sarà il ringiovanimento della rosa. "Un altro obiettivo importante sarà ringiovanire la rosa, anche per avere accesso al contributo “minutaggio” che negli ultimi anni non abbiamo sfruttato. Stiamo lavorando in questa direzione, e diversi giocatori giovani stanno già arrivando". Questa mossa non solo garantirà un futuro più sostenibile al club, ma permetterà anche di ottenere vantaggi economici legati alla valorizzazione dei giovani.
Sul fronte mercato, le idee del nuovo tecnico sono in linea con la filosofia della società. "Con Pazienza condividiamo molte idee. Negli ultimi anni abbiamo lavorato con un sistema 3-4-3 o 3-5-2, molto vicino al suo modo di giocare. Questo aiuta perché le caratteristiche dei nostri giocatori si adattano al suo stile". L'armonia tra allenatore e direzione sportiva è fondamentale per costruire una squadra coesa. Colombino ha poi sottolineato l'importanza di trattenere i pezzi pregiati della squadra: "Ovviamente lo coinvolgo attivamente nella costruzione della rosa, e un aspetto centrale sarà anche trattenere i giocatori più importanti, che sono molto richiesti".
Un tema caldo in questo periodo è la composizione dei gironi di Serie C, con le voci che vedrebbero la Salernitana potenzialmente inserita nello stesso raggruppamento della Torres. Colombino però mantiene la calma: "Io credo che la Salernitana verrà inserita nel girone C, seguendo la territorialità. Le richieste particolari ci possono anche stare, ma ci sono regole, un presidente di Lega e un organo competente. Detto questo, se dovesse essere inserita nel nostro girone, giocheremo anche a Salerno, come siamo andati ovunque senza timori". Nonostante le speculazioni, il DS rimane focalizzato sul lavoro in casa Torres, senza farsi distrarre dalle mosse degli avversari: "In tanti si stanno muovendo bene: penso al Perugia, all'Ascoli. Ma onestamente ho poco tempo per guardare in casa altrui, sono concentrato sulla Torres. Non preoccupato, ma impegnato".
Sui rapporti con il Cagliari, l'altra grande realtà professionistica sarda, Colombino ha dichiarato: "I rapporti sono buoni. A gennaio abbiamo concluso l’operazione con Michele Carboni, passato da noi a titolo definitivo. Non escludo nuove collaborazioni. A livello societario c’è sintonia, poi ovviamente sul piano delle tifoserie c’è una storica rivalità, ma fa parte della goliardia". Un segnale di apertura a future sinergie, pur nel rispetto delle naturali contrapposizioni tra le tifoserie.
Il dibattito sulle seconde squadre è sempre acceso in Serie C. Colombino si schiera a favore, vedendole come un'opportunità. "Dal punto di vista tecnico credo siano una risorsa. Aiutano i giovani a passare dal settore giovanile al calcio professionistico". Pur riconoscendo alcune perplessità, il DS sottolinea che "è vero che ci sono dei contro, come la percezione che “tolgano il posto” ad altri club, ma la solidità economica deve contare più della tradizione. In Europa le seconde squadre esistono da anni, non vedo perché non debbano esserci anche da noi".
Per migliorare il sistema, Colombino propone un'idea interessante: "Forse con un girone dedicato solo alle seconde squadre, ma servono tempo e valutazioni. La Juventus, ad esempio, ha lavorato molto bene con l’U23. Giocatori passati da lì oggi fanno la Champions. E poi, la realtà è che tante squadre di C chiedono prestiti da A e B, quindi criticare le seconde squadre e poi prendere giocatori da lì è un controsenso. L’aspetto tecnico per me resta il più importante".
Sull'impatto sul mercato, ha aggiunto: "È vero, ma le squadre di A hanno tantissimi giocatori sotto contratto, 40-45 in media. Quindi c’è comunque una disponibilità per il mercato dei prestiti. L’Under 23 dà uno sbocco certo, con garanzie tecniche, continuità nel lavoro, stesso stile di gioco... è un vantaggio anche per i ragazzi".
Infine, Colombino ha affrontato un tema delicato che ogni estate affligge il calcio italiano: le difficoltà economiche dei club, le penalizzazioni e le esclusioni. "Credo che la Lega ci stia lavorando, introducendo per esempio la Salary Cap. Serve più sostenibilità. La C deve essere una categoria di passaggio, non un’illusione".
Il direttore sportivo ha suggerito possibili soluzioni per prevenire situazioni disastrose: "Ridurre automaticamente gli ingaggi in caso di retrocessione potrebbe aiutare, evitando situazioni ingestibili. Chi fa il passo più lungo della gamba è giusto che fallisca, ma ci sono anche casi di difficoltà “ereditate” da retrocessioni. Bisognerebbe tutelare anche quei casi". Un appello alla responsabilità e a meccanismi di tutela per garantire maggiore stabilità al sistema.
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