Per la terza volta in poco più di un anno e mezzo l'ACR Messina ha scelto Sergio Campolo. A differenza delle due precedenti fugaci apparizioni, però, il tecnico reggino ha finalmente potuto coronare il suo sogno di guidare la squadra giallorossa. Martedì, a Santa Margherita, l'avvio della prima settimana di allenamenti agli ordini dell'ex centrocampista che domenica a Noto vivrà il suo debutto ufficiale in panchina. "Sono entusiasta e mi sento di ringraziare la dirigenza per l'occasione che mi è stata concessa. Mi assumo una grande responsabilità, ma penso di avere le spalle abbastanza larghe" ha affermato il successore di Loris Beoni. "Messina e Reggio Calabria sono le due città che ho nel cuore e sedendomi su questa panchina corono un sogno che spero possa rappresentare l'inizio della mia carriera, dopo le prime esperienze con Bocale, Bagaladi ed Igea Virtus. Non sono ancora un allenatore formato, ma l'esperienza non si compra e si matura progressivamente, mettendosi alla prova. Sarò sempre pronto al dialogo con tutti, ma al di là dei nostri trascorsi sarò pur sempre l'allenatore e pretenderò rispetto. Il primo giorno, quando sono arrivato allo stadio, qualcuno mi ha chiamato "capitano": questo per me resta il complimento più bello".
Intervenendo in diretta alla trasmissione "Rms Sport", in onda come ogni martedì su Radio Messina Sud, Campolo ha affrontato diversi temi, dalla squadra al mercato, sottolineando le differenze tra il ruolo del calciatore che "ha responsabilità ridotte" e l'allenatore che "deve gestire tante teste e tutto l'ambiente intorno ad una squadra di calcio, anche relativamente a stampa e tifosi".
SOCIETA'. "Tra di noi c'è grande amicizia. Sono contento perché, anche nella rivalità sportiva più accesa, Messina e Reggio Calabria sono da oggi più unite. Peraltro negli ultimi derby non è mai successo nulla di brutto sugli spalti e questo dimostra che vi è rispetto reciproco tra le parti. Martorano ed i suoi soci sono un gruppo di giovani imprenditori che hanno fatto bene nei loro ambiti lavorativi ed adesso vogliono ripetersi nel calcio, dopo avere ottenuto con determinazione la proprietà della società".
SQUADRA. "Il nostro obiettivo è la salvezza. Dalla squadra mi aspetto dei segnali di crescita già a partire dalla gara di Noto. Per il match di domenica scorsa, perso contro la Forza & Coraggio, posso rimproverare ai ragazzi poco o nulla. Il gol subito su palla inattiva, però, era davvero evitabile". A confortarlo la prestazione positiva dei "big". "Su Cecere e Morabito puntavo a occhi chiusi, so che professionisti fossero. Ma sono soddisfatto anche di Orefice e Catania, quest'ultimo era il più indietro sotto il profilo della condizione fisica. Bognanni e Ricciardi, invece, li conoscevo già essendo stati nella Primavera della Reggina. Cercheremo di creare prima di tutto un gruppo unito. I più giovani dovranno essere aiutati dai più esperti: soltanto così potremo gettare le basi per risalire, anche perché Messina non è certo una piazza da serie C o D".
MERCATO. Il responsabile dell'area tecnica, Pasquale Leonardo, è al lavoro per rafforzare l'organico. Da questa settimana Fabio, La Marca e Di Tora si allenano con i giallorossi. Il tecnico valuterà le condizioni dei tre centrocampisti prima di procedere al tesseramento. Ma è il reparto offensivo a necessitare dei maggiori innesti. "La società sta facendo un buon lavoro. D'altra parte bisogna valutare attentamente i giocatori che scegliamo. Abbiamo a disposizione soltanto il mercato degli svincolati e dunque si tratta di elementi fermi da mesi".
CAPITANO. "Domenica scorsa Lo Piccolo è stato premiato con la fascia di capitano per il precedente impegno con la vecchia gestione. In campo ha mostrato le qualità che conoscevo. Era in Primavera quando militavo nel Messina e già si faceva notare per il suo senso di responsabilità. Ma in futuro per la fascia di capitano occorrerà tenere conto dell'anzianità e stiamo affrontando anche questo problema. Indicherei dunque Cecere per il numero di presenze, ma non mi piace tanto avere un portiere nelle vesti di capitano. E' troppo lontano dal gioco".
MODULO. "Prediligo due moduli, il 4-2-3-1 ed il 4-3-3, e per me la migliore difesa è l'attacco, ma non si può fare soltanto calcio zemaniano. È necessario adattarsi alle caratteristiche dei giocatori e di partita in partita all'avversario".
Autore: Anna Laura Giannini
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