Inattesa decisione del tecnico, che lascia una squadra ben posizionata in classifica. Nessuna indicazione sul sostituto, squadra per ora al secondo Crivellaro. "La coerenza viene prima dei miei interessi". Usa poche ma pregnanti parole Antonino Praticò detto Nino per dettare il clamoroso addio alla panchina del Trissino Valdagno. "Il motivo? Divergenze con la dirigenza sul mercato di dicembre".
"Eravamo d´accordo che per ogni giocatore in uscita ne sarebbe arrivato uno in entrata. Invece non è successo. E allora, coerentemente, mi sono auto-esonerato», puntualizza il tecnico calabrese. Scontata l´obiezione: perché lasciare una squadra neopromossa e praticamente già salva, visti i 30 punti raggranellati al giro di boa, considerato che i tre partenti, Braggio, Chinellato e Marangon, sono scesi in campo rispettivamente 99, 120 e 50 minuti lungo l´arco dell´intero girone d´andata? «Giocavano poco ma facevano parte integrante della rosa, sono tre under che tornavano utili. E poi la società voleva cedere pure Marchetti, che poi alla fine è rimasto. Ma non voglio fare polemica". E per fortuna...
Secondo i vertici biancorossoazzurri la comunicazione di Praticò è il classico fulmine a ciel sereno (anche se domenica c´era stato un preavviso da parte del tecnico) e, a microfoni spenti, qualcuno non l´ha presa benissimo. Ma sotto i riflettori c´è la volontà di lasciarsi e rimanere amici. "È una decisione che ci ha spiazzato", ammette a denti stretti il presidente Emanuele Cenzato. E i rinforzi promessi? "I giocatori che sono andati via non venivano quasi mai utilizzati. Comunque c´era la volontà di rimpiazzarli a gennaio, quando apre la finestra di mercato delle società professionistiche. Anche perché, tra i dilettanti, chi ha giovani forti se li tiene ben stretti. E non siamo la società con i milioni di euro in tasca".
Difficile dargli torto. Ma allora perché non provare a convincere Nino a rimanere? "Se uno ha in testa l´idea di andare via - ribatte Cenzato - credo sia giusto lasciarlo libero. Anche perché altrimenti lo farebbe in ogni caso alla prima occasione utile. L´ho sempre pensata così, nello sport come all´interno della mia azienda. Comunque nessun problema, mi preoccupano di più la squalifica di Marijanovic e l´infortunio di Trinchieri. Per quanto riguarda l´allenatore, ci daremo da fare per trovare un sostituto. E con Praticò ci troveremo a cena per chiarirci".
Non certo per fargli cambiare idea: duru cu duru non fabbrica muru, dicono a Reggio Calabria. Ma il detto vale anche a Trissino. Per il momento la squadra è stata affidata al secondo, Antonio Crivellaro, e al preparatore atletico (confermato) Roberto Ziggiotti. Non è escluso che per la trasferta di domenica 6 gennaio a Porto Tolle sia proprio Crivellaro a dettare l´undici titolare. Anche se per il ruolo di “vice del vice” scalpitano il presidente Cenzato e il direttore sportivo Davide Consolaro. "Ho già salvato due volte il Trissino – recita il presidente – una in Eccellenza e l´altra in Promozione".
"In panca ci vado io", afferma però sicuro il diesse. Almeno il buonumore è rimasto di casa. Il vero successore di Praticò per ora non ha un nome, ma un identikit sì. "Deve essere un allenatore dotato di carattere e di carisma. Qualcuno di importante, non uno che viene qua tanto per finire l´anno", afferma Cenzato.
Sì, vabbé: si diceva così anche a giugno, quando il matrimonio tra l´ex stopper del Vicenza e la neonata società della valle dell´Agno era partito con le migliori intenzioni. Dov´è finito il tanto sbandierato progetto triennale? "I piani vanno aggiornati, ma non l´abbiamo scelto noi", dice il presidente. A Praticò, invece, scappa da sorridere. "Progetto triennale? Di sicuro non l´ho mai detto io. E poi nel calcio non esiste, tutto è a breve termine. Ora starò a casa con la mia famiglia e penserò ad aggiornarmi e a migliorarmi. Peccato, stavamo facendo una cavalcata importante e avrei avuto tutti i motivi per continuare. Ma io sono fatto così, non guardo i miei interessi. Prima viene la coerenza".
L'addio per Braggio, Marangon, Chinellato. Sesto posto a metà campionato, 30 punti già messi in cascina in pochi mesi di esperienza da matricola in serie D, con la salvezza virtuale posta (stando larghi) a quota 45. Di solito con questi numeri nel calcio non si vedono dimissioni né esoneri. E invece, secondo le versioni fornite da società e allenatore, è bastata la partenza di tre giovani riserve per mandare all´aria un matrimonio che pareva solido: Federico Braggio, attaccante del ´94 finito alla Belfiorese, Piero Chinellato, esterno classe ´93 andato al SandonàJesolo, e Mattia Marangon, mediano pure classe ´93 di proprietà del Bassano, che la società giallorossa ha deciso di girare all´Abano. A tutti Praticò aveva riservato appena qualche apparizione.
Uno dei tre in realtà è già stato sostituito. Sì, perché nei giorni scorsi ha fatto ritorno in valle Alessandro Cenzato, centrocampista del ´95 che a inizio stagione era partito con destinazione Primavera del Cittadella.
Un altro difensore potrebbe arrivare in prestito sempre dai granata padovani; si tratta del ´94 Gianluca Fabris, terzino destro che aveva iniziato la stagione al Belluno prima di essere cacciato per un clamoroso gesto: durante la partita di campionato a Este si era tolto la maglia ed era uscito dal campo dopo un diverbio con un compagno di squadra. Da qualche giorno Fabris è in prova al Trissino Valdagno, anche se non è detto che rimanga. Per la regola degli under obbligatori serve almeno un altro ´94, possibilmente un attaccante dato nel reparto avanzato l´unico baby è Zani, che finora ha avuto praticamente il posto assicurato. Una punta giovane potrebbe arrivare a gennaio, in prestito da una società professionistica.
Autore: Redazione NotiziarioCalcio.com
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