Un grido di allarme che non ammette repliche si leva dalla squadra del Paternò. I giocatori, esasperati da una situazione che definiscono al limite del surreale, hanno rilasciato un durissimo comunicato che fotografa una realtà di assoluta precarietà e disagio, descrivendo la loro attuale condizione come uno "sbando" totale e parlando di "inaccettabili" modalità di gestione.

Il documento, pubblicato integralmente, espone una serie di problematiche che affliggono la quotidianità degli atleti, mettendo in discussione la serietà e l'organizzazione della società. La denuncia parte dalle prime fasi della stagione: fin dall'inizio, i giocatori riferiscono di non aver potuto comportarsi come una vera squadra professionistica, costretti a viaggiare per le trasferte a bordo di furgoni a nove posti o pulmini improvvisati.

La sistemazione logistica è un altro punto dolente. Inizialmente alloggiati in un albergo ad Aci Castello, gli atleti raccontano un episodio che evidenzia la gravità della situazione economica: a causa della mancanza di adeguate coperture finanziarie, sarebbero stati gli stessi allenatori a doversi occupare personalmente, il sabato sera, dell'acquisto e della distribuzione del pasto, nello specifico del pollo, per i calciatori.

Il culmine del disagio è stato raggiunto di recente. Il gruppo è stato improvvisamente allontanato dalla precedente struttura e trasferito in un B&B situato in contrada San Leone a Belpasso, descritto dai giocatori come "praticamente in mezzo al nulla". Le difficoltà di spostamento per raggiungere la nuova area e il fatto che alcuni atleti non abbiano potuto pranzare e cenare per intere giornate si sommano a quanto riscontrato all'arrivo nella nuova location.

La sistemazione attuale è ritenuta drammatica: per ventidue occupanti sono disponibili solamente quattordici posti letto. Di fronte alla richiesta di soluzioni alternative, la risposta ricevuta è stata quella di ricorrere a brandine, con l'intenzione di sistemare i rimanenti calciatori in corridoi e locali di servizio, in un contesto che viene paragonato a uno "stile carcerario" o a un vero e proprio "accampamento".

Le carenze si estendono anche ai servizi essenziali: l'acqua calda è disponibile solo al piano inferiore della struttura. Per quanto riguarda l'alimentazione, l'intera squadra ha a disposizione solo due piccole pentole per cucinare, rendendo di fatto impossibile preparare il pranzo per l'intero collettivo.

Un ulteriore episodio, verificatosi in giornata, ha reso palese l'assenza di organizzazione: i generi alimentari necessari sono stati consegnati solo alle 14:28, quando i giocatori avrebbero dovuto essere pronti per l'allenamento previsto alle 15:00. Questo ritardo ha avuto immediate ripercussioni sul campo. Nonostante gli allenatori, superato un piccolo inconveniente con la propria vettura, siano riusciti ad arrivare al campo di Ragalna alle 15:10, la sessione di allenamento è stata annullata proprio a causa dell'assenza dei giocatori, che non avevano potuto consumare il pasto.

La richiesta finale dei giocatori è netta e urgente: "Non vogliamo essere trattati come delle bestie, siamo esseri umani". Essi ribadiscono che è compito della società garantire un trattamento dignitoso e vivibile. Per questo motivo, lanciano un accorato appello a tutta la tifoseria, alle autorità locali, e a chiunque abbia a cuore le sorti del Paternò Calcio, affinché intervengano in una situazione che, a loro giudizio, non può più essere tollerata.

Sezione: Serie D / Data: Mer 22 ottobre 2025 alle 08:50
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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