Il Pineto continua a muovere la classifica e lo fa attraverso una prestazione di carattere sul difficile campo di Arezzo. Il match, terminato con un pirotecnico 3-3 maturato interamente in una prima frazione di gioco ad altissima intensità, consegna ai biancazzurri il terzo pareggio nelle ultime quattro sfide. Una gara vibrante, segnata non solo dai gol ma anche da un clima di forte tensione agonistica e da diverse decisioni arbitrali che hanno fatto discutere i protagonisti nel post-partita.
Nonostante il nervosismo palpabile in campo, l'allenatore del Pineto, Ivan Tisci, ha preferito mantenere un profilo equilibrato analizzando l'operato del direttore di gara senza eccessive polemiche. «Non mi soffermo sugli errori arbitrali, perché anche i giocatori ne commettono – e ieri forse ne hanno fatti parecchi in campo. A volte si sottolinea solo l’errore dell’arbitro, che pure in qualche caso non è andato per il verso giusto», ha dichiarato il tecnico durante la conferenza stampa. Tisci ha invece voluto spostare l'attenzione sulla qualità della prova offerta dai suoi uomini: «Per quanto mi riguarda, devo parlare di questo risultato: è assolutamente importante contro una squadra che dal vivo mi ha dimostrato tutta la sua forza. Sapevamo, e i miei ragazzi lo sapevano, che per fare punti oggi serviva una prestazione maiuscola sotto ogni aspetto».
La chiave del match è stata la tenuta mentale e fisica nei momenti di massima pressione. Secondo l'allenatore, uscire indenni da una sfida simile richiedeva un sacrificio totale nei contrasti individuali: «Perdere i duelli contro questi giocatori avrebbe significato tornare a casa a zero. Con il nostro atteggiamento e la voglia di portare a casa un risultato importante ce l’abbiamo fatta. Siamo contenti, perché non era affatto semplice».
Uno dei momenti più discussi della giornata è avvenuto al triplice fischio, quando un acceso confronto tra Tisci e il tecnico avversario Cristian Bucchi è costato l'espulsione a entrambi. Tuttavia, tra i due allenatori il legame resta solido, frutto di un'amicizia storica che va oltre le dinamiche del rettangolo verde. «Ci siamo abbracciati subito. Siamo talmente amici che, anche quando giocavamo insieme, dopo le partitelle in allenamento spesso discutevamo e poi ci abbracciavamo di nuovo: eravamo molto legati», ha raccontato Tisci con un sorriso. «Abbiamo entrambi un carattere acceso, la voglia di vincere e di prevalere era tanta oggi – noi per un motivo, lui per un altro. Nel sottopassaggio ci siamo chiariti subito, come è giusto che sia. Dispiace aver fatto vedere quella discussione, ma è anche simpatico pensare che due amici si siano fatti cacciare fuori dall’arbitro a fine gara».
Dal punto di vista tattico, la sfida ha vissuto due fasi nettamente distinte. Se nel primo tempo il Pineto ha giocato a viso aperto, colpendo con efficacia, nella ripresa la squadra ha preferito compattarsi per difendere il prezioso pareggio. Tisci ha spiegato che questo cambiamento non è stato casuale, ma figlio di una necessità strategica e della spinta degli avversari. «Credo ci siano entrambe le cose. Merito dell’Arezzo, che ha provato a schiacciarci creando tanto e cercando di mettere i due attaccanti più avanti. E merito nostro per aver concesso il meno possibile».
L'analisi del tecnico prosegue sottolineando la maturità raggiunta dal gruppo nella gestione dei momenti di sofferenza: «Contro una squadra di queste qualità devi essere bravo a togliere spazi, a non perdere duelli e a capitalizzare nelle ripartenze. Nel secondo tempo l’abbiamo fatto meno. Il primo tempo è stato molto intenso, è vero. Alla fine i ragazzi avevano capito che bisognava limitare il più possibile i loro arrivi in area, perché arginarli lì dentro sarebbe stato complicato». Un Pineto che, dunque, sa quando è il momento di osare e quando è necessario stringere i denti: «Hanno compreso che noi siamo il Pineto e ci sono momenti in cui devi anche soffrire. Non si può sempre giocare all’arma bianca. Oggi l’abbiamo fatto perché l’obiettivo era tornare a casa con dei punti».
In chiusura, Tisci ha offerto una panoramica sulla lotta per la promozione, mettendo a confronto le grandi potenze del girone dopo averle affrontate tutte direttamente. «Arezzo, Ravenna, Ascoli: quale vedo meglio per la vittoria del girone? Ora che le ho incontrate tutte e tre, posso dire che sono squadre forti, indubbiamente le più attrezzate del girone, ognuna con caratteristiche diverse». Tra queste, l'avversaria di giornata sembra averlo impressionato particolarmente per la varietà di soluzioni offensive. «L’Arezzo che ho visto oggi è imprevedibile: può attaccarti in tanti modi, individualmente, con le catene laterali, sulle palle inattive. È compatto nella fase difensiva – oggi abbiamo fatto tre gol, ma era la seconda miglior difesa del campionato, quindi è un merito nostro, ma comunque è difficile perforarli». Secondo il tecnico, la corsa al titolo sarà una battaglia di nervi e costanza: «Credo che l’Arezzo, insieme a Ravenna e Ascoli, si giocherà questo campionato fino alla fine. Sarà un duello testa a testa: al di là degli scontri diretti, dovranno essere bravi ad avere continuità, perché le partite le puoi vincere o perdere con chiunque».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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