Il direttore generale del Guidonia Montecelio, Fabrizio Lucchesi, ospite della trasmissione radiofonica A Tutta C, ha offerto una panoramica dettagliata sull'inizio di stagione della sua squadra e ha analizzato questioni cruciali che riguardano l'intero sistema calcistico professionistico. Dalla sorprendente partenza del club neopromosso, fino a riflessioni sulla sostenibilità economica e l'impiego della tecnologia, Lucchesi ha toccato argomenti di grande rilevanza.
L'inizio di stagione del Guidonia Montecelio e il livello della Serie C
La neopromossa Guidonia Montecelio ha iniziato il campionato superando le aspettative, in particolare dopo la vittoria sul campo del Livorno. Lucchesi ha spiegato che, pur essendo soddisfatti dei risultati iniziali, la filosofia del club non è quella di focalizzarsi sui singoli incontri, ma di costruire un progetto a lungo termine. «L’inizio è andato oltre le nostre aspettative, ma non guardiamo partita per partita perché abbiamo la necessità di programmare una stagione cercando di ottenere la permanenza in categoria, che è il nostro obiettivo», ha dichiarato. Il direttore ha sottolineato le difficoltà tipiche di una squadra quasi interamente rinnovata, con 20 nuovi giocatori su 23: «All'inizio c'è sempre la ricerca di equilibri, la ricerca di una squadra nuova, un campionato nuovo: 20 ragazzi nuovi su 23. Quindi c'è sempre bisogno di tempo più che di vedere risultati immediati, e siamo contenti del nostro lavoro, siamo contenti di ciò che stanno facendo i ragazzi. Credo poi che i punti che abbiamo rispecchino più o meno quello che meritavamo».
Analizzando il livello generale della categoria, Lucchesi ha confermato che la qualità della Serie C sta crescendo, in gran parte grazie alle neopromosse che hanno disputato un'ottima stagione in Serie D. «Sono d'accordo sulla tua analisi e in parte credo derivi proprio dal fatto che queste squadre hanno fatto l'anno scorso un campionato di Serie D da protagoniste, alzando notevolmente anche il livello della Serie D», ha spiegato. Ha citato come esempio il suo stesso club e il Ravenna, che si sono contesi i primi posti e la Coppa Italia, a dimostrazione di un livello elevato. «Il livello medio della C contribuisce ad alzarlo, ma in realtà credo che prevalga un grande equilibrio, in questo momento, un equilibrio generale di una Serie C che rispetto a qualche anno fa ha un livello medio più alto».
Le problematiche economiche e la necessità di regole stringenti
Riflettendo sulle difficoltà economiche di alcuni club, come quella che sta attraversando il Rimini, Lucchesi ha espresso una chiara visione sulla necessità di regolamentare l'ingresso di nuovi imprenditori nel calcio. Pur lodando gli sforzi delle leghe, e in particolare della Serie C, per formare una classe dirigente professionale, ha messo in evidenza le contraddizioni di un sistema che dipende dagli imprenditori, ma non riesce a proteggersi da chi non è solvibile.
«La società sportiva è una società che vive all'interno di una società civile. Il calcio è uno spaccato della società civile. Gli imprenditori sono imprenditori che liberalmente scelgono di fare questa attività. Senza di loro non si farebbe calcio, hai voglia di essere organizzato, senza l'imprenditore», ha affermato. Ha poi aggiunto che, nell'era moderna, non è più ammissibile giustificare l'impreparazione. «Oggi io non posso giustificare l'impreparazione. E quindi io credo che l'unico modo sia mettere delle regole che non sono regole di Lega di C, di B o di A, ma siano regole federali stringenti che non consentano, che non permettano a chi non è solvibile di far parte del sistema».
L'esperienza di Lucchesi, che ha seguito numerosi fallimenti societari, lo ha convinto della gravità della situazione. «Ho visto delle cose devastanti», ha confessato. Ha definito il doping amministrativo un problema serio, equiparabile a quello fisico, che “droga il mercato” creando false aspettative e salari non sostenibili. «Il sistema professionistico italiano così non può reggere. Ma dall'altra, impedire poi di trovarsi dentro i campionati squadre che non sono in grado di andare avanti. Però questi non sono problemi della Lega di C o di B o di A, sono federali, sono di sistema. Sono di sistema», ha concluso, ribadendo che è giunto il momento di una profonda ristrutturazione.
L'impatto della tecnologia e la soddisfazione del mercato
In chiusura, si è parlato delle nuove tecnologie introdotte nella Lega Pro. Lucchesi ha accolto con favore l'innovazione, definendola indispensabile e un punto di non ritorno. «Il supporto tecnologico è indispensabile, non si torna più indietro. Lo diceva Pierluigi Collina vent'anni fa, vent'anni fa! E oggi ci siamo dentro. L'arbitro ha bisogno di essere aiutato. Il supporto tecnologico non risolve il problema, ma aiuta in qualche caso. Sicuramente il percorso, la strada è quella», ha detto. Ha anche voluto sottolineare un'altra fondamentale innovazione: la visibilità in chiaro delle partite. «L'aiuto tecnologico al sistema calcio l'ha dato questa innovazione importantissima: ha portato, grazie al presidente, la visibilità in chiaro delle partite. Io credo che spesso non viene ricordata o non sottolineata, ma per la valorizzazione del nostro prodotto questa partnership importantissima con OVS e CAI ha portato la Serie C ad una dimensione di visibilità nazionale e internazionale che non ha mai avuto».
Infine, rispondendo alla classica domanda sulla soddisfazione per il mercato estivo, Lucchesi ha risposto in maniera positiva ma cauta. «Sono soddisfatto, siamo soddisfatti, non te lo nascondo. Avevamo fatto una lista di assunzioni, siamo stati contenti di averle raggiunte. Siamo contenti», ha ammesso. Tuttavia, ha preferito attendere le prove sul campo per valutare pienamente l'esito del lavoro svolto. Ha concluso esprimendo piena fiducia nella scelta dei ragazzi, non solo per il loro valore sportivo, ma anche e soprattutto per quello umano, che ritene un aspetto fondamentale per il successo di un progetto collettivo.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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