Il mondo del calcio di Serie C si trova al centro di una controversia che ha portato al clamoroso ritiro di una candidatura di rilievo per il Consiglio Nazionale della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Donato Macchia, presidente del Potenza Calcio, ha annunciato la decisione di non proseguire nella corsa per il posto riservato alla Lega Pro nell'organo federale, lanciando pesanti accuse nei confronti del vertice della terza serie nazionale.
La decisione è stata comunicata attraverso una lettera aperta diffusa dal portale lanuova.net, nella quale il dirigente lucano non ha risparmiato critiche al presidente della Lega Pro Matteo Marani, accusandolo di aver assunto un atteggiamento parziale durante la fase preparatoria delle elezioni.
"Mi sono candidato per dare un contributo alla soluzione dei tanti problemi che attanagliano la Lega Pro, uno su tutti: quello della sostenibilità", ha spiegato Macchia nella sua comunicazione ufficiale, evidenziando come la questione economica rappresenti la priorità assoluta per il movimento calcistico di terza serie.
Il presidente del club rossoblù ha sottolineato di aver raccolto ampi consensi tra i colleghi della categoria: "In queste settimane ho trovato ascolto in tanti amici presidenti che, come me, immettono energie economiche nelle società, anche distogliendole dal proprio patrimonio aziendale e personale".
Tuttavia, secondo la ricostruzione fornita da Macchia, il clima elettorale sarebbe stato compromesso dall'intervento diretto del vertice della Lega Pro. "Purtroppo, ho verificato che, nel mentre io aggregavo consenso rispetto a temi importanti per la Lega Pro, chi doveva essere arbitro in questa partita non lo è stato. E infatti, il presidente della Lega Pro scendeva in campo, per avversare la mia candidatura, non per ragioni di merito, ma per una immotivata avversione nei miei confronti, anche dovuta a una mia posizione tenuta anni fa nella democratica sede assembleare e della quale non mancherò di riferire più nel dettaglio nell'assemblea elettiva del 2 ottobre", ha dichiarato il dirigente del Potenza.
Le tensioni tra Macchia e Marani sembrano affondare le radici in episodi risalenti al passato, specificamente collegati all'assemblea di terza serie dello scorso 2 ottobre, della quale il presidente lucano ha promesso di fornire maggiori dettagli in occasione della prossima assemblea elettiva.
Il numero uno del sodalizio lucano ha denunciato come questa situazione abbia creato un clima di divisione all'interno del movimento: "Così facendo, il presidente della Lega Pro ha di fatto 'inquinato' la campagna elettorale, costringendo tanti presidenti, che mi avevano già manifestato il loro appoggio, e che ringrazio ancora una volta, a doversi schierare a favore o contro il presidente della Lega".
Di fronte a questo scenario, Macchia ha motivato la sua rinuncia con l'intenzione di preservare l'unità del movimento calcistico di Serie C. "Ecco perché, oggi, andare avanti, per me vorrebbe dire spaccare la Lega e mettere in difficoltà tanti amici presidenti. E questa è l'ultima cosa che vorrei fare", ha affermato, evidenziando come la coesione rappresenti un valore prioritario rispetto alle ambizioni personali.
Il presidente del Potenza ha ribadito la sua volontà di continuare a lavorare per il bene della categoria: "Io non voglio spaccare la Lega, ma lavorare per la Lega. Perché una Lega spaccata è più debole in un momento in cui ci aspettano davanti sfide riformiste importanti, in primis l'emergenza della sostenibilità economica della categoria".
La questione della sostenibilità economica emerge infatti come il tema centrale che aveva spinto Macchia a proporsi per il ruolo federale. Il calcio di Serie C attraversa da tempo una fase di difficoltà finanziaria, con numerose società che faticano a mantenere gli equilibri di bilancio e molti presidenti costretti a investire risorse personali per garantire la sopravvivenza dei propri club.
Il caso ha sollevato interrogativi sulla gestione democratica delle elezioni all'interno degli organi calcistici e sul ruolo che i vertici delle varie leghe dovrebbero assumere durante i processi elettorali. La denuncia di Macchia mette in luce come eventuali interferenze da parte delle istituzioni possano alterare l'equità della competizione elettorale.
Il ritiro della candidatura di Macchia rappresenta un episodio significativo nel panorama del calcio italiano, evidenziando le tensioni interne al movimento e la complessità delle relazioni tra i diversi livelli della gerarchia calcistica. La vicenda potrebbe avere ripercussioni anche sui rapporti futuri tra la dirigenza del Potenza e gli organi della Lega Pro.
Nella parte finale della sua comunicazione, il presidente rossoblù ha espresso l'auspicio che la sua decisione non possa influenzare negativamente il percorso sportivo della società che rappresenta: "Mi auguro che l'aver reso pubbliche le ragioni di questa mia scelta obbligata non vada a penalizzare la società che rappresento nel suo percorso sportivo", ha concluso Macchia, firmando personalmente la lettera di ritiro.
La questione ora si sposta verso l'assemblea elettiva del 2 ottobre, dove potrebbero emergere ulteriori dettagli sulla controversia e dove si definiranno i nuovi equilibri all'interno della rappresentanza della Lega Pro negli organi federali.
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