Pistoiese e Carpi provano a farsi male ma senza riuscirci: è questo in estrema sintesi il riassunto del pomeriggio arancione. Il pari a reti inviolate racconta di una partita da “vorrei ma non posso” soprattutto da parte degli ospiti, che hanno tenuto maggiormente il pallino del gioco pur senza rendersi praticamente mai pericolosi. Dal canto proprio la squadra arancione ha nuovamente disputato un ottimo match in fase difensiva, peccando però di cattiveria nella metà campo avversaria. Un pareggio tutto sommato giusto, tra due formazioni che hanno l’ambizione di competere ai piani alti della classifica. Contento soltanto in parte l’allenatore della Pistoiese Luigi Consonni, che ha raccontato con queste parole la sfida in sala stampa.
«Pensavo e speravo di fare di più in fase offensiva – esordisce il tecnico dell’Olandesina – ma al tempo stesso mi è piaciuta molto la nostra fase difensiva. La partita si è sviluppata molto a centrocampo e tra le linee, dove loro hanno grande qualità in fase di palleggio. Noi potevamo fare meglio in mediana, ci siamo presi poche iniziative in quella porzione di campo. Un punto è comunque importante, visto il valore dell’avversaria che avevamo di fronte. A noi è mancata soprattutto qualche ripartenza, in cui abbiamo sbagliato l’ultimo passaggio, ma nel complesso credo che oggi il bicchiere debba essere mezzo pieno. L’infortunio di Diodato? Samuele aveva preso un colpo venerdì e ha stretto i denti finché ha potuto. Sono contento però dell’ingresso di Goffredi, il quale ha fatto una gara attenta e precisa».
La forza del Carpi è stata sia a centrocampo che in difesa, con gli esterni biancorossi che hanno neutralizzato quelli arancioni: «Quando l’avversaria ti costringe a stare col baricentro basso è più complicato fare delle ripartenze – ammette Consonni. I nostri esterni sono stati raddoppiati costantemente e non hanno potuto mostrare i propri punti di forza. Noi siamo una squadra molto verticale, in partite come quella di oggi sarà compito mio e della squadra trovare delle soluzioni alternative al giocare sugli esterni. Avevo anche pensato di affiancare La Monica a Marquez, ma ho visto Facundo stanco e ho preferito mantenere lo stesso assetto tattico. Le gerarchie? Per me non esistono. Ognuno ha un ruolo importante in rosa e tutti i ragazzi lo sanno. Ho tante alternative e lavorare in settimana con un gruppo del genere è un valore aggiunto per tutti».
Autore: Redazione NotiziarioCalcio.com / Twitter: @NotiziarioC
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